Settore auto in Europa, cosa aspettarsi? Perché c’è pessimismo

Violetta Silvestri

12 Settembre 2024 - 12:50

Quale futuro per il settore automobilistico in Europa? Gli analisti si interrogano sulle sfide del comparto in crisi e su quanto esporsi alle azioni delle case europee.

Settore auto in Europa, cosa aspettarsi? Perché c’è pessimismo

Il settore automobilistico è in crisi in Europa per una serie di motivi che molto hanno a che fare con una rivoluzione in corso legata a politiche ambientali, energetiche e sul commercio internazionale.

Tutto il comparto del vecchio continente è chiamato a cambiare strategia dinanzi a sfide nuove che interrogano sull’inefficienza della struttura industriale europea attuale e sull’urgenza di innovazione.

È stato un anno difficile per le auto e la promettente ripresa dalla pandemia di Covid sembra ormai lontana. Lo Stoxx 600 Autos & Parts Index è il secondo sottosettore con le peggiori performance in Europa dopo l’industria mineraria, afflitto da una domanda debole, dalla pressione sui margini e dalle tensioni commerciali della regione con la Cina.

L’indicatore è crollato del 24% dal picco di aprile, toccando il minimo di 10 mesi questa settimana. Volkswagen, il più grande produttore di automobili della regione, è ora scambiato al suo livello di valutazione più basso mai registrato. Ma non è solo il marchio tedesco a soffrire. Le valutazioni di mercato dei principali produttori come BMW AG, Mercedes-Benz AG, Porsche, Stellantis, Renault sono a livelli minimi record o prossimi.

In questo contesto, gli investitori hanno previsto per le case automobilistiche europee prospettive fosche, ma la realtà si sta lentamente rivelando addirittura peggiore del previsto. Cosa aspettarsi?

Tutti i nodi del settore auto in Europa

Il settore automobilistico europeo lotta con una domanda lenta, in particolare nel mercato chiave cinese, mentre le aziende stanno affrontando una forte concorrenza sui veicoli elettrici da parte dei produttori della nazione asiatica.

Una disputa commerciale tra Cina e Unione europea, così come limiti di emissione Ue più severi per il 2025 che potrebbero portare a miliardi di multe, stanno aggiungendo problemi al settore secondo le approfondite analisi.

“Il settore non è ancora arrivato al punto di riprendersi in modo sostenibile, anche se un breve rimbalzo è sempre possibile”, ha affermato Wolf von Rotberg, stratega azionario presso Bank J Safra Sarasin. “È il culmine di un cambiamento strutturale nel mercato stesso, con problemi interni e la prospettiva di una flessione ciclica che potrebbe ulteriormente pesare sulla domanda e sugli utili”.

Il dott. Cyrus de la Rubia, economista capo della Hamburg Commercial Bank, ha evidenziato le principali sfide che affliggono i produttori di automobili tedeschi: “Il fattore più significativo che ha un impatto sul settore manifatturiero tedesco è la crescente perdita di quote di mercato globale dei produttori tedeschi di automobili e macchinari a favore dei concorrenti in Cina. Purtroppo questo problema è destinato a perdurare”.

Come mostra l’ultimo Global EV Tracker della Bank of America, ripresa da un’analisi di Euronews, nel 2024 tutte le case automobilistiche europee hanno visto diminuire le loro quote di mercato nei veicoli elettrici a batteria.

La quota di Stellantis è scesa dal 4,0% di un anno fa al 2,7% di luglio, mentre quella quota di Volkswagen è passata dal 7,5% al ​​6,6%, con Mercedes-Benz che ha visto la sua quota ridursi ad appena l’1,9%.

Un’altra sfida è l’elevato costo dei veicoli elettrici rispetto alle auto con motore a combustione interna.

Nonostante i costi di gestione più bassi, il prezzo di acquisto iniziale dei veicoli elettrici a batteria rimane circa il 20% più alto rispetto a quello dei veicoli con motore a combustione interna nei principali mercati come Germania e Francia, anche dopo i sussidi governativi. Questo fattore, unito ai rapidi progressi nella tecnologia dei veicoli elettrici, ha portato a un deprezzamento più rapido dei modelli più vecchi, scoraggiando ulteriormente l’adozione diffusa dei veicoli elettrici.

Mentre l’Europa è alle prese con le incertezze macroeconomiche e la forte concorrenza dell’Asia, le sue case automobilistiche si trovano ad affrontare una dura battaglia per riconquistare la fiducia del mercato.

Cosa aspettarsi? Il pessimismo degli analisti

Il mercato automobilistico europeo in generale è gravato dalle incertezze politiche, dall’aumento dell’inflazione e dai tassi di interesse più elevati, tutti fattori che incidono sulla spesa dei consumatori.

Il produttore tedesco di fascia alta BMW ha emesso un profit warning martedì, infliggendo un altro colpo al settore dopo che i colleghi Volkswagen e Porsche AG avevano già tagliato le loro previsioni per quest’anno. E le cose potrebbero non essere ancora finite, con poche luci per le case automobilistiche, secondo gli analisti di Morgan Stanley tra cui Javier Martinez de Olcoz Cerda.

Siamo solo all’inizio di un lungo ciclo di margine negativo, hanno affermato. Le case automobilistiche sono il settore più economico in Europa, scambiate a soli 5,4 volte gli utili futuri in media. Si tratta di uno sconto qusi da record del 60% rispetto al più ampio Stoxx Europe 600. La fiducia nel valore della loro attività è stata erosa a tal punto che ora vengono scambiate a circa il 40% di sconto rispetto al loro valore contabile futuro, il limite inferiore di un intervallo di 20 anni.

Di sicuro, il settore è stato il meno preferito in Europa nel sondaggio di agosto condotto da Bank of America Corp. sui gestori di fondi. Di recente, i venditori allo scoperto hanno anche girato attorno a Volvo Car AB e Porsche.

Ulteriori pesanti vendite recenti hanno dimostrato che gli investitori non hanno ancora finito di ridurre l’esposizione e potrebbero essere sensibili a ulteriori cattive notizie, secondo Marija Veitmane, stratega senior multi-asset presso State Street Global Markets.

“In linea di massima, non ci aspettiamo che i prezzi inizino a rimbalzare finché le prospettive di guadagno non miglioreranno”, ha affermato. “Per ora, i declassamenti degli utili superano nettamente gli upgrade, quindi un’ulteriore sottoperformance”.

Il percorso di ripresa e ristrutturazione per il comparto auto appare lungo e finora incerto.

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