Washington ha chiesto ad Ankara di interrompere le azioni militari e ha annunciato sanzioni in caso di fuoco indiscriminato contro i civili
Arriva lo stop degli USA ad Ankara. Washington ha annunciato sanzioni per la Turchia nel caso l’esercito metta in atto “pulizia etnica” nei confronti del popolo curdo e fuoco indiscriminato contro i civili. Intanto il governo di Erdogan ha lanciato l’offensiva di terra in Siria.
Siria, USA chiedono stop attacco
Dopo aver sostanzialmente “dato il via” all’attacco nella Siria del Nord con il ritiro delle truppe statunitensi, gli Washington ci ripensa e “incoraggia fortemente” la Turchia a concludere l’operazione militare. Altrimenti, afferma il Pentagono, Ankara “rischia gravi conseguenze”.
Ma un’immediata reazione degli Stati Uniti resta ancora incerta per via dei segnali contrastanti forniti in questi giorni dal presidente Donald Trump. Quest’ultimo, nei giorni scorsi, ha cercato di mitigare le azioni della Turchia dicendo che i turchi e i curdi sono in battaglia da secoli e, in maniera piuttosto eccentrica, anche affermando che i curdi non hanno aiutato gli Stati Uniti nello sbarco in Normandia, durante la Seconda Guerra Mondiale.
Possibili sanzioni USA contro Turchia
Il ministro della Difesa statunitense Mark Esper, comunque, ha tracciato una linea che la Turchia non deve superare, a pena di sanzioni. Questa comprende, appunto, operazioni di pulizia etnica e “fuoco di artiglieria e aereo diretto contro la popolazione civile”.
Queste ultime, secondo numerose fonti, ammontano già a 11, ma il Pentagono ha detto di non aver “visto finora esempi significativi”.
La risposta più decisa degli Stati Uniti arriva dopo la minaccia del presidente turco Recep Tayyip Erdogan di “aprire le porte” dell’Europa ai rifugiati siriani (quasi 4 milioni di persone).
Erdogan punta a creare una “safe zone” sotto il controllo turco in cui riportare i profughi siriani. La zona è attualmente controllata dalle Forze Democratiche Siriane (SDF) capitanata dalle milizie curde dell’YPG che hanno combattuto contro l’ISIS.
Secondo l’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani, finora sono stati uccisi 23 combattenti dell’SDF e otto civili. Il ministro della Difesa di Ankara ha comunicato che è morto anche un primo soldato turco, durante uno scontro con le YPG (Unità di Protezione del Popolo): “Il nostro fratello d’armi è caduto da marte il 10 Ottobre in uno scontro contro i terroristi delle YPG nella zona dell’operazione Fonte di Pace”.
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