Uno studio presentato da EY certifica il ruolo cruciale che il Pnrr può ricoprire per il Paese secondo le aziende, ma allo stesso tempo evidenzia le preoccupazioni per i tempi d’attuazione del piano.
La guerra in Ucraina non ha cambiato le prospettive delle aziende e la loro visione del Pnrr, sempre cruciale per la ripresa economica italiana. A certificarlo è uno studio presentato da Ernst & Young in occasione del EY Law Summit che si è tenuto a Roma il 23 maggio.
Il Piano nazionale di ripresa e resilienza è tornato al centro della discussione politica nelle ultime settimane: dopo l’invasione russa dell’Ucraina e la crisi energetica, infatti, molti attori hanno iniziato a chiedere di aprire una riflessione sul piano e su eventuali modifiche.
Ma, come certifica lo studio di EY, le aziende italiane puntano ancora sul Pnrr e hanno fiducia nella sua attuazione da parte del governo. Ben l’84% degli amministratori delegati ritiene che sia un’occasione unica per il rilancio del Paese, pur emergendo preoccupazioni sulle tempistiche di realizzazione.
Le aziende italiane e il Pnrr
Gli amministratori delegati sono ormai abituati alle ondate di crisi, dalla pandemia al Pnrr: “La crisi è diventata quasi la normalità”, spiega Stefania Radoccia, managing partner studio legale tributario EY. Radoccia spiega a Money.it cosa sta avvenendo nelle aziende:
“I ceo stanno vivendo un’altra fase di ristrutturazione e riorganizzazione delle loro aziende. Prima c’è stato il Covid, adesso la guerra che ha fatto alzare il prezzo dell’energia e delle materie prime, l’inflazione al 6,5%. Mentre prima si prospettava una crescita al 6% e un ulteriore rimbalzo del 4% che andava a recuperare completamente le perdite di Pil durante la pandemia, adesso questo nuovo stop and go ha creato e sta creando dei problemi strutturali all’interno delle aziende. Si parla di un periodo di recessione. Quindi i ceo stanno già riorganizzando le loro aziende, però c’è ancora una fiducia molto alta nel governo per l’applicazione del Pnrr”.
E qui si arriva ai dati presentati da EY, con oltre l’80% degli amministratori delegati che ritiene che il Pnrr sia “fondamentale per la ripresa del Paese. Anche se c’è una minoranza che ha dei dubbi sul fatto che il governo riuscirà a stare nei tempi con l’implementazione del piano e questo lo abbiamo sentito un po’ anche dagli stakeholder oggi. Speriamo che si sbaglino”.
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Le nuove sfide del Pnrr
Il rischio che qualcuno paventa è che il Pnrr sia stato già superato dalle nuove sfide e dalla crisi energetica, per esempio. Un argomento di discussione, ma che per Radoccia al momento non si è realizzato: “Superato spero di no, perché i temi che sono alla base del Pnrr sono le urgenze del Paese: digitalizzazione, nuove tecnologie, sostenibilità. Sono un’urgenza. Quello di cui si sta discutendo è avere una deroga sui tempi, che sarebbe ragionevole rispetto a questo nuovo inciampo della guerra in Ucraina che speriamo duri poco”.
Lo studio di EY prende in considerazione anche quelle che sono, per le aziende, le sfide più urgenti per il futuro. Si parte dalla privacy e la sicurezza dei dati (83%), per arrivare poi alla sostenibilità (71%), alla comunicazione d’impresa (69%) e alla tecnologia e alla digitalizzazione (55%).
Il punto di vista legale per le aziende
L’evento organizzato da EY prende in considerazione soprattutto l’approccio legal delle aziende e le nuove sfide che derivano non solo dal Pnrr. Radoccia spiega come, da questo punto di vista, “le riforme siano necessarie per la ripartenza del Paese: senza le riforme non siamo attrattivi, abbiamo troppo burocrazia, i processi sono troppo lunghi. Se facciamo un confronto, per recuperare un credito in Francia ci vuole la metà del tempo rispetto all’Italia, la stessa cosa per aprire un’azienda. Tutta una burocrazia, una sovrastruttura, che non giova a questo Paese”.
Per questo motivo, spiega ancora Radoccia, “il ruolo del legal counsel diventa sempre più strategico, perché ci sono vari cambiamenti normativi sul tavolo. Avere un legal counsel sempre più strategico, che fa strategie sempre più predittive per l’amministratore delegato, è fondamentale”.
La partita politica sul Pnrr e il richiamo del governo
Il convegno di EY ha ospitato anche l’intervento del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Roberto Garofoli, il quale ha reiterato le raccomandazioni del governo per una veloce approvazione di alcune misure urgenti e necessarie per la realizzazione del Pnrr.
Garofoli ha ricordato come l’invasione russa dell’Ucraina abbia modificato radicalmente lo scenario geopolitico, ma anche economico e sociale: “Eravamo di fronte a una crescita forte, oggi siamo di fronte a una forte frenata e il Pnrr è uno strumento strutturale per ribilanciare gli effetti della crisi:
saranno possibili aggiornamenti del piano, ma occorre profondere ogni sforzo per la sua attuazione, questo è un punto chiave per l’azione di governo”.
Garofoli ne ha approfittato per tornare sulla ramanzina di Mario Draghi alla maggioranza, ricordando che il Parlamento sarà decisivo, proprio a partire da temi come quello sulla concorrenza. Ma i tempi devono essere rapidi: “La crescita dell’economia italiana presuppone che il piano delle riforme e degli investimenti sia attuato e per questo il governo avverte la forte responsabilità di evitare passi falsi e distrazioni. Serve il massimo impegno per raggiungere i 45 obiettivi di giugno e questo spiega il richiamo sulla concorrenza che il governo ha sentito la necessità di fare”.
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