L’ipotesi della chiusura delle scuole il sabato per fronteggiare il caro energia non è da escludere: la settimana corta è possibile, anche se non per risparmiare sul gas. Cosa succederà?
Settimana corta a scuola, l’ipotesi di chiudere gli istituti il sabato, con un giorno di anticipo, contro il caro energia continua a far discutere. Ma non sembra più del tutto impraticabile, almeno non in alcuni casi. L’idea iniziale era quella di chiudere la scuola il sabato e non fare lezioni durante quella giornata, spalmando l’orario sugli altri giorni della settimana.
In alternativa si era parlato anche dell’ipotesi di ricorrere alla didattica a distanza per la giornata di sabato. Un piano che porterebbe a un risparmio dei consumi di gas, in vista dei possibili razionamenti per l’inverno. La possibilità della settimana corta resta in effetti in piedi, ma probabilmente a condizioni diverse e sicuramente non verrà applicata in maniera indiscriminata a tutti gli istituti, secondo la volontà dell’attuale governo.
Il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, ha comunque dato parere parzialmente favorevole all’ipotesi di procedere con la settimana corta a scuola. Ma non per tagliare i costi energetici, bensì solo per migliorare la didattica, nel caso in cui l’organizzazione nei singoli istituti possa trarne giovamento.
Caro energia, cosa succede a scuola
Bianchi afferma chiaramente che non devono essere le scuole a pagare le conseguenze del caro energia e per questo andrebbero escluse dai razionamenti dei consumi. Resta, però, la possibilità di ricorrere all’autonomia scolastica da parte dei singoli istituti.
Il che vuol dire che la settimana corta è possibile, ma solo partendo dal principio che si applichi per rendere più comoda ed efficiente la didattica e non per tagliare i consumi. Sulla scuola chiusa il sabato, quindi, il ministro dell’Istruzione risponde: “Non ho mai chiusure”. Ma sottolinea anche che è necessario partire dalle esigenze degli studenti per offrire il miglior servizio possibile.
Settimana corta a scuola, perché non è semplice
Nonostante l’apertura di Bianchi, l’ipotesi della settimana corta a scuola resta comunque complicata. I sindacati si oppongono, dicendosi contrari alla riduzione dell’orario scolastico in presenza e anche del ricorso alla didattica a distanza il sabato.
Quindi le sigle in parte sposano la linea del ministro sostenendo che comunque la settimana corta può essere utile ai fini organizzativi, l’importante è che non venga utilizzata per spegnere i termosifoni qualche ora in più a scapito degli studenti. D’altronde per i sindacati, così come per gran parte del governo, è inaccettabile ridurre gli orari di lavoro dopo i due anni di interruzioni delle lezioni dovute a Covid e quarantene.
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Inoltre, come sottolinea il Codacons, la chiusura delle scuole il sabato e la riduzione dell’orario causerebbe problemi anche alle famiglie: sia da un punto di vista organizzativo che di maggiori costi energetici che ricadrebbero su di loro.
Scuola chiusa il sabato o lezioni da 50 minuti?
C’è poi un’altra possibilità, proposta dal comitato ’A scuola’, nato nel 2020 contro il ricorso eccessivo alla dad e composto da studenti, famiglie e insegnanti: le lezioni di 50 minuti. L’idea è di permettere alle scuole di introdurre lezioni da 50 minuti in caso di crisi energetica più grave in inverno per poter risparmiare un po’ sui consumi. Una soluzione che, spiegano dal comitato, eviterebbe disagi alle famiglie. Ma che non sembra piacere ai sindacati.
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