Fondata nel 1978 da Vincenzo Muccioli, San Patrignano oggi ospita 1.300 persone ed è la comunità di recupero per tossicodipendenti più grande d’Europa.
Giovedì 14 marzo le Iene dedicheranno una nuova puntata di Inside, il programma di approfondimento che va in onda ogni giovedì su Italia 1, alla comunità di San Patrignano. Il titolo della trasmissione sarà «San Patrignano: inferno o paradiso?» e la iena Cizco con l’autore Angelo De Luca, faranno effettuare al telespettatore un viaggio all’interno della comunità di recupero per tossicodipendenti più grande d’Europa.
Diverse le domande a cui cercheranno di rispondere, ad esempio come si finisce schiavi della droga? Quali sono i passaggi per uscirne? E, soprattutto, come si fa a ritrovare una vita normale dopo un’esperienza così travolgente?
Ci saranno anche le testimonianze dirette di persone, entrate in comunità per disintossicarsi e che alla fine ce l’hanno fatta. Racconteranno come si vive a San Patrignano, quali sono le regole da rispettare e qual è il metodo utilizzato dagli addetti ai lavori.
San Patrignano: cos’è e dove si trova
La comunità di San Patrignano è stata fondata nel 1978 da Vincenzo Muccioli a Coriano, in provincia di Rimini. La struttura è nata con l’intento di offrire assistenza gratuita e una nuova opportunità a chi è vittima di tossicodipendenza. Muccioli è considerato il pioniere della cura delle tossicodipendenze con la fondazione di una comunità negli anni, fine 70, in cui il fenomeno dell’eroina stava esplodendo in Italia rovinando la vita a tantissime persone.
Nel corso degli anni i metodi utilizzati da Muccioli sono stati oggetto di dibattiti e accuse: in molti infatti hanno criticato i metodi utilizzati all’interno della struttura, che hanno portato anche a processi giudiziari. Il primo per sequestro di persona e maltrattamenti per avere incatenato alcuni giovani della comunità. Dopo la condanna in primo grado, Muccioli fu assolto in appello e in Cassazione.
Il secondo processo lo vide imputato con l’accusa di favoreggiamento a seguito di un assassinio che avvenne all’interno della comunità. Dopo una condanna a 8 mesi in primo grado, fu assolto dall’accusa.
La famiglia Muccioli ha smesso di gestire la comunità nel 2011 e oggi la gestione è affidata a un comitato di garanti, ma con il costante aiuto e sostegno della famiglia Moratti. San Patrignano è considerata attualmente la comunità di recupero per tossicodipendenti più grande d’Europa e forse del mondo. Ospita 1.300 persone e dà lavoro a 300 collaboratori. Il complesso si estende su un’area di 200 ettari tra vigne, uliveti, sale riunioni, dormitori, cantine, ristoranti, attività produttive e strutture di ogni genere. La sala mensa può ospitare fino a 2.000 persone e ogni giorno sforna 3.500 pasti.
L’assistenza è gratuita e la comunità di San Patrignano non riceve alcun aiuto da parte dello Stato ma si mantiene vendendo tantissimi prodotti creati all’interno o grazie alle donazioni che arrivano ogni anno. Chi è all’interno della comunità infatti lavora e ad oggi da Sanpa escono vini, formaggi, articoli di pelletteria e di falegnameria, abiti, sciarpe, articoli per la casa.
Come si entra a San Patrignano
Come detto l’assistenza offerta dalla comunità di San Patrignano è completamente gratuita. Ad oggi - come riportato dal sito ufficiale - ci sono tre metodi per poter entrare in comunità. Il primo è tramite le associazioni di volontariato che sono presenti su tutto il territorio nazionale composte da genitori, volontari, persone che hanno vissuto la tossicodipendenza e ne sono uscite. Queste associazioni fungono da catalizzatori delle richieste d’aiuto che arrivano da parte di chi vorrebbe intraprendere un percorso di disintossicazione e cambiare vita.
Il secondo metodo è contattare direttamente l’ufficio accoglienza per telefono o per email. Tutte le informazioni di contatto si trovano sul sito ufficiale della comunità.
Terzo modo è attraverso i servizi territoriali SerD. Una volta accertata la determinazione della persona, vengono organizzati uno o più colloqui con gli operatori dell’ufficio accoglienza, che illustrano i metodi, i principi e il programma di recupero. Alla fine del colloquio, i ragazzi valutano la proposta e decidono liberamente se il programma di San Patrignano corrisponde o meno alle proprie esigenze. Se accettano, l’ingresso in comunità avviene direttamente.
Quali regole vigono a San Patrignano
Il metodo che si utilizza a San Patrignano è un metodo non basato su trattamenti farmacologici come metadone o altri oppiacei sintetici ma si cerca di disintossicare la persona con un programma di recupero che è essenzialmente educativo e riabilitativo. Chi entra in comunità è in genere una persona che ha già superato la fase delle crisi d’astinenza. Esso viene affidato ad un tutor che è un ragazzo che si trova in comunità almeno da 1 anno e che lo segue 24 ore su 24. Questo perché chi ha vinto la dipendenza è il miglior educatore per chi la subisce.
Il percorso dura dai 3 ai 4 anni e durante questa fase chi entra in comunità si dedica principalmente al lavoro. Sono avviati diversi percorsi di formazione professionali che mirano a dare alla persona un nuova vita nel momento in cui usciranno. Dal caseificio al centro di formazione per odontotecnici, dal laboratorio tessile alla scuola per parrucchieri, all’interno della comunità c’è di tutto.
Ci sono poi delle regole da rispettare in questi anni di recupero: massima valorizzazione dei rapporti sociali con chi vive all’interno della comunità, quindi divieto di usare smartphone, o pc, la tv è razionata e con i propri familiari si può parlare solo per posta, mentre la prima visita è concessa solo dopo un anno. Divieto anche di bere vino a tavola.
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