Savoini, identificati i russi che avevano partecipato all’incontro al Metropol

Mario D’Angelo

07/09/2019

Sono stati individuati quasi tutti i partecipanti dell’incontro al Metropol di Mosca, dal cui audio è scoppiato il caso Lega-Russia

Savoini, identificati i russi che avevano partecipato all’incontro al Metropol

Sono stati identificati due dei tre russi che avevano partecipato all’incontro all’hotel Metropol con Gianluca Savoini, faccendiere leghista indagato dalla Procura di Milano per corruzione internazionale. All’inizio dell’estate 2019, un audio diffuso da BuzzFeed ha aperto i riflettori sui presunti contatti fra la Lega di Matteo Salvini e uomini russi, al fine di finanziare illecitamente il partito di governo con il gas del Cremlino in vista delle elezioni europee, poi stravinte dal Carroccio.

Ad aver individuato nell’audio le voci di Andrey Yuryevich Kharchenko e Ilya Andreevich Yakunin sono stati BuzzFeed e l’autorevole sito investigativo bellingcat.com, che conferma così le ricostruzioni de L’Espresso (di questi mesi) e del Corriere della Sera (di giovedì scorso). I due vantano collegamenti con uomini di spicco dell’establishment russo, e ciò prova la concretezza di una trattativa che, comunque, non è noto se sia stata o meno conclusa.

Metropol, individuati i russi

Le nuove rivelazioni arrivano proprio nel periodo in cui si insedia il nuovo governo giallorosso, dopo lo strappo d’Agosto operato da Matteo Salvini. Nel discorso di dimissioni, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte aveva rimproverato all’ex ministro dell’Interno di non aver risposto in Parlamento sul caso Metropol, che coinvolgeva un suo stretto collaboratore.

I nomi degli accompagnatori italiani di Savoini erano da tempo noti, ovvero l’avvocato Gianluca Meranda e il consulente finanziario Francesco Vannucci. Adesso sono stati scoperti anche due dei tre uomini che presentarono a Savoini & Co. lo schema di fondi, facendo riferimenti a politici e dirigenti russi che dovevano approvare il piano di metterlo in azione.

Kharchenko è direttamente connesso all’ideologo di estrema destra Aleksandr Dugin, che mira a creare una rete fedele al Cremlino formata da politici europei sovranisti. Dugin è stato supportato e finanziato dall’oligarca Konstantin Malofeev, presente sulla lista delle sanzioni Ue per l’invasione della Crimea. Non è chiaro quale sia il lavoro di Kharchenko, ma alcuni indizi fanno supporre che abbia anche incarichi governativi internazionali. Secondo, il Corriere, l’uomo gode di immunità diplomatica.

Yakunin è invece un uomo di Vladimir Pligin, un dirigente del partito di governo “Russia Unita”. Anche lui è sottoposto a “misure restrittive” per via del suo ruolo nell’annessione del territorio ucraino.

Il giorno prima dell’incontro al Metropol, Savoini è stato fotografato con Dugin, mentre Salvini avrebbe incontrato il vicepremier russo Dmitry Kozak proprio nell’ufficio di Pligin.

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