Nuova bufera politica sulla tanto discussa Fase 2: Salvini loda il piano della regione Lombardia per ripartire il 4 maggio. Il leader della Lega si pone, di fatto, contro il team di esperti guidato da Colao? Crescono i malumori
Matteo Salvini il vero regista dell’annuncio lombardo sulla riapertura il 4 maggio? Crescono dubbi, insinuazioni e, soprattutto, malumori.
La strategia pensata dalla regione Lombardia, ancora in piena emergenza coronavirus, di allentare le misure tra circa due settimane sta alimentando il contrasto tra Conte e il suo team di esperti diretti da Colao e Fontana, appoggiato senza esitazione da Salvini.
La cosiddetta “strada verso la libertà” della regione lombarda è stata presentata con entusiasmo dal governatore e lodata come ripartenza intelligente dal leader della Lega.
Il piano di Fontana, però, è apparso come un ennesimo tentativo di procedere in modo autonomo rispetto alle indicazioni del Governo. Che, in questa delicata fase, si sta appoggiando alla task force di Colao per organizzare una riapertura nazionale sicura.
Il team, a tal proposito, ancora non ha ufficializzato alcun piano. Ecco perché il progetto lombardo pianificato per il 4 maggio è sembrato un altro affronto: una nuova mossa di Salvini contro Conte e Colao?
Salvini e il piano Lombardia per ripartire: mossa contro Governo e Colao?
Il dubbio c’è e il sindaco di Milano Beppe Sala, in forte polemica con la regione lombarda in queste ore, non usa mezzi termini:
“[la riapertura il 4 maggio] l’ha decisa la Regione o Salvini? Stanno passando dal terrore sul numero dei contagi di due giorni fa al liberi tutti. Un po’ più di equilibrio non guasterebbe. Le 4 D sono soltanto uno slogan”
Il riferimento è all’ottimistico progetto di riaprire alcune attività economiche nel territorio lombardo con la garanzia delle 4 D: distanza, digitalizzazione, dispositivi, diagnosi.
Nessuna nota di commento, per ora, è trapelata da Palazzo Chigi al riguardo. Non sono mancati, invece, gli elogi di Matteo Salvini nella sua consueta diretta Facebook.
Il leader della Lega ha appoggiato con entusiasmo la proposta della Lombardia e del suo amico Attilio Fontana: “una ripartenza intelligente, una buona notizia”, che dà ossigeno a tutte le persone senza lavoro e in difficoltà economica nella regione. Perché, ha aggiunto il senatore: è ora di “chiuderla con le chiusure”.
Così ha presentato il progetto il leader della Lega, implicitamente mettendo in secondo piano il lavoro della task force di Vittorio Colao. Anzi, alimentando nuove e dirette polemiche contro la strategia del Governo Conte.
Salvini, infatti, ha osannato l’attivismo di Fontana, che addirittura garantirà il doppio dei soldi offerti dall’esecutivo agli operatori sanitari e fornirà un piano di sostegno alle imprese.
Una regione virtuosa, quindi, agli occhi della Lega, proprio nei giorni in cui continuano a piovere polemiche sulle mancanze della regione Lombardia, con richiesta di commissariamento dal PD.
L’annuncio di Fontana e il sostegno di Salvini sembrano parlare chiaro sull’ordine sparso delle regioni. E, soprattutto, sul discredito del lavoro della task force di Colao.
Colao lascia la task force? L’ipotesi nel caos Fase 2
Ci sarebbe irritazione tra gli esperti della task force diretta da Colao nei confronti dell’uscita di Fontana e Salvini.
L’impressione, infatti, è che ogni regione, soprattutto quella lombarda, più a rischio per la sicurezza sanitaria, voglia fare di testa propria. Quale scopo può avere, in questo contesto caotico, il team designato da Conte per la Fase 2?
Una domanda che potrebbe portare ad una risposta estrema: la rinuncia all’incarico da parte di Vittorio Colao. Un membro della maggioranza del PD non ha nascosto il nervosismo: “Se continua così, finirà che si tira indietro”.
La Fase 2, quindi, si complica. A dominare sono, ancora una volta, gli interessi e gli scontri politici. La regione lombarda, capitana da Fontana-Salvini, riaprirà davvero il 4 maggio?
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