Il valore globale della Space Economy nel 2022 è stato di circa 93 miliardi di euro. Le startup hanno raccolto 8 miliardi di euro.
Il settore della Space Economy è pronto a spiccare il volo in Italia e in Europa. Lo si nota innanzitutto dal budget allocato dall’Unione europea per il periodo 2021-2027: 14,8 miliardi di euro, una cifra mai vista per questo settore. Da parte sua, nel 2022 l’Italia è stata il terzo contribuente dell’European Space Agency (ESA), alla quale ha messo a disposizione 680 milioni di euro (dietro soltanto a Francia e Germania, che hanno investito più di un miliardo).
A livello globale, nel 2022, il mercato valeva 93 miliardi di euro, soprattutto grazie agli Stati Uniti che, come di consueto, fanno le cose in grande. Gli statunitensi, in particolare, hanno fatto investimenti per 62 miliardi di dollari, oltre che avere un budget annuale per la Nasa di 24 miliardi di dollari. Le aziende che costituiscono il mercato della Space Economy nel 2022 sono risultate 1.008 dopo il censimento, e sono così divise:
- Osservazione della Terra: 421
- Applicazioni di Navigazione satellitare: 384
- Comunicazione satellitare: 203.
I dati sono stati raccolti dall’Osservatorio sulla Space Economy del Politecnico di Milano.
Space economy: in Italia l’Osservazione della Terra vale 200 milioni di euro
Come tanti altri Paesi europei, anche l’Italia ha deciso di puntare in maniera massiccia sulla Space Economy, e in particolare su un segmento del settore, ossia l’Osservazione della Terra dallo Spazio. Questo, in particolare, nel 2022 ha raggiunto un valore di 200 milioni di euro.
Il fatturato della Space Economy in Italia è inoltre ancora prevalentemente pubblico: il 65% dei fondi infatti arriva da enti come la Commissione Europea e la European Space Agency ed altri enti pubblici; mentre il restante 35% proviene da grazie aziende e startup che hanno deciso a loro volta di investire nell’Osservazione delle Terra.
I principali ambiti di applicazione riguardano diversi settori: agricoltura, silvicoltura, pesca, energia a servizi di pubblica utilità, edilizia, infrastrutture, finanza, assicurazioni, comparto legale e ambiente.
A generare questo valore sono state 144 aziende del segmento downstream, e cioè che forniscono soluzioni e servizi di innovazione digitale basati su tecnologie e dati satellitari. La maggior parte di esse si trovano nel Nord e nel Centro Italia (40% ciascuno) e 20% nel Mezzogiorno e nelle isole.
Queste offrono una moltitudine molto ampia di servizi: spaziano dai dati ai servizi, passando per tecnologie abilitanti come piattaforme e infrastrutture.
I dati utilizzati dalle aziende italiane derivano per il 55% dai sensori ottici, mentre il restante 45% si appoggia prevalentemente su tecnologie SAR (Synthetic Aperture Radar). Il 56% dei dati utilizzati provengono da fonti pubbliche europee, il 14% da fonti pubbliche extraeuropee, mentre nel 12% dei casi le aziende ricorrono a dati pubblici italiani e solo nell’11% a dati privati di grandi multinazionali.
Space Economy: calano del 40% gli investimenti nelle startup
Nel 2022 gli investimenti a livello globale nelle startup della Space Economy sono scesi del 40%: l’anno scorso sono stati infatti raccolti complessivamente 8 miliardi di euro, molti meno se paragonati ai 14 miliardi del 2021. Questi investimenti provengono principalmente soprattutto dall’Europa (52,80%) e dall’America del Nord (26,25%).
La ragione per cui gli investimenti sono calati sarebbe l’attuale instabilità geopolitica, la crisi dei mercati finanziari e alla frenata delle operazioni di SPAC (Special Purpose Acquisition Company), che sono state regolate nel febbraio 2022. Gli 8 miliardi di investimenti riguardano sia la filiera upstream, sia quella downstream, ma pare che la primi attiri più investimenti (nel 2022 il 60%).
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