Tassare 5 euro al pacchetto le sigarette per disincentivare la vizio del fumo e per finanziare la Sanità. Ecco cosa potrebbe entrare in Legge di Bilancio.
Una tassa di 5 euro per ogni pacchetto di sigarette potrebbe entrare nella Legge di Bilancio 2025. Una sorta di tassa di scopo in manovra volta a finanziare il Sistema Sanitario Nazionale. Con questo aumento si potrebbero portare nelle casse dello Stato 13,8 miliardi di euro da destinare alla Sanità.
La campagna è stata lanciata dal’Aiom (Associazione Italiana di Oncologia Medica) con la Fondazione Aiom e Panorama della Sanità: la richiesta è quella di aumentate di 5 euro ogni pacchetto di sigarette venduto con un duplice obiettivo:
- disincentivare dall’abitudine del fumo;
- sostenere il SSN.
La richiesta di tassare le sigarette
«Chiediamo alle Istituzioni di approvare una tassa di scopo. L’obiettivo è ridurre il consumo di tabacco e disporre di ulteriori risorse, fino a 13,8 miliardi, da destinare al finanziamento del Ssn. Il tabagismo è un fattore di rischio anche per altre neoplasie, per malattie cardiovascolari e respiratorie» ha spiegato il presidente Aiom Francesco Perrone.
Solo in Italia si contano ogni anno 93.000 morti per il fumo con costi di oltre 26 miliardi di euro.
In Italia sono quasi 40mila i nuovi casi di tumore al polmone contati nel 2023, il 24,5% degli adulti fuma. Da questi numeri prende il via la campagna #SOStenereSSN per sostenere il Sistema Sanitario Nazionale e sensibilizzare sui danni che il fumo provoca.
La tassa sul fumo
Applicare una tassa sul fumo, direttamente sul pacchetto venduto, di 5 euro, potrebbe disincentivare all’acquisto delle sigarette e, laddove non lo facesse, aiutare la sanità in Italia. Basti pensare che in Francia già un pacchetto di sigarette si aggira sui 12 euro e anche negli Usa non si compra a meno di 8 dollari.
Secondo un’indagine svolta nel 2024 il 62% degli italiani si dice favorevole alla tassa sul fumo per disincentivare all’uso. Basti pensare che con un aumento del 10% si è registrata una riduzione del 4% dei consumi. In questo caso l’aumento sarebbe quasi del 100% (alcuni pacchetti di sigarette costano poco più di 5 euro).
Già nel 2014 era stata presentata una misura simile dall’allora ministro della Salute Beatrice Lorenzin che si era scontrata con la resistenza dell’Agenzia delle Entrate e del Ministero dell’Agricoltura. In realtà, però, non si tratta di una tassa e proprio per questo l’Agenzia delle Entrate non dovrebbe avere voce in capitolo: si tratta di uno strumento di politica sanitaria che pensa non solo alla salute dei cittadini ma anche ai conti del SSN. Magari 10 anni dopo la prima proposta si è capito che potrebbe essere proprio questa la strada giusta.
Emendamenti in Legge di Bilancio
Maria Domenica Castellone, vicepresidente del Senato, ha già annunciato che provvederà a presentare emendamenti sulla tassazione delle sigarette nella prossima legge di bilancio. «Ho presentato un emendamento per aumentare il costo delle sigarette e dei prodotti da fumo, come già accade in altri Paesi. Potremmo così generare oltre 13 miliardi di euro di entrate da investire nel potenziamento del SSN e in campagne di sensibilizzazione sui rischi del fumo, rivolte soprattutto ai giovani. La tutela della salute è sancita dalla nostra Costituzione, e dobbiamo fare tutto il possibile affinché essa venga rispettata».
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