Quante possibilità hanno il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle di battere la destra? Da soli nessuno, insieme forse. Ecco cosa dicono i sondaggi politici di domenica 21 agosto 2022.
Manca quasi un mese alle elezioni politiche del 25 settembre 2022 e sembra che ci siano ancora delle carte da giocare. I sondaggi politici, per quanto realistici e specchio più o meno credibile della volontà popolare, sembrano dettare un’immagine piuttosto coerente negli ultimi mesi. Infatti dai sondaggi emerge ancora una volta che il primo partito d’Italia è Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni con il 23,3% e a seguire, molto vicino, il Partito Democratico di Enrico Letta con il 23,2%. Con il Rosatellum bis sappiamo che a vincere saranno le grandi coalizioni e così, basta fare due calcoli con il 13,5% della Lega di Matteo Salvini - che spera ancora in una rimonta su Fratelli d’Italia - e il 9% di Forza Italia di Silvio Berlusconi, la coalizione di centrodestra appare oggi sempre più vicina al traguardo.
A sinistra la situazione è diversa, con il 33% di voti guadagnati grazie alla coalizione. Ma se ci sono ancora carte da giocare, così come Matteo Salvini che tenta la rimonta su Meloni, quali sono? L’apertura, presunta tale, di Giuseppe Conte a un’alleanza con il Pd sembrava una possibilità. Infatti ieri sera, sabato 20 agosto 2022, Giuseppe Conte nel salotto di Lucia Annunziata a Mezz’ora in più su Raitre, ha dichiarato che “in politica pensare di governare da soli, io me lo auguro, è improbabile”. Dice di prospettare di lavorare un domani con le forze politiche come il PD, ma dice anche al PD e agli elettori del Movimento 5 Stelle che bisogna votare con prudenza. “Per sedersi a un tavolo - dice ancora Giuseppe Conte - le condizioni sono ancora più stringenti del passato”.
Immaginando un campo largo, molto largo di tutto il centro e della sinistra, compreso il Movimento 5 Stelle, si raggiungerebbe il 46,6%. Ma Conte frena e dichiara che le sue parole sono state fraintese. Tanto che lo ha dichiarato anche attraverso i suoi canali social, spiegando che loro battaglie non le svendono.
Sondaggi politici, rilevazione del 21 agosto: verso il 25 settembre
I sondaggi politici per le elezioni politiche del 2022 sono più o meno realistici. Da decenni non corrispondono quasi mai ai risultati definitivi delle elezioni, ma vengono presi in considerazione per raccontare l’evoluzione nel contesto sociale.
Secondo l’ultimo sondaggio di Ipsos la situazione della preferenza dei partiti italiani è rimasta stabile. Dai sondaggi è emerso che:
- Fratelli d’Italia è il primo partito con il 23,3%
- Il Partito Democratico segue con il 23,2%
- A chiudere il podio la Lega con il 13,5%
Tra i grandi partiti italiani il Movimento 5 Stelle si aggiudica l’11,3%, mentre Forza Italia il 9%. La coalizione di centrodestra è molto avanti rispetto alla coalizione di centrosinistra, con rispettivamente il 45,8% delle preferenze, mentre a sinistra appena il 33%.
Partito Democratico e Movimento 5 stelle possono battere il centrodestra?
Anche se la notizia è stata smentita, Giuseppe Conte con la sua dichiarazione ha permesso agli esperti di politica e sondaggi di fare due calcoli. Infatti al momento la coalizione di sinistra è al 33%, un tasso di preferenza raggiunto solo con il Partito Democratico, Articolo Uno, l’alleanza Verdi-Sinistra, +Europa e Insieme per il futuro di Di Maio. Ma se il campo fosse più largo?
Se si prova a immaginare l’elezione politica come una divisione tra due blocchi con il centrodestra da una parte e il centrosinistra dall’altra, immaginando così tutti i partiti riuniti sotto la coalizione di sinistra, compreso il M5S e il Terzo polo, potrebbero raggiungere il 46,6%.
A chiudere i conti è proprio Giuseppe Conte che ha riferito su Facebook che:
Mi spiace deludere qualche titolista, qualche giornale, ma credo che il mio pensiero sia stato forzato e travisato. Oggi ho dichiarato che mi auguro di governare da solo ma che so anche quanto sia improbabile poter avere un Governo con una sola forza politica. A proposito del dialogo con altre forze politiche come il Pd, a precisa domanda ho risposto che le delusioni che abbiamo incassato ci porteranno ad essere molto più prudenti e intransigenti sul rispetto delle nostre condizioni e dei nostri valori. L’esperienza maturata deve farci ancor più riflettere. Mi sembra evidente, peraltro, che ad oggi il Pd abbia preso un’altra strada rispetto alla nostra e alle priorità di Governo che abbiamo condiviso nel Conte 2. Nelle condizioni attuali con i vertici nazionali del Pd folgorati dell’agenda Draghi non potremmo nemmeno sederci al tavolo. E noi i nostri valori, le nostre battaglie non li svendiamo. Lo abbiamo già dimostrato, senza paura di pagarne il prezzo.
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