Cos’è l’economia circolare? Come funziona, obiettivi e vantaggi

Violetta Silvestri

5 Novembre 2024 - 10:27

Come funziona l’economia circolare? Cosa c’è d sapere su questo approccio di produzione e consumo, con obiettivi e vantaggi.

Cos’è l’economia circolare? Come funziona, obiettivi e vantaggi

Cos’è l’economia circolare? La risposta a questa domanda è cruciale per comprendere la sfida della sostenibilità.

Per iniziare, si può dire che il suo opposto è l’economia lineare, finora dominante nei Paesi sviluppati. Estrarre, produrre, usare, buttare: questo è l’approccio standard che domina da decenni la produzione e il consumo.

In pratica, le aziende prendono le materie prime e le trasformano in prodotti, che vengono acquistati dai consumatori, che alla fine li buttano via, creando rifiuti che finiscono nelle discariche e negli oceani.

I timori legati al cambiamento climatico e al degrado ambientale, però, stanno ormai sfidando la sostenibilità di questo modello lineare e suggeriscono di mirare alla cosiddetta economia circolare, il cui slogan è: estrarre, produrre, usare e riutilizzare.

In sintesi, l’economia circolare nasce per permettere di ridurre al minimo gli sprechi e per riuscire a sfruttare al meglio le materie prime che abbiamo.

Di seguito, la definizione di economia circolare, perché è così importante a livello globale, i suoi vantaggi e gli obiettivi in Italia e nel mondo.

Cos’è l’economia circolare? La definizione

L’economia circolare, come abbiamo accennato, si oppone al quella lineare e prevede un modello produttivo e di consumo più consapevole. La definizione maggiormente utilizzata per il termine è quella data dalla Ellen MacArthur Foundation:

è un termine generico per definire un’economia pensata per potersi rigenerare da sola. In un’economia circolare i flussi di materiali sono di due tipi: quelli biologici, in grado di essere reintegrati nella biosfera, e quelli tecnici, destinati a essere rivalorizzati senza entrare nella biosfera.

L’UNDP, Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo, definisce l’economia circolare come:

L’economia circolare, d’altro canto, mira a ridurre al minimo gli sprechi e a promuovere un uso sostenibile delle risorse naturali, attraverso una progettazione più intelligente dei prodotti, un utilizzo più prolungato, il riciclaggio e altro ancora, nonché a rigenerare la natura.

Oltre ad aiutare a risolvere il problema dell’inquinamento, l’economia circolare può svolgere un ruolo fondamentale nella risoluzione di altre sfide complesse, come il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità.

In pratica, per molti si tratta di una vera rivoluzione di non facile applicazione anche se ormai ci sono esempi aziendali virtuosi in tal senso.

I più scettici sottolineano che rendere un ciclo di produzione completamente autosufficiente è praticamente impossibile. Saranno sempre necessari nuovi input e si creeranno sempre dei rifiuti.

Tuttavia, investire in catene di fornitura più circolari è la sfida fattibile Ciò può significare passare a materiali riciclati, estendere il ciclo di vita di un prodotto e migliorare il recupero alla fine del suo ciclo di vita.

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Perché l’economia circolare è importante a livello ambientale ed economico

L’approccio alla produzione e al consumo offerto dall’economia circolare è considerato necessario da molti analisti. Innanzitutto, per gestire in modo più sostenibile le risorse e, quindi, lo stato di salute dell’ambiente.

Come suggerito dagli studi dell’Unione Europea, riutilizzare e riciclare le materie prime e i prodotti favorisce un uso più consapevole e oculato delle risorse naturali. Inoltre, riduce la distruzione del paesaggio e degli habitat, favorendo il mantenimento di biodiversità.

In questo modo è più semplice diminuire le emissioni inquinanti. Secondo l’Agenzia europea dell’ambiente, i processi industriali e l’uso dei prodotti causano il 9,10% delle emissioni di gas serra nell’UE, mentre la gestione dei rifiuti pesa per il 3,32%.

Con prodotti più efficienti e sostenibili già nel processo di estrazione di risorse e di produzione si può quindi limitare il consumo di energia e di materie prime che sono finite in natura.

La stima è che oltre l’80% dell’impatto ambientale di un prodotto sia determinato già durante la fase di progettazione ed è per questo che l’economia circolare offre una alternativa valida al circolo vizioso dell’economia lineare.

Sul piano prettamente economico, il metodo circolare della produzione traccia il percorso per nuove opportunità di fare profitto per le aziende,
attraverso una minore dipendenza dalle tradizionali materie prime.

Per esempio, le opportunità di costo di un’economia circolare sono immense. Le materie prime spesso rappresentano dal 30% a oltre il 50% dei costi di produzione. Se l’efficienza nell’uso delle risorse dovesse essere migliorata del 30%, il possibile risparmio potrebbe essere superiore 600 miliardi di euro all’anno in Europa, fornendo così una spinta competitiva all’industria.

