Novità Reddito di Cittadinanza: via libera alla sospensione dei pagamenti per chi lavora. Lo prevede il Decreto Sostegni.
Per il Reddito di Cittadinanza c’è un’importante novità nel Decreto Sostegni: la sospensione del pagamento nel caso in cui il beneficiario intraprenda un’attività lavorativa.
Una novità - che il Ministro del Lavoro aveva annunciato in audizione al Senato - che ripercorre quanto già previsto per l’indennità di disoccupazione: in caso di un nuovo impiego, il pagamento della NASpI viene sospeso, per poi riprendere automaticamente alla cessazione dello stesso.
Un simile meccanismo viene introdotto per il Reddito di Cittadinanza, così da fare in modo che la percezione del sostegno non rappresenti un disincentivo all’avvio di un’attività lavorativa.
Oggi, infatti, chi trova un lavoro rischia concretamente di perdere il diritto al Reddito di Cittadinanza; la decadenza non è automatica, ma nella maggior parte dei casi l’avvio di un’attività lavorativa comporta il superamento delle soglie reddituali previste dalla normativa con la perdita appunto del beneficio. E all’interruzione del rapporto di lavoro bisognerà presentare una nuova domanda se si vuole tornare a percepire il sostegno.
Al fine di semplificare questa procedura e tutelare i percettori del RdC almeno nei primi mesi del nuovo impiego, viene quindi introdotto lo strumento della sospensione.
Vediamo come funziona questo strumento analizzando quanto descritto nel testo del Decreto Sostegni.
Sospensione Reddito di Cittadinanza: cosa prevede il DL Sostegni
Oggi il reddito da lavoro dipendente impatta all’80% sul reddito familiare di cui si tiene conto per il calcolo del Reddito di Cittadinanza. Questo significa che trovando un nuovo lavoro - il quale deve essere comunicato all’Inps entro 30 giorni dall’avvio dell’attività - si fa scattare un ricalcolo del beneficio che nella migliore delle ipotesi porta solamente ad una riduzione dell’importo, mentre nella peggiore alla perdita del sostegno.
Con il Decreto Sostegni cambia tutto, ma non si tratta di una novità strutturale. La sospensione del Reddito di Cittadinanza, infatti, varrà solamente per l’anno 2021 (salvo proroghe future).
Nel dettaglio, ai beneficiari del Reddito di Cittadinanza, quindi a tutti i componenti del nucleo familiare, viene consentita la stipula di uno o più contratti a termine senza far scattare alcun ricalcolo del beneficio. In caso di nuovo lavoro, quindi, il Reddito di Cittadinanza non si perde e non si riduce, ma l’erogazione del beneficio viene sospesa per tutta la durata del rapporto di lavoro, con il beneficio che riprende a decorrere al termine di ciascun contratto.
Ma attenzione: ci sono ulteriori condizioni da soddisfare. Come prima cosa, è necessario che con l’aggiunta del reddito da lavoro dipendente il reddito familiare non superi i 10.000,00€ annui. Solo in tal caso il Reddito di Cittadinanza è sospeso per la durata dell’attività lavorativa che ha prodotto l’aumento del valore del reddito familiare, fino ad un massimo di sei mesi.
Ciò significa che se il contratto ha una durata superiore ai 6 mesi, per il Reddito di Cittadinanza si applicano le regole fino ad oggi previste in caso di nuova attività lavorativa.
Sospensione Reddito di Cittadinanza: i nostri dubbi
Rispetto a questo meccanismo abbiamo però dei dubbi, i quali immaginiamo verranno chiariti nelle prossime settimane dall’Inps con la dovuta circolare esplicativa. In particolare, servirà fare in modo che questa novità non vada a produrre un effetto contrario rispetto a quello voluto dal legislatore, andando a penalizzare chi prende il Reddito di Cittadinanza.
Ci sono dei casi, infatti, in cui la sospensione - così com’è stata pensata - non è vantaggiosa. Pensiamo ad esempio ad un nucleo familiare che percepisce un Reddito di Cittadinanza di 1.000,00€ e dove un solo componente trovi un nuovo lavoro da 500,00€ mensili.
Con le regole attuali questa situazione non avrebbe comportato la perdita del Reddito di Cittadinanza, ma una sola riduzione: il taglio dell’importo viene però compensato dal reddito percepito dall’attività lavorativa, quindi sostanzialmente non c’è una grande differenza per le entrate mensili.
In caso di sospensione, però, questo nucleo familiare avrebbe dovuto fare i conti con una riduzione del reddito mensile. I 1.000,00€ del Reddito di Cittadinanza, infatti, sarebbero stati sospesi, e l’unica fonte di reddito sarebbero i 500,00€ dell’attività lavorativa. È vero che al termine della stessa tornerebbe ad essere erogato un RdC da 1.000,00€, ma nei mesi in cui questo è stato sospeso la famiglia ha dovuto far fronte ad un notevole calo del reddito familiare (dovendo andare avanti con soli 500,00€).
A seconda dei casi, quindi, potrebbe essere conveniente la sospensione o l’applicazione delle attuali regole. Chissà se per i beneficiari ci sarà la possibilità di scegliere tra le due opzioni.
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