Cos’è lo scudo fiscale che il governo vuole fare

Rosaria Imparato

18/11/2022

Qual è il significato di scudo fiscale? È il modo politico di chiamare il condono su base volontaria, cioè il dichiarare di propria iniziativa patrimoni all’estero. Vediamo come funziona.

Cos’è lo scudo fiscale che il governo vuole fare

Scudo fiscale, condono, pace fiscale. Le differenze tra una cosa e l’altra sono sfumature tecniche. Lo scudo fiscale di cui si discute in questi giorni riguarda quella che viene definita «voluntary disclosure», cioè la possibilità di dichiarare di propria iniziativa i patrimoni all’estero che finora non erano stati segnalati.

In pratica, si tratta di un’autodenuncia: da un lato lo Stato recupera una parte di gettito evaso negli anni precedenti, e dall’altro il contribuente evasore può regolarizzare la propria posizione. Secondo quanto specificato dal ministero dell’Economia e delle Finanze il contribuente evita ulteriori multe derivanti dalla sua condotta, ma non le conseguenze penali.

Cos’è lo scudo fiscale che il governo vuole fare

L’ultima voluntary disclosure fatta risale al governo Renzi, che nel periodo 2015 ha fatto recuperare 2,5 miliardi di euro. Secondo le attuali stime riportate dall’Ansa, questo nuovo scudo fiscale dovrebbe portare nelle casse dello Stato dai 3 ai 5 miliardi. Questa cifra andrebbe a irrobustire il budget di 30-32 miliardi messo a disposizione per la legge di Bilancio 2023, 21 dei quali verranno usati per aiutare imprese e famiglie contro il caro energia.

Secondo le ultime anticipazioni, questa misura arriverà in un altro provvedimento. Il Mef dal canto suo ha chiarito in una nota che «nessun condono di carattere penale troverà posto, in ogni caso, nella manovra», le cui misure «sono al momento in fase di valutazione politica».

Rispetto a quanto fatto in passato, si punta a riproporre lo schema 2015-2017, ma stavolta la voluntary disclosure per il rientro dei capitali esteri non dichiarati al fisco avrà un focus anche sulle criptovalute.

Come funziona lo scudo fiscale

Nella scorsa edizione della voluntary disclosure bisognava fare richiesta presentando in via telematica un modello di accesso alla procedura. La richiesta poteva essere fatta direttamente dal contribuente se è abilitato a Entratel o Fisconline, oppure tramite soggetti incaricati (compresi gli avvocati e gli iscritti nel registro dei revisori contabili).

Potevano fare richiesta anche i contribuenti non destinatari degli obblighi dichiarativi di monitoraggio fiscale, cioè i contribuenti che vogliono regolarizzare le violazioni degli obblighi dichiarativi commesse in materia di imposte sui redditi e relative addizionali, imposte sostitutive, Irap, Iva, e le violazioni relative alla dichiarazione dei sostituti d’imposta.

La restituzione delle somme dovute poteva avvenire anche rateizzando l’importo in tre rate uguali, tramite modello F24 da compilare con i relativi codici tributo appositamente istituiti per la definizione delle sanzioni.

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