Silvergate fa tremare le banche italiane, crollano Intesa Sanpaolo e Unicredit

Claudia Cervi

10/03/2023

L’effetto Silvergate si fa sentire sulle banche italiane: Intesa Sanpaolo, Unicredit, Bper e altre banche registrano un forte calo a seguito della notizia. Cosa sta succedendo e quali conseguenze?

Silvergate fa tremare le banche italiane, crollano Intesa Sanpaolo e Unicredit

Le banche italiane sono state scosse da un evento che ha fatto tremare i mercati. L’annuncio della perdita di 1,8 miliardi di dollari da parte della holding di controllo di SVB Financial, una banca californiana, ha scatenato un effetto domino che ha portato alla caduta delle quotazioni di molte banche italiane, tra cui Intesa Sanpaolo, Unicredit, Bper e altre ancora.

L’effetto Silvergate ha generato preoccupazioni e incertezze sul futuro del sistema bancario italiano e sulle implicazioni che potrebbe avere sulle economie europee e mondiali. In questo articolo, analizziamo nel dettaglio cosa è successo e le possibili conseguenze dell’evento.

Silvergate, effetto domino sulle banche

I mercati finanziari globali sono stati scossi ieri dalla notizia dell’annuncio di una maxi perdita da parte di SVB Financial, la holding di controllo di una banca californiana, e dell’aumento di capitale da 2,25 miliardi di dollari. Questo ha causato un forte calo delle quattro banche più grandi degli Stati Uniti, che hanno registrato perdite significative in una sola seduta, con una perdita totale di 47 miliardi di dollari di capitalizzazione. Goldman Sachs è scesa del 2%, mentre JpMorgan ha registrato un calo del 5,4%.

Charles Schwab ha subito una forte caduta in borsa, perdendo il 9,3% del proprio valore. Tale ribasso è stato causato dalla vendita di un grosso blocco di 8,5 milioni di azioni e probabilmente anche dall’esposizione del broker ai conti sweep, una pratica bancaria utilizzata per massimizzare i rendimenti dei conti correnti dei clienti. Tale esposizione ha suscitato preoccupazioni riguardo ai rischi di potenziali perdite che potrebbero derivare da questa pratica bancaria, mettendo ulteriormente sotto pressione il titolo di Wall Street.

L’effetto a catena di questi ribassi si è già esteso anche alle banche italiane.
A Piazza Affari, Unicredit segna -3,4%, Intesa Sanpaolo -3,2%, Banco Bpm -3,4%, Bper -4,1%, Mediobanca -2,6%, Mps -3%).

Il caso Silvergate

Vediamo ora nel dettaglio cos’è il «caso Silvergate». La banca californiana Silvergate ha annunciato la chiusura di Silvergate Bank e la vendita di alcuni asset per ripagare i debiti del bilancio. La decisione è stata presa dopo il crollo dei depositi, che sono passati da 8,1 miliardi a 3,8 miliardi nel quarto trimestre. La banca ha dichiarato di rimborsare completamente tutti i depositi. La scorsa settimana, Silvergate aveva annunciato un ritardo nella presentazione del suo rapporto annuale alla Sec, causando il crollo del titolo a Wall Street.

La notizia delle perdite significative registrate da SVB Financial ha suscitato preoccupazioni circa i possibili rischi associati ai grandi portafogli obbligazionari detenuti da altre banche statunitensi. Durante la pandemia di coronavirus, molte banche hanno investito i depositi ricevuti in titoli a lunga scadenza, la maggior parte dei quali sono titoli del Tesoro.

Tuttavia, il valore di tali partecipazioni è diminuito drasticamente nell’ultimo anno in seguito all’aumento dei tassi di interesse.

Ciò potrebbe rappresentare una minaccia per le banche, poiché potrebbero essere costrette a vendere in perdita tali titoli per raccogliere liquidità in caso di necessità. Questa situazione potrebbe avere un impatto sui mercati finanziari e sulla stabilità del sistema bancario in generale.

L’attuale amministrazione Usa sta monitorando la situazione del mondo crypto dopo il crac di Ftx, la piattaforma crypto di Sam Bankman-Fried. Questa situazione ha contagiato le grandi banche americane e ha causato la perdita totale di 47 miliardi di dollari di capitalizzazione.

Inoltre, il prezzo del Bitcoin è sceso a causa dei timori degli investitori che stanno cercando di smobilizzare le loro posizioni. Il sentiment prevalente è di cautela in vista dei dati macroeconomici degli Stati Uniti che verranno rilasciati nel pomeriggio. Questi dati comprenderanno informazioni importanti sul mercato del lavoro a febbraio (Nonfarm Payrolls), che la Fed utilizzerà per prendere decisioni sulla politica dei tassi di interesse.

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