Per i propri data center Aruba è già in linea con il raggiungimento degli obiettivi fissati per il 2030 dal Climate Neutral Data Center Pact.
Aruba ha annunciato di essere già in linea con il raggiungimento degli obiettivi fissati dal CNDCP (Climate Neutral Data Center Pact) per il 2030 avendo soddisfatto i requisiti richiesti dall’applicazione della SRI (Self Regulatory Initiative) nella scadenza fissata del 1° luglio 2023, che prevede una dichiarazione dell’operatore che attesti l’esistenza di politiche e procedure di monitoraggio e di una metodologia di calcolo per la raccolta e l’archiviazione dei dati.
Per i grandi operatori del settore come Aruba questo processo richiede una verifica da parte di un ente terzo indipendente; mentre per gli operatori delle Pmi è sufficiente un’autodichiarazione.
L’ente certificatore indipendente Bureau Veritas ha pertanto validato la conformità delle procedure e metodologie di calcolo per i data center dell’azienda, in riferimento ai valori di PUE, WUE, energia pulita, economia ed energia circolare indicati dal Patto.
Dopo aver annunciato lo scorso marzo di aver superato l’audit relativo alla conformità del primo perimetro nel percorso di adesione ai termini del Climate Neutral Data Centre Pact, con questa certificazione Aruba conferma di aver completato la certificazione dell’adesione alla Self-Regulatory Initiative (SRI) ed essere, quindi, conforme ai termini del Patto.
Cos’è il Climate Neutral Data Center Pact
La storia del Climate Neutral Data Center Pact va fatta risalire al 2021, quando i principali provider di infrastrutture cloud e operatori di data center si misero d’accordo per sancire un Patto per la neutralità climatica dei data center.
Si trattò di un impegno spontaneo e senza precedenti da parte di tutta un’industria alle prese con la transizione verso un’economia neutra dal punto di vista climatico.
Dal 2021 a oggi i firmatari del patto sono diventati oltre 80, tra associazioni nazionali di settore e singoli operatori.
Gli obiettivi misurabili del Patto per il 2025 e il 2030 partono dall’efficienza energetica dei Data Center rispettando determinate soglie, che viene misurata attraverso il monitoraggio e la registrazione dei dati relativi al calcolo del PUE (Power Usage Effectiveness).
Il Patto fissa anche quote di energia in percentuali crescenti da fonti rinnovabili e carbon-free e mira alla conservazione dell’acqua, attraverso il calcolo del WUE (Water Use Efficiency) e la registrazione delle letture dei contatori dell’acqua in ingresso per ciascun data center.
Si parla anche di energia circolare, con controlli periodici per valutare implementazioni per la possibilità di recupero e riutilizzo del calore, e più in generale di economia circolare, con programmi di riutilizzo e riciclo dei server, che prevedono che le aziende si dotino di piani di implementazione e di meccanismi di asset management che consentano il riciclo, la rivendita o il riutilizzo di apparati IT.
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