Scandalo camici, i pm: «Coinvolgimento diffuso di Fontana»

Mario D’Angelo

24/09/2020

Per i pm milanesi il governatore Attilio Fontana sarebbe stato diffusamente coinvolto nella fornitura di camici e altri dpi alla Lombardia da parte dell’azienda del cognato

Scandalo camici, i pm: «Coinvolgimento diffuso di Fontana»

Diffuso coinvolgimento di Fontana in ordine alla vicenda relativa alle mascherine e ai camici accompagnato dalla parimenti evidente volontà di evitare di lasciare traccia del suo coinvolgimento mediante messaggi scritti”. Questa è l’osservazione dei pubblici ministeri, che indagano sul caso camici in Lombardia, riguardo all’operato del presidente di Regione Attilio Fontana.

Caso camici, diffuso coinvolgimento di Fontana

Non solo il governatore leghista sarebbe coinvolto nello scandalo in modo “diffuso”, ma avrebbe anche chiaramente tentato di offuscare tale coinvolgimento evitando di usare messaggi di testo.

È quanto emerge dalla richiesta di consegna dei cellulari degli attori del caso camici in Lombardia, avanzata dalla Procura di Milano.

Nella richiesta viene anche riportato un messaggio, risalente al 16 aprile, in cui Andrea Dini, amministratore di Dama spa, scrive alla sorella Roberta Dini, moglie del governatore: “Ordine camici arrivato. Ho preferito non scriverlo ad Atti”. E lei: “Giusto bene così”.

Secondo i pm milanesi, la moglie e il cognato di Fontana avevano “piena consapevolezza” della “situazione di conflitto di interessi” nel caso riguardante la fornitura di dispositivi di protezione individuale da parte di Dama.

Donazioni «strumentali» di mascherine

Proprio per questo fratello e sorella hanno predisposto donazioni di mascherine strumentali alla costruzione di “una prova da utilizzare per replicare alle presumibili polemiche” sulla commessa di camici.

La conferma emerge, per la Procura, da uno scambio di messaggi fra lo stesso Andrea Dini e un responsabile dell’azienda, in cui il primo scrive: “Dobbiamo donare molte più mascherine (...) se ci rompono per le forniture di camici causa cognato noi rispondiamo così”.

Il telefono di Fontana è anche sotto la lente della Guardia di Finanza di Pavia, che indaga nell’ambito dell’inchiesta sull’accordo fra Fondazione San Matteo, che fa capo alla Regione Lombardia, e l’azienda farmaceutica Diasorin per lo sviluppo di un test sierologico per coronavirus.

Sono stati acquisiti anche i dati dei telefoni della segretaria ed ex compagnia di Matteo Salvini, Giulia Martinelli, e dell’assessore al Welfare Giulio Gallera.

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