Mancano pochi giorni al processo che vede Salvini accusato di sequestro di persona aggravato per i fatti accaduti sulla nave Gregoretti a luglio 2019. Rischia il carcere e l’ineleggibilità alle prossime elezioni.
Per Matteo Salvini si avvicina il giorno della prima udienza sul caso della nave Gregoretti. Il processo si aprirà i primi di ottobre, con notevole ritardo rispetto alle tempistiche iniziali a causa degli slittamenti seguiti all’emergenza coronavirus.
Le accuse che gravano sul leader della Lega sono particolarmente gravi: sequestro di persona di oltre 100 migranti rimasti a bordo della nave per 6 giorni e rifiuto di atti d’ufficio, reato proprio dei pubblici ufficiali.
Oltre alle pesanti sanzioni e al rischio di ineleggibilità, in Salvini cresce anche la preoccupazione di un processo ingiusto, specie dopo lo scandalo delle chat di Palamara, dove Salvini veniva “preso di mira” dalla magistratura. Ma a pochi giorni dall’udienza ha preso parola Nunzio Sarpietro, giudice di Catania che prenderà in carico il caso: Salvini “troverà un giudice terzo e soprattutto sereno, spoglio di qualsiasi pregiudizio, che gli garantirà un processo giusto ed equo, esattamente come a qualsiasi altro cittadino”.
Caso Gregoretti: per Salvini parte il conto alla rovescia al processo
“Io non faccio politica. Il senatore Salvini non ha alcun motivo di preoccuparsi”, queste le parole del giudice Sarpietro che tra 10 giorni darà inizio al processo sul caso Gregoretti che vede il leader della Lega accusato del sequestro di persona (per di più aggravato) di 130 migranti, tra cui anche donne e minori.
Lo scorso 20 luglio il tribunale dei ministri di Catania aveva chiesto l’autorizzazione a procedere nei confronti dell’ex Ministro dell’Interno alla Giunta per l’immunità del Senato e, dopo diversi slittamenti causa Covid-19, il giorno dell’udienza è dietro l’angolo: dal 1° al 3 ottobre Catania sarà presidiata da comizi, eventi e manifestazioni organizzati da Lega e Fratelli d’Italia a sostegno di Salvini, il quale da parte sua dichiara di aver agito per “difendere i confini nazionali”.
Il giudice ha già iniziato a studiare le carte, e ci tiene a ribadire la sua estraneità allo scandalo Palamara, una triste pagina per l’intera magistratura.
Cosa rischia Salvini
Se l’udienza dovesse riconoscere la sua colpevolezza, l’ex Ministro dell’Interno rischierebbe la reclusione da 3 a 12 anni in applicazione dell’articolo 605 del Codice penale: Sequestro di persona aggravato dalla presenza di minori a bordo.
A questa potrebbe poi aggiungersi anche l’accusa di “Rifiuto e omissione di atti d’ufficio” (articolo 328 del Codice penale) per aver rifiutato gli ordini delle Autorità senza valide motivazioni; per questo reato rischia il carcere da 6 mesi a 2 anni.
Oltre al carcere, la sentenza di condanna comporterebbe l’applicazione della legge Severino e quindi l’incandidabilità e l’ineleggibilità alle prossime elezioni.
© RIPRODUZIONE RISERVATA