In un contesto di mercati volatili ed economia globale incerta, c’è solo un dato che può dare chiarezza e indirizzare un rally o un tonfo azionario: ecco qual è secondo BofA.
I mercati finanziari viaggiano nella volatilità, con le azioni frenate nel rally o spinte verso ribassi anche profondi da un sentiment di incertezza sull’economia globale e, soprattutto, sul destino degli Usa.
In questo contesto, gli strateghi di Bank of America hanno una convinzione: c’è solo un dato macroeconomico che può indirizzare i mercati Usa, e non solo, verso guadagni o perdite. Si tratta dell’aggiornamento sull’occupazione negli Stati Uniti. Un aumento o un ribasso di questo dato influenzerà le prossime mosse Fed e darà quindi segnali indebolimento o rafforzamento alle azioni.
Il team guidato da Michael Hartnett ha affermato che ci sono diversi fattori di mercato in gioco a supporto sia delle narrazioni rialziste che di quelle ribassiste. Ma l’ambiguità potrà essere dissipata solo dai dati sul lavoro Usa.
Perché i mercati dipendono dall’occupazione Usa secondo BofA
Gli investitori sono più che mai divisi tra ottimisti e pessimisti sulle sorti economiche e finanziarie Usa e globali. E la volatilità azionaria delle ultime settimane ha confermato le incertezze dei trader.
L’analisi di Bank of America sottolinea proprio che mentre gli ottimisti affermano che i titoli tecnologici e dei semiconduttori, tra cui il leader di quest’anno Nvidia Corp., hanno rimbalzato dai livelli tecnici chiave, i pessimisti avvertono che “non può accadere nulla di buono” quando i rendimenti obbligazionari e i titoli bancari scendono contemporaneamente.
Una chiara direzione sui posti di lavoro Usa “risolverebbe l’ambiguità autunnale”, ha scritto Hartnett in una nota, dopo che le buste paga non agricole sono aumentate di 142.000 unità ad agosto, al di sotto delle aspettative degli economisti.
La prossima lettura sull’occupazione del Dipartimento del Lavoro è prevista per il 4 ottobre. Per ora, Hartnett ha detto di essere rimasto ottimista su obbligazioni e oro. Un dato ancora molto forte potrebbe frenare la svolta accomodante della banca centrale, mentre un risultato di debolezza sarebbe una spinta a diminuire il costo del denaro. L’entità dei movimenti, ovviamente, sarà cruciale. Balzi in avanti o in ribasso troppo profondi potrebbero generare timori di instabilità.
Ciò che ha ricordato l’analista è che le azioni statunitensi hanno oscillato da metà luglio, mentre i deboli dati sull’occupazione hanno sollevato preoccupazioni di recessione. Gli investitori sono quindi rimasti incerti anche sull’entità e le tempistiche dei possibili tagli dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve nei prossimi mesi.
Secondo i dati sugli swap, i trader scontano adesso riduzioni pari a oltre 100 punti base entro la fine del 2024, a partire da un taglio di un quarto di punto la prossima settimana.
Le decisioni della Fed saranno molto influenzate anche dall’andamento del mondo del lavoro, con un raffreddamento a suggerire tagli al costo del denaro. Come una catena di eventi, proprio lo stato di salute occupazionale influenzerà quindi le previsioni sull’economia Usa e l’andamento azionario.
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