Sarà un 2024 complesso per l’Unione europea, chiamata ad affrontare al meglio molteplici sfide. Compresi, in primis, i rapporti economici con la Cina.
Elezioni parlamentari in vista, choc geopolitici globali con i quali fare i conti, l’ombra di una seconda presidenza Usa di Donald Trump e rapporti economici sempre più complessi con la Cina. Sarà un 2024 di fuoco per l’Unione europea, chiamata a stendere un’adeguata strategia operativa per affrontare al meglio molteplici sfide, dirette e indirette, esterne e interne.
Una di queste sfide coinciderà senza ombra di dubbio con la Repubblica Popolare Cinese: come strutturare le relazioni con il gigante asiatico in un contesto di crescenti tensioni internazionali, nonché nel bel mezzo di uno scontro tra l’Occidente e il resto del mondo? Domanda che vale 856 miliardi di dollari, come il valore dello scambio di merci tra Ue e Cina registrato nel 2022, e in continua crescita.
Allo stesso tempo ci sono due variabili da considerare: nei primi 11 mesi del 2023 il deficit di Bruxelles con Pechino si è attestato a 201 miliardi di dollari (cifra molto elevata), mentre l’acuirsi delle suddette tensioni geopolitiche ha contribuito a raffreddare i rapporti tra le parti. Ricordiamo il Comprehensive Agreement on Investment (Cai), ovvero l’accordo sugli investimenti siglato tra Ue e Cina nel 2020 , ma “congelato” dal Parlamento europeo dopo che Pechino aveva sanzionato alcuni legislatori di Bruxelles in risposta alle sanzioni europee contro i funzionari cinesi coinvolti in presunte azioni di repressione contro i musulmani uiguri nello Xinjiang. [...]
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