Il Ministro dell’Istruzione Bianchi rassicura sui dati dei primi giorni di rientro a scuola, ma nei social i sentimenti dominanti sono la rabbia e la paura nei confronti della Dad.
Il popolo del web, ovvero la nuova piazza digitale nella quale tutti discutono di tutto, si è gettata da tempo sul dibattito della Dad, in particolare nei gruppi di dirigenti scolastici, docenti e personale ATA.
Il sentimento generale è quello della disapprovazione, della paura di un isolamento generale e non solo relativo ai casi di positività e, nel dettaglio, molto favorevole all’eliminazione del green pass.
Dall’altra parte il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi rassicura: i numeri di classi in isolamento e quindi in Dad sono poche, ma soprattutto non è previsto un ritorno al 100% alla didattica a distanza.
Chi ha paura della Dad?
Banalmente, chi ha paura della Dad? Tutti, da studenti a docenti, fino ai genitori, soprattutto quelli impiegati e che non hanno la possibilità di seguire i figli a casa.
La situazione è critica, almeno sul web, dove queste preoccupazioni emergono con forza nei commenti, sotto gli articoli, nelle conversazioni di sfogo tra docenti e genitori.
A non voler tornare in Dad sono soprattutto gli studenti e le studentesse di ogni ordine e grado, che non solo hanno perso molto da punto di vista educativo nei precedenti anni di scuola, ma anche a livello umano e di socializzazione.
Il dramma dei presidi con la Dad
Sembra però che una categoria in particolare si stia facendo sentire e no, non sono i genitori. Sono infatti i presidi delle scuole che fanno notare le incongruenze di questo ritorno in classe. Primo dei problemi è la mancanza di dialogo con il Governo, denunciato da Cristina Costarelli, Presidente dell’associazione nazionale presidi di Roma.
Sempre Costarelli fa notare che la quarantena diversificata rappresenta un grosso ostacolo alle lezioni e al programma:
La stessa quarantena diversificata (7 giorni per i vaccinati, 10 per i non vaccinati) crea disagi alle scuole e alla fine per ogni quarantena si perdono due settime di attività scolastica, perché certamente il docente non può andare avanti con i programmi se ha pochi ragazzi in classe.
Dati sulla Dad: rabbia e disapprovazione da destra ed estrema destra
L’Agenzia Giornalistica Italia (AGI) ha incrociato i commenti degli utenti del web e dei maggiori social, con alcune parole chiave: vaccini, Dad, green pass. Da questo lavoro emergono due aspetti: il primo è un generale sentimento di disapprovazione, il secondo è lo spiccato orientamento a destra dei profili che trattano e/o commentato questi temi.
Potremmo pensare che ci sia disinteressa da parte di un certo orientamento politico, ma sembra più sensato pensare che determinati partiti stiano cavalcando la polemica per generare tali sentimenti e disordini.
Una voce controcorrente dall’Università
Dal generale sentimento di sfiducia verso il Governo, le sue iniziative per evitare la diffusione del virus, delle sue varianti e di conseguenze di nuove chiusure, emerge una voce dissonante.
Inutile ribadire le parole rassicuranti di Patrizio Bianchi, Ministro dell’Istruzione, perché queste possono essere facilmente aggirate dai dati sul numero delle classi in isolamento, ovvero un centinaio su 400 mila (poche, ma che sembrano sempre troppe con una giusta narrazione).
No, la voce controcorrente è quella di alcune università, dove gruppi di studenti stanno promuovendo un volantino digitale che prevede lezioni in presenza e lezioni in Dad. Entrambe le forme di insegnamento sono considerate valide e, mantenendo entrambi gli strumenti, l’università sarebbe un luogo più inclusivo.
Infatti non tutti possono partecipare in presenza. C’è chi non ha affittato casa per mancanza di sicurezza o problemi economici, chi non può frequentare in presenza per motivi di salute etc. Controproducente, spiegano questi studenti, perdere due anni di finanziamenti e aggiornamenti sulla Dad.
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