Scuola: da lunedì 26 ottobre si riparte con la didattica a distanza che però non sarà per tutti, ma solo per le scuole superiori. Prevista in Lombardia e al 50% da Lazio, Liguria e Piemonte. Possibile adesione anche di Puglia e Calabria. Azzolina si scontra con i governatori.
Scuola: si riparte da lunedì 26 ottobre con la didattica a distanza anche se non sarà per tutti dal momento che solo alcune Regioni hanno deciso in tal senso e solo per i ragazzi delle scuole superiori.
Sarà totale in Lombardia, con decisione del presidente Attilio Fontana, per i ragazzi che hanno più di 14 anni, mentre sarà al 50% in Lazio, Liguria, Piemonte e Puglia.
Ultima Regione che probabilmente si accoderà in quanto ci sono rumors su un’ordinanza che potrebbe partire proprio da lunedì, con la didattica a distanza per la scuola che coinvolga medie e superiori, è la Calabria.
La Campania lo ricordiamo è stata la prima Regione a chiudere le scuole e non sappiamo ancora se verrà confermata la decisione anche per la prossima settimana. Didattica a distanza al 50% anche nelle Marche, Umbria e Basilicata. Azzolina intanto si scontra con i governatori di Regione, chiedendo che non venga sacrificata la scuola.
L’elemento principale infatti che farà scattare il ricorso alla didattica a distanza in alcune regioni a partire dal lunedì non è tanto il rischio di contagio a scuola, quanto quello dei trasporti congestionati. Pertanto la decisione di chiudere gli istituti superiori e ricorrere alla didattica a distanza per la scuola, che in Lombardia sarà totale, pare sia dovuta alla necessità di limitare la circolazione delle persone. Proprio su questo punto la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina non si trova d’accordo con i governatori e chiede proprio alla Lombardia di rivedere le sue posizioni.
Scuola: didattica a distanza da lunedì 26 ottobre
A scuola si torna così alla didattica a distanza dal prossimo lunedì 26 ottobre. In Lombardia sarà totale per le sole scuole superiori come da ordinanza del presidente della Regione Fontana, che ha deciso anche per il coprifuoco.
Nel caso lombardo i ragazzi dai 14 anni in su che frequentano la scuola secondaria di II grado dovranno seguire le lezioni interamente in modalità a distanza. A seguire il Pirellone anche il presidente della regione Liguria Giovanni Toti che ha imposto la didattica a distanza per la scuola al 50% coinvolgendo, anche in questo caso come da DPCM del 18 ottobre, solo i ragazzi delle scuole superiori.
Già si parlava di un ulteriore cambiamento per la scuola già dalla prossima settimana con un nuovo DPCM per ritardare l’orario d’ingresso degli studenti delle superiori.
Intanto per il momento restano le ordinanze regionali: a seguire anche Piemonte e Lazio, dove anche qui la scuola dovrebbe ricorrere alla didattica a distanza al 50%, ma le prime classi, sempre delle superiori, verrebbero risparmiate.
Scendendo più a Sud il presidente della regione Puglia Michele Emiliano ha inviato una lettera alla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina in cui chiede di adottare delle forme flessibili di didattica alle scuole superiori ricorrendo anche la Dad. Anche in Puglia quindi da lunedì verrà ripristinata la didattica a distanza al 50% per le ultime tre classi delle scuole superiori e le misure saranno valide almeno fino al 13 novembre.
Altra Regione che potrebbe ripristinare la didattica a distanza, ma totale anche per la scuola media è la Calabria e le disposizioni dovrebbero valere per due settimane. Anche in Umbria, Marche e Basilicata (qui da oggi) si è optato per la scuola con la didattica a distanza al 50% negli istituti superiori a partire dal prossimo lunedì 26 ottobre e per le prossime due settimane. Nelle Marche riguarderebbe solo le ultime tre classi delle superiori. Ancora poco si sa sulle sorti delle scuole campane.
Come si legge nell’ultimo DPCM e anche nella nota del Miur seguente infatti, solo con comunicazione al ministero da parte delle Regioni, Comuni o autorità sanitarie delle situazioni critiche di contagio in specifici contesti territoriali, le scuole superiori possono adottare forme flessibili di didattica, quindi quella a distanza in alternativa a quella in presenza.
Scuola e didattica a distanza: le reazioni
Sulla didattica a distanza per la scuola da lunedì, totale in Lombardia, pronte sono state le reazioni degli addetti ai lavori. In primis Lucia Azzolina che con una lettera al presidente della Regione Lombardia ha chiesto almeno di seguire quanto disposto dall’ultimo DPCM e di trovare altre soluzioni. Al momento il problema, specie nelle grandi città, sono i mezzi di trasporto affollati.
I suoi colleghi di governo, PD e 5Stelle si sono espressi in merito non appena Fontana ha emesso l’ordinanza ritenendo che la scelta del presidente della Lombardia di adottare la didattica totale nelle scuole superiori dal prossimo lunedì sia stata la più comoda; secondo gli avversari politici avrebbe potuto incrementare i trasporti o anche scegliere per orari d’ingresso su turni dalle 9 o anche lezioni nel pomeriggio.
A esprimersi sulla questione anche il presidente dell’Associazione Nazionale Presidi Antonello Giannelli che ha dichiarato:
“La decisione della Lombardia di imporre la Dad a tutte le scuole superiori non è condivisibile perché pregiudica l’autonomia scolastica senza una vera ragione: le scuole non sono focolai di contagio. Ancora una volta la politica dimostra, con i fatti, di non attribuire alla scuola quella funzione centrale per il Paese di cui aveva tanto parlato nei mesi scorsi”
E ha continuato:
“Si comprime il diritto allo studio in presenz a che per mesi, durante il lockdown, era stato ritenuto intoccabile. Salvo ignorarlo a seguito della mancata riorganizzazione del trasporto pubblico locale. Auspico che questa decisione non inneschi una sorta di effetto domino sulle altre Regioni.”
E anche dai sindacati arriva molta preoccupazione sulla decisione della Regione Lombardia, preceduta solo dalla Campania, per la didattica a distanza nelle scuole superiori da lunedì. È necessario rivedere le modalità in termini di contrattazione.
Nonostante le ordinanze regionali, le prossime ore potrebbero essere cruciali per le scuole, la didattica a distanza potrebbe essere ampliata ancora e potrebbero aderire anche le Regioni che fino a questo momento sono rimaste in silenzio.
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