I vantaggi dell’economia circolare

Come già anticipato, i vantaggi dell’economia circolare spaziano dalla salute dell’ambiente, allo sfruttamento intelligente delle risorse fino a ritorni positivi per le aziende stesse.

In sintesi, il circolo virtuoso dell’economia circolare comprende:

  • riduzione della pressione inquinante sull’ambiente;
  • facilitazione della transizione energetica;
  • diminuzione della dipendenza dei Paesi dalle materie prime;
  • aumento della competitività delle aziende;
  • stimolo dell’innovazione per riprogettare materiali e prodotti;
  • impulso alla crescita economica;
  • incremento dell’occupazione;
  • aumento del risparmio e della qualità della vita per i consumatori

Per fare alcuni esempi in numeri, con ricondizionare i veicoli commerciali leggeri anziché riciclarli potrebbe far risparmiare in Europa €6,4 miliardi all’anno sui materiali (circa il 15% della spesa per questa voce) e €140 milioni in costi energetici, con una riduzione delle emissioni di gas serra pari a 6,3 milioni di tonnellate.

Inoltre, si stima che nell’UE grazie all’economia circolare potrebbero esserci 700.000 nuovi posti di lavoro entro il 2030

Infine, l’impatto sull’acquisto di materie prime sarebbe rilevante. Secondo Eurostat, l’UE importa circa la metà delle risorse che consuma.

Il valore totale degli scambi (importazioni più esportazioni) di materie prime tra l’UE e il resto del mondo è quasi triplicato dal 2002, con le esportazioni che crescono più rapidamente delle importazioni. Con l’approccio dell’economia circolare, questa tendenza potrebbe diventare più favorevole alle entrate degli Stati.

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Obiettivi ed esempi virtuosi dell’economia circolare in Italia e nel mondo

Il mondo si sta muovendo per avvicinarsi all’economia circolare e alcuni segnali da parte di istituzioni, governi e aziende in tal senso sono già evidenti.

Le Nazioni Unite, insieme a 175 nazioni, stanno sviluppando un Trattato globale per affrontare l’inquinamento da plastica, con l’accordo che dovrebbe essere completato entro la fine del 2024.

A luglio 2023, l’amministrazione del presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha fissato un nuovo obiettivo per eliminare gradualmente gli acquisti federali di plastica monouso entro il 2035.

Il Consiglio dell’Unione Europea ha stabilito nuovi obiettivi a maggio per soddisfare almeno il 25% della domanda annuale di materie prime critiche del blocco tramite il riciclaggio.

Nel 2024, gli Stati Uniti e l’UE hanno contribuito a finanziare nuovi impianti di riciclaggio chimico come quelli di Eastman Chemical Co. e Itero Technologies Ltd.

Swancor Holding Co. ha sviluppato pale di turbine eoliche realizzate in fibra di carbonio riciclabile, che sono in fase di test da parte di aziende tra cui Vestas Wind Systems A/S.

Ikea sta sperimentando un mercato online per i clienti per acquistare e vendere mobili di seconda mano realizzati dall’azienda.

Colgate-Palmolive Co. ha sviluppato tubetti di dentifricio che possono essere riciclati più facilmente.

Ci sono alcune decine di fondi che offrono agli investitori una strategia di circolarità, il più grande dei quali è il BlackRock Inc. Circular Economy Fund, con quasi 1,3 miliardi di dollari di asset in gestione ad agosto. Goldman Sachs Group Inc. consente agli investitori di filtrare le azioni in base alle prestazioni delle aziende in termini di riciclaggio, gestione dei rifiuti e riutilizzo.

In Italia, secondo il Rapporto sull’Economia Circolare del 2024 curato da Circular Economy Network, in collaborazione con Enea sono stati raggiunti importanti obiettivi nella cornice dell’economia circolare, quali:

  • tasso rifiuti urbani al 2022: 49,2%;
  • tasso di utilizzo circolare di materia (rapporto tra l’uso di materie prime seconde provenienti dal riciclo e il consumo complessivo di materiali): 18,7%;
  • consumo pro-capite di materiali nel 2022: 12,8 tonnellate, sotto la media europea

Secondo un’indagine realizzata tra dicembre 2023 e gennaio 2024, in collaborazione con CNA, di 800 piccole e medie imprese italiane il 65% ha dichiarato di mettere in pratica azioni di economia circolare. Queste le più diffuse:

  • uso di materiali riciclati 68,2%;
  • riduzione degli imballaggi 64%;
  • interventi per la durabilità e la riparabilità del prodotto: 53,2%

L’Italia ha raggiunto il punteggio più alto tra i Paesi dell’UE valutati in base a questi criteri: produzione e consumo, gestione dei rifiuti, materie prime seconde, competitività e innovazione, sostenibilità ecologica e resilienza. Con 45 punti, la nostra nazione è risultata la più performante in termini di economia circolare.

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