Tutti gli appassionati di criptovalute conoscono Satoshi Nakamoto, ideatore di Bitcoin, tuttavia nessuno sa davvero chi sia. Nel suo nuovo libro, Gian Luca Comandini, ha provato a fare delle ipotesi.
“Chi è Satoshi Nakamoto?” Chiunque si sia appassionato alle criptovalute, a Bitcoin e alla sua storia si sarà fatto questa domanda almeno una volta, dal momento che la sua identità è ancora segreta.
Nel corso degli anni sono state fatte molte ipotesi sulla sua identità, tuttavia non sono mai arrivate conferme o smentite dall’interessato se non da Craig Wright che addirittura interpellò un tribunale per vedere legittimata la sua posizione e, di conseguenza, il portafoglio di oltre 1,1 milioni di Bitcoin appartenenti a Satoshi Nakamoto.
Di questo parla il nuovo libro di Gian Luca Comandini, dal titolo “L’uomo più ricco del mondo” edito da Rizzoli. Nel testo l’autore ripercorre la storia di Bitcoin, facendo alcune ipotesi sulla possibile identità del suo ideatore.
Nel condurre la sua indagine che abbraccia un periodo temporale molto ampio, partendo dagli anni ’70 in California, l’autore mette sul piatto tutta una serie di ipotesi, più o meno plausibili su chi potrebbe l’ideatore di Bitcoin. Tra le varie spiccano:
- un esponente della CIA, come sostenuto da Roberto Escobar, fratello del noto narcotrafficante;
- Gavin Andresen, ossia l’erede inizialmente scelto da Satoshi e poi abbandonato;
- Nick Szabo, l’ideatore di BitGold;
- Hal Finney, collaboratore di Satoshi Nakamoto.
Queste sono solo alcune delle personalità coinvolte e, sebbene l’autore esprima la sua opinione su chi davvero si celi dietro questa misteriosa figura, questo - ha affermato - ha poca importanza, perché “Satoshi Nakamoto siamo tutti Noi”.
Il segreto del successo di Bitcoin è stato l’anonimato e il tempismo
Per parlare di Bitcoin è necessario fare numerosi passi indietro, non fermandosi quindi alla nascita della criptovaluta, ma tornando indietro al periodo della nascita del movimento cypherpunk - avvenuto alla fine degli anni Settanta - e dei suoi protagonisti. Ciò è necessario - ha spiegato Comandini - perché Satoshi Nakamoto, chiunque esso sia, con grande probabilità ha fatto parte del movimento e ne è stato influenzato.
Dal cypherpunk infatti, Nakamoto ha ereditato alcuni principi fondamentali per Bitcoin, ossia l’importanza della privacy e la difesa della libertà attraverso la creazione di una moneta elettronica anonima.
Secondo Comandini, inoltre, Nakamoto si era accorto che attribuire a delle persone conosciute la creazione delle criptovalute precedenti a Bitcoin non le aveva rese attraenti e perciò i progetti erano falliti. Il successo è arrivato quando, imparando dagli errori fatti in precedenza, Nakamoto ha pubblicato il progetto Bitcoin celando la sua identità dietro al mistero.
Un altro fattore fondamentale per il successo di Bitcoin e della blockchain, ha spiegato Comandini, è stato il tempismo. Quando la criptovaluta è stata creata - nel 2008 - il mondo aveva da poco conosciuto una delle peggiori crisi economiche della storia dell’uomo, il che potrebbe aver portato molte persone a guardare al Bitcoin con una nuova curiosità, visto il clima di incertezza del momento.
Bitcoin: il successo grazie a due pizze
Il successo di Bitcoin, come ha spiegato Comandini, non è arrivato immediatamente. Infatti, a rendere virale il fenomeno è stato Laszlo Hanyecz - una persona comune, ha sottolineato l’autore - che due anni dopo la nascita della criptovaluta ha speso 10.000 BTC per acquistare due pizze, attirando l’attenzione dei media che hanno fatto da cassa di risonanza alla storia. Un momento storico che ha segnato una svolta e che ogni anno viene festeggiato da tutta la comunità di appassionati come il Bitcoin Pizza Day.
L’autore ha citato questo evento per spiegare quanto il successo di Bitcoin sia il frutto delle scelte fatte da persone comuni, a prescindere dal fatto che esse si chiamino o meno Satoshi Nakamoto.
Nel futuro, inoltre, secondo l’autore il mondo delle criptovalute continuerà a cambiare profondamente. Queste diminuiranno in numero e si differenzieranno non in base al luogo dove vengono coniate, ma in base alle loro funzioni. Un modo diverso di diversificare il proprio portafoglio e patrimonio.
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