Sondaggi elettorali e crisi di governo: chi vince se si torna a votare

Stefano Rizzuti

14 Luglio 2022 - 12:44

Cosa dicono gli ultimi sondaggi politici e cosa succederebbe in caso di crisi di governo e ritorno immediato al voto?

Sondaggi elettorali e crisi di governo: chi vince se si torna a votare

Il rischio di una crisi di governo è molto più che concreto. Il Movimento 5 Stelle si asterrà sul voto di fiducia al dl Aiuti e sembra inevitabile, a quel punto, che il presidente del Consiglio, Mario Draghi, salga al Colle per poi decidere con il capo dello Stato, Sergio Mattarella, il da farsi.

L’ipotesi di un ritorno al voto non è quindi remota. Il presidente della Repubblica potrebbe decidere di chiedere a Draghi un’ulteriore mediazione o anche di formare una nuova maggioranza senza i 5 Stelle. Ma non è escluso che decida di sciogliere le Camere, il che vorrebbe dire elezioni anticipate.

Ma cosa succederebbe nel caso in cui si tornasse a votare presto, magari già in autunno? Per capirlo possiamo provare a prendere in considerazione gli ultimi sondaggi elettorali: ecco cosa dicono e perché la partita in realtà non è scontata, soprattutto nel caso in cui si decidesse di rivedere la legge elettorale.

Sondaggi politici, cosa succederebbe in caso di elezioni

Cosa succederebbe in caso di ritorno al voto? Ovviamente è ancora presto per dirlo, ma sicuramente gli ultimi sondaggi offrono un quadro abbastanza chiaro della situazione. La rilevazione effettuata da Swg per il TgLa7 di lunedì evidenzia come Fratelli d’Italia sia ancora il primo partito, con il 23,5% dei voti (in calo dello 0,1% rispetto alla settimana precedente).

Stesso calo registrato anche dal Pd, ora al 21,7%. Guadagnano qualcosa la Lega (14,5% e +0,2%) e il Movimento 5 Stelle (11,5% e +0,3%). Chi, però, ottiene più consensi rispetto alla settimana precedente è Forza Italia, che passa dal 7,4% al 7,8%. Resta al di sopra del 5% l’alleanza tra Azione e +Europa, mentre raggiunge il 3,9% quella tra Verdi e Sinistra italiana.

Per quanto riguarda gli altri partiti, troviamo Italia Viva al 2,6%, Mdp-Articolo 1 al 2,2%, Italexit con Paragone al 2,2%, Noi con l’Italia all’1%, Alternativa all’1% e le altre liste, complessivamente, al 3%. Non si esprime il 40% degli elettori, un dato in leggero calo rispetto alla settimana precedente.

Sondaggi elettorali, chi andrebbe al governo?

Un altro sondaggio, quello di Euromedia per La stampa, ci aiuta invece a capire cosa potrebbe succedere in caso di elezioni dal punto di vista delle coalizioni e delle possibili maggioranze. Se restasse in vigore questo sistema elettorale, il centrodestra otterrebbe la maggioranza sia alla Camera che al Senato, seppur con numeri risicati.

Sempre che il centrodestra - formato da Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia - si presenti davvero unito alle elezioni. In questo caso otterrebbe 206 seggi alla Camera e 103 al Senato, in entrambi i casi poco più della metà. Il centrosinistra - sempre che esista ancora il campo largo formato da Pd, M5s, Articolo 1 e Sinistra italiana - conquisterebbe 170 seggi alla Camera e 84 al Senato.

Un’altra simulazione permette di vedere cosa succederebbe in caso di nuova legge elettorale con sistema proporzionale e sbarramento al 4%: in quel caso il centrodestra avrebbe più parlamentari e quindi un margine più ampio. Ma non è detto che, con un sistema proporzionale, l’alleanza regga. In generale il centrodestra unito parte da circa 10 punti di vantaggio sul centrosinistra.

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