I tassi esplodono, il sistema Europa anche. E il Recovery energetico è chimera mortale

Mauro Bottarelli

10/10/2022

La Bank of England espande di nuovo il programma di sostegno, in Germania la SPD vince le elezioni grazie al fondo di sostegno e la Francia si prepara ai nuovi Gilet gialli. Qui si vive di illusioni

I tassi esplodono, il sistema Europa anche. E il Recovery energetico è chimera mortale

Se il buongiorno si vede dal mattino, per capire cosa ci attende in questa settimana esiziale per la nascita del nuovo Parlamento e del nuovo governo basterebbe il dato giunto con il pre-market americano:

Andamento del tasso sul benchmark immobiliare statunitense (mutuo a 30 anni) Andamento del tasso sul benchmark immobiliare statunitense (mutuo a 30 anni) Fonte: Bloomberg/Zerohedge

il tasso sul mutuo trentennale, il canarino nella miniera di ogni bolla real estate statunitense, ha appena raggiunto il sobrio livello del 7,11%. E, apparentemente, con la Fed che promette ulteriori rialzi record nei due meeting rimanenti del 2022, quelli di novembre e dicembre. Già così, verrebbe da chiudere le imposte, spegnere tv e luce e tornare a letto.

Ma c’è di peggio. E molto più vicino a noi. Perché come accompagnamento al caffè o al tea dei sudditi di Sua Maestà, la Bank of England ha sentito l’obbligo di emanare un bel comunicato stampa nel quale rendeva noto l’aumento delle misure tese a ripristinare il buon funzionamento di mercato, fra cui - udite udite - l’attivazione di una facility repo temporanea per l’ampliamento della platea di collaterale. Tradotto, forniture di liquidità illimitata ai fondi pensione che, nonostante le svendite di assets dell’ultima settimana, stanno ancora affrontando sfide mortali con le margin calls. E non basta, perché dopo aver aumentato da 65 a 100 miliardi di sterline il controvalore potenziale di acquisti di titoli di Stato, la Banca centrale britannica ha appena comunicato l’intenzione - se necessario - di espandere il volume degli acquisti quotidiani. Tradotto, il sistema finanziario britannico sta scricchiolando. E in modalità 1992.

E se nemmeno gli accadimenti britannici dovessero essere sufficienti ad allarmare il nostro inizio settimana, stante il Brexit, ecco che questo grafico

Risultato delle elezioni in Bassa Sassonia del 9 ottobre 2022 Risultato delle elezioni in Bassa Sassonia del 9 ottobre 2022 Fonte: ZDF

avvicina ulteriormente a livello geografico l’epicentro della crisi. La Germania sta tramutandosi in un’Italia con i conti in ordine, stante il risultato delle elezioni di ieri in Bassa Sassonia, dove l’SPD del cancelliere Olaf Scholz ha stravinto e costretto la CDU all’umiliazione del dato peggiore da 60 anni. E non basta, perché al buon dato dei Verdi, ormai divenuto unico partito percepito come di sinistra e di opposizione formale al sistema, va unito l’exploit della destra euroscettica di Alternative fur Deutschland, salita abbondantemente in doppia cifra.

E se quest’ultima è da sempre critica con la politica filo-cicale della Bce, il risultato della SPD è chiaramente ascrivibile allo strappo del governo tedesco proprio in sede europea a livello di politiche energetiche. Tradotto, Scholz ha vinto grazie al fondo di sostegno per le bollette. E questo altro grafico

Andamento del rendimento sulla mortgage-backed security tedesca a 10 anni Andamento del rendimento sulla mortgage-backed security tedesca a 10 anni Fonte: Bloomberg

mostra anche il perché: i rendimenti dei pfandbrief, la versione tedesca degli MBS statunitensi, hanno raggiunto il livello massimo dal 2011, Insomma, su un mutuo decennale i cittadini devono pagare quasi il 4%, ovvero quattro volte in più rispetto a inizio anno. E, come conseguenza, nel medesimo arco temporale il volume di prestiti immobiliari in Germania è crollato del 16%.

Ma se anche la Germania appare un pianeta remoto, ecco che questa immagine e questo video

Mappa delle criticità registrate nelle stazioni di servizio francesi Mappa delle criticità registrate nelle stazioni di servizio francesi Fonte: BFMTV

ci portano dai nostri dirimpettai francesi. I quali, mentre ad Hannover si sanciva la vittoria dell’anti-europeismo e delle soluzioni nazionali ai problemi, prendevano atto dal ministero dei Trasporti che la percentuale di distributori a secco di carburante a livello nazionale era salita al 29,7% dal 21% del giorno precedente.

E cosa è accaduto in Francia l’ultima volta che si sostanziò una crisi sul costo del carburante, seppur per ragioni differenti dalla crisi energetica attuale? La nascita dei Gilet gialli. Seguita da mesi e mesi di paralisi e scontro sociale. Pensate che Emmanuel Macron sia intenzionato a correre un rischio simile per la seconda volta in cinque anni, a fronte proprio di una situazione nelle stazioni di servizio dovuta agli scioperi a oltranza nelle raffinerie che la potente CGT ha già indetto da settimane contro il caro-vita e per adeguamenti salariali all’inflazione? Pensate che si mostrerà molto solidale ed europeista in occasione dell’ennesimo vertice risolutivo, quello del 20 ottobre che dovrebbe porre rimedio al nulla totale ottenuto a Praga per l’opposizione proprio della Germania in versione pre-elettorale?

I giornali italiani di oggi, qualunque sia il loro orientamento, sono pieni di appelli bipartisan per la nascita immediata di un Recovery Fund energetico sul modello di quello designato dall’Ue nella lotta al Covid. L’ennesima chimera del governo Draghi, insomma. Questa volta, però, potenzialmente mortale per un Paese alle prese con un caro-bollette che sta già facendo strage di aziende e risparmi privati e con uno stock di debito che non consente alcuno scostamento di bilancio in modalità tedesca. Occorrerebbero soluzioni drastiche. E un muro contro muro a livello europeo di quelli epici. Anche ricorrendo a colpi bassi e minacce, stante il carico di BTP ancora in pancia alle banche francesi e nel bilancio Bce. Ma visti i toni europeisti imposti dal Quirinale al nascente governo, meglio prepararsi. Al peggio. E a uno shopping estero degno del Britannia. Ops...

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