Una tassa sui contanti non dichiarati: la voluntary disclosure trova spazio nella Legge di Bilancio 2021, con gli emendamenti presentati da Forza Italia, LeU e Centro Democratico.
Rientrano tra gli emendamenti segnalati quelli relativi alla tassa per regolarizzare i contanti. Si tratta della voluntary disclosure, per la quale sia Forza Italia che i partiti di maggioranza propongono una riapertura in Legge di Bilancio 2021.
Forza Italia propone una nuova edizione della collaborazione volontaria per la regolarizzazione dei contanti non dichiarati.
Si tratterebbe, a ben vedere, di una sorta di “misura ponte” legata al piano Italia Cashless, che consentirebbe di far ritornare in Patria molte delle somme detenute all’estero e non dichiarate.
Un ulteriore emendamento in materia di emersione volontaria delle somme non dichiarate è stato presentato anche da Centro Democratico e LeU. Facendo proprie alcune delle indicazioni contenute nel Piano Colao, la proposta è di prevedere una voluntary disclosure anche per contanti e valori al portatore detenuti sul territorio nazionale, con il vincolo però di investire almeno il 10% delle somme regolarizzate in Titoli di solidarietà.
Tassa sui contanti, spunta la sanatoria in Legge di Bilancio 2021
Gli emendamenti sulla riapertura della voluntary disclosure rientrano tra le oltre 900 proposte di modifica alla Legge di Bilancio 2021 al vaglio della Commissione Bilancio della Camera.
La proposta di Forza Italia è di riaprire la procedura di collaborazione volontaria per i contanti non dichiarati. La scadenza per aderire alla voluntary disclosure è fissata al 30 giugno 2021.
Stando alla proposta di modifica, potranno regolarizzare le somme non dichiarate e tassate solo i contribuenti che non hanno già aderito alla voluntary, anche per interposta persona ed in relazione alle violazioni commesse fino al 30 settembre 2017.
Agli interessati viene concessa la facoltà di optare per il pagamento di imposte, interessi, sanzioni e contributi in misura forfettaria pari al 20 o al 10 per cento “per gli accrediti o addebiti che non siano in grado di giustificare, anche medianti presunzioni gravi, precise e concordanti, l’origine o la destinazione”.
Sempre nel solco di incentivare la regolarizzazione del sommerso, tra gli emendamenti segnalati c’è un’ulteriore proposta di riapertura della collaborazione volontaria per contanti ed ai valori al portatore detenuti sul territorio nazionale. Questa volta, a proporre una tassa sui contanti non dichiarati sono i deputati Pastorino (Liberi e Uguali) e Tabacci (Centro Democratico).
Un emendamento basato su uno dei punti del Piano Colao e che vincolerebbe però il soggetto aderente ad investire almeno il 10% della somma regolarizzata in Titoli di Solidarietà.
Ancora, i proventi ricavati dalla voluntary sul contante interno verrebbero indirizzati al Fondo per la riforma fiscale e all’introduzione di ulteriori misure per incentivare l’uso di mezzi di pagamento tracciabili.
Una tassa per regolarizzare i contanti, prima della stretta: perché l’ipotesi voluntary 2021 non è esclusa
Il tema di una sanatoria per i contanti non dichiarati, che siano all’estero o sul territorio nazionale, crea non poco imbarazzo all’interno del Governo, che si è da subito dichiarato lontano da ogni ipotesi di condono fiscale (sebbene la voluntary disclosure sia un istituto ben diverso dal condono propriamente detto).
Alcuni timide aperture sono arrivate negli scorsi mesi, dopo la proposta della task force guidata da Vittorio Colao. Tra i punti del piano “Iniziative per il rilancio - Italia 2020-2022” c’è anche una nuova voluntary disclosure, che consentirebbe di far emergere e regolarizzare i contanti nascosti al Fisco.
Così come previsto da uno degli emendamenti sopra analizzati, la proposta è quella di consentire l’emersione delle somme previo pagamento di un’imposta sostitutiva, con il vincolo di investire parte della somma in strumenti di sostegno alla ripresa economica del Paese.
A favore della nuova voluntary sul contante si è subito schierata Italia Viva. L’idea di Renzi è di consentire ai contribuenti di mettersi in regola pagando un’imposta forfettaria, del 10 de 15%. Una sorta di “misura ponte” prima della stretta all’uso dei contanti e rientrante nel piano Italia Cashless.
Una timida apertura è invece arrivata dal Ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, che si è detto favorevole ad una sanatoria sulle somme detenute all’estero.
Il tema è però spinoso, e l’ipotesi che venga introdotta una tassa forfettaria per regolarizzare i contanti, che siano all’estero o in Italia, sembra per il momento poco plausibile. Ulteriori dettagli emergeranno dopo il prima via libera alla Manovra, che entro la fine dell’anno dovrà essere approvata in via definitiva dai due rami del Parlamento.
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