Smart working, nuove regole dopo l’emergenza Covid-19. Sono diverse le proposte all’esame della Camera e, tra le novità, si prevede la riduzione delle tasse in busta paga e sgravi per le imprese.
Smart working in cerca di regolamentazione: si lavora al post emergenza Covid-19, prevedendo un insieme di agevolazioni fiscali per lavoratori e imprese.
È partito alle fine del mese di luglio l’esame di più progetti di legge depositati in Parlamento, tra Camera e Senato, tutti incentrati sulla definizione di una normativa più attuale sullo smart working.
I mesi più bui della pandemia hanno reso necessario, ove possibile, il ricorso al lavoro a distanza, con regole semplificate rispetto a quanto previsto dalla normativa ordinaria. Lo smart working necessità però di essere regolamentato, ma anche incentivato.
Ed è proprio a tal fine che, tra le novità in campo, si lavora all’introduzione di agevolazioni fiscali in busta paga per i lavoratori e sgravi contributivi per le imprese. Facciamo il punto di alcune delle proposte in campo.
Smart working, meno tasse in busta paga e sgravi per le imprese: si lavora al post emergenza
Secondo lo studio “Quick survey Smart working 2.0” elaborato da Fondirigenti, il 54% delle aziende si è mostrato propenso a continuare ad utilizzare lo smart working anche nel post-emergenza, organizzando la settimana lavorativa metà in presenza e metà a distanza. Il 42% degli intervistati ha invece affermato di voler limitare il ricorso al lavoro agile e concludere definitivamente l’esperienza una volta terminato il periodo emergenziale.
È ad per ambedue le fette di imprese, e relativi lavoratori, che il Parlamento sta lavorando ad una nuova e più attuale regolamentazione del lavoro agile, per riconoscere più tutele ai dipendenti e parimenti incentivi alle imprese.
In particolare, è partito il 28 luglio 2021 in Commissione Lavoro della Camera l’esame di più proposte di legge, alcune presentate prima dello scoppio dell’emergenza Covid-19, volte a modificare e aggiornare la disciplina vigente.
Tra le novità in fase di definizione, accanto all’introduzione del diritto alla disconnessione e al riconoscimento di pari tutele tra smart worker e lavoratori in sede, spiccano le nuove agevolazioni fiscali rivolte sia ai lavoratori che alle aziende.
Partendo dalle proposte indirizzate ai dipendenti, si prevede di introdurre specifiche misure per la riduzione del cuneo fiscale. Lo smart working potrebbe quindi portare ad una riduzione delle tasse in busta paga, per effetto dell’esenzione IRPEF dei redditi prodotti.
Nel dettaglio, si prevede che i redditi da lavoro dipendente percepiti dai lavoratori neoassunti non concorrano alla formazione del reddito complessivo per un periodo di 36 mesi, 3 anni. La detassazione della busta paga opererebbe anche per i lavoratori già in forza, per un periodo di 4 anni, ma solo a patto di trasferire la residenza in piccoli comuni con meno di 5.000 abitanti.
Non solo agevolazioni sui redditi dei lavoratori, ma anche per le imprese. Sono due le misure previste:
- la riduzione del 4% dell’aliquota di contribuzione al Fondo pensioni lavoratori dipendenti
- la riduzione del 30% dei contributi previdenziali dovuti, per un periodo di tre anni
Smart working, agevolazioni per lavoratori e imprese: dal bonus PC fino a 600 euro al credito d’imposta per i beni strumentali
Alle agevolazioni fiscali in busta paga e agli sgravi contributivi, le proposte di legge all’esame del Parlamento affiancano specifici incentivi per le attrezzature necessarie allo svolgimento del lavoro in modalità agile.
Un vero e proprio bonus smart working, così strutturato:
- un credito d’imposta dal 6% al 40% per le imprese che effettuano investimenti in beni strumentali nuovi, destinati all’organizzazione e alle gestione del lavoro agile, nonché apparecchiature e software destinati ai lavoratori in smart working;
- un bonus fino a 600 euro, e pari al 60% della spesa, per i lavoratori che svolgono la prestazione lavorativa in modalità agile e che intendono acquistare PC e altri strumenti informatici.
Sono questi alcuni dei punti rilevanti, sotto il profilo fiscale, delle proposte di legge per la regolamentazione dello smart working dopo l’emergenza. Si resta in ogni caso in attesa della ripresa dell’iter di discussione per ulteriori dettagli.
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