Sondaggi politici bloccati: negli ultimi 15 giorni può esserci stato il ribaltone?

Luna Luciano

24/09/2022

Da 15 giorni non sono più accessibili i sondaggi e ci si chiede se la situazione possa essere mutata. Enrico Letta parla di un possibile ribaltone, ma è possibile?

Sondaggi politici bloccati: negli ultimi 15 giorni può esserci stato il ribaltone?

Ormai manca un solo giorno alle elezioni politiche: domani, 25 settembre, il pubblico elettorale sarà chiamato a esprimere il proprio voto alle urne.

E se i sondaggi politici durante questa campagna elettorale sembrano aver dato per quasi certa la vittoria del centro destra, è anche vero che da quasi 15 giorni non sono più accessibili, come previsto dalla legge.

Quindici giorni in cui qualcosa potrebbe essere cambiato, o almeno così si augurano gli altri partiti in corsa. In effetti proprio nel suo ultimo discorso pubblico, in Piazza del Popolo, il leader del Partito Democratico (Pd), Enrico Letta avrebbe esordito dicendo che la “rimonta è possibile”.

A questo punto non resta che chiedersi se questo “ribaltone” possa essere accaduto. In realtà è bene ricordare che i sondaggi per quanto veritieri non sono infallibili. Ecco quindi tutto quello che c’è da sapere, e cosa potrebbe causare uno stravolgimento dei risultati attesi dagli ultimi sondaggi politici.

I sondaggi politici non sono infallibili

Come ricordano tutti i sondaggisti, i sondaggi non sono infallibili, ma sono uno strumento per poter avere una “fotografia delle opinioni nel momento in cui gli intervistati rispondono alle domande loro poste”, come spiegato dal direttore di Youtrend, Lorenzo Pregliasco. Il direttore ha infatti spigato che se una tendenza di opinione è un buon indicatore delle probabilità di quale partito potrà vincere le elezioni, ha anche aggiunto che non si deve mai trascurare il fatto che “le persone possono sempre cambiare idea dal giorno del sondaggio a quello in cui inseriscono la scheda nell’urna”.

È già accaduto in passato che si desse per certa la vittoria di un partito e accadesse esattamente l’opposto sia all’estero, basti pensare al caso Brexit e alla vittoria di Donald Trump alle presidenziali, che in Italia, in quanto molte incognite sono presenti se si guarda a come funziona la nostra legge elettorale: il Rosatellum. In Italia, ad esmepio, in due recenti tornate amministrative la vittoria della destra sembrava essere data per certa alla destra e invece si è assistito alla rimonta del Pd, come ricorda l’Agi. Ancora, nelle elezioni del 2018 il Movimento 5 stelle venne di molto sottostimato nel Mezzogiorno. Nonostante quanto riportato dai sondaggi ben 15 giorni fa, quindi, molto - non “tutto” - può ancora accadere.

Sondaggi politici bloccati: negli ultimi 15 giorni può esserci stato il ribaltone?

Allargando la propria visuale, non guardando solamente alla competizione tra centro destra e il Pd, è possibile immaginare che qualcosa sia cambiato negli ultimi 15 giorni che possano aver modificato lo scenario. Non è certo si si possa parlare di “ribaltone”, benché tutti i partiti - eccetto ovviamente il centro destra - se lo augurino, ma si possono valutare quali sono i fattori che negli ultimi 15 giorni potrebbero aver giocato e potrebbero giocare alle urne un ruolo decisivo.

  • Rosatellum. Come anticipato in effetti a causa dell’attuale legge elettorale i sondaggi politici potrebbero non essere infallibili. L’attuale legge prevede il 61% dei parlamentari eletti con il sistema proporzionale, il 37% con quello maggioritario attraverso dei collegi uninominali e il restante 2% poi è riservato al voto delle circoscrizioni estero.
  • 15 giorni sono molti ed è possibile che qualcuno possa aver cambiato idea se votare o meno e chi votare.
  • Astensionismo ed elettori fluttuanti. Stando a quanto riportato il mese scorso da Alessandra Ghisleri, presidente di Euromedia Research, è atteso un calo delle affluenze alle urne, secondo le stime circa il 40% degli elettori (o poco meno) sarebbe ormai orientato all’astensionismo, ma almeno il 10% sarebbe costituito da elettori indecisi.

Guardando a questi fattori ciò che può essere realmente cambiato, considerando che i 15 giorni in cui nessun istituto ha pubblicato alcun sondaggio politico, è che gli elettori fluttuanti (quel 10% di indecisi, ma ci si augura siano maggiori) possano aver deciso a chi dare il proprio voto, benché sfiduciati dall’attuale e futura classe dirigente politica. Non è certo però a chi andrebbe il voto di questi elettori fluttuanti. Ciò che è certo è che Enrico Letta vede ancora uno spiraglio di luce per poter vincere le elezioni, e se abbia ragione o meno lo sapremo solamente domenica 25 settembre alle 23, quando le urne saranno chiuse e il dado sarà tratto.

Iscriviti a Money.it