Matteo Salvini al vetriolo sull’ipotesi binomio Movimento-Pd in circolo nelle ultime ore: “Mossa da disperati, certificherebbe il potere della poltrona”
Un’intesa M5s-Pd? Mossa “da disperati” secondo Matteo Salvini, al solito non troppo avvezzo a giri di parole nel commentare l’ipotesi più rumorosa delle ultime ore, all’interno dell’attuale ciclone politico.
I contatti informali in corso tra Movimento e PD potrebbero aprire all’eventualità di un governo mosso in primis dalla volontà di andare contro il vicepremier leghista, evitando il voto.
Una circostanza priva di senso secondo il leader del Carroccio, il quale ha parlato di “potere della poltrona” nel dire la sua sull’eventualità, che - ha precisato - tutto rispetterebbe fuorché la volontà degli italiani.
Spazio anche per un appello al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, aggrappandosi alla sua figura al fine di “sentire la sensibilità del Paese”:
“Tutti hanno sempre ripetuto che dopo questo governo c’erano solo le elezioni. Quindi spero che il Presidente Mattarella senta la sensibilità del Paese. Un governo con Renzi e Di Maio non la ascolterebbe affatto questa sensibilità”.
Salvini contro intesa M5s-Pd: no a inciuci
Il vicepremier ha detto la sua sull’ipotesi di un’intesa tra Movimento 5 stelle e Partito Democratico nel corso di un’intervista rilasciata a Repubblica.
Salvo le premesse libertarie - “in democrazia tutto è legittimo” - le parole del ministro del Lavoro non sono state certo tenere nei confonti di un’eventualità simile, in grado solo di testimoniare “il potere della poltrona” e qualificare quindi i cosiddetti “cacciatori di poltrone”.
Il perché è presto detto, anche grazie ai pronti solleciti del giornalista Tommaso Ciriaco, che ha spinto Salvini verso un’analisi a 360 gradi rispetto agli scenari politici che potrebbero aprirsi in un momento simile: Pd e M5s sono incompatibili, privi dell’appoggio degli italiani, verso cui sarebbero poi costretti inevitabilente a presentare i conti, e una mossa simile - “da disperati” - rappresenterebbe solo l’estremo tentativo di ’non abbandonare il palazzo’:
“È il potere della poltrona, solo e unicamente questo. Ditemi una cosa su cui sono d’accordo Renzi e Di Maio. Rispetto i cacciatori di poltrone, per carità, così come rispetto i disperati che non vogliono tornare a lavorare fuori dal Parlamento; ma lo spieghino agli italiani tutto questo”.
Linea dura replicata anche qualche ora dopo via Twitter, con una minore contestualizzazione che non ha però reso meno chiaro il concetto, visti quei riferimenti a “inciuci, giochetti di palazzo, governi tecnici o di scopo”, del tutto incompatibili - secondo il leader leghista - con la voglia degli italiani di un “governo forte”.
Intanto è in corso un’altra domenica in bilico tra tipica vacanza agostana e spazio elettorale per il vicepremier, che oggi prosegue il suo «Salvini beach tour» da Catanzaro Lido.
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