Nascosto sui fondali delle acque territoriali spagnole c’è un patrimonio incredibile di oro che però non viene sfruttato. Ecco perché.
Un patrimonio incredibile, il più grande giacimento di oro d’Europa che però non viene sfruttato. Questa è la curiosa vicenda che proviene dalla Spagna che possiede sul suo territorio decine e decine di tonnellate di oro che viene lasciato lì invece di essere estratto.
Precisamente siamo nella zona settentrionale della Spagna, non lontano dai sentieri del cammino di Santiago percorsi ogni giorno da migliaia di turisti. Qui esiste la miniera di Salave, situata nel comune asturiano di Tapia de Casariego, un giacimento da 300 tonnellate di metallo prezioso che è il più grande in Europa.
Un tesoro che tutti conoscono e che è lì alla vista dei turisti sin dall’epoca dei romani che nel I secolo si portarono a casa circa 7 tonnellate. Poi il nulla. Nel corso degli anni diverse società hanno cercato di mettere le mani su quella ricchezza ma senza successo. I ricorsi e i rifiuti della popolazione ancora oggi hanno la meglio sulle società che creerebbero anche diversi posti di lavoro.
Ma la ricchezza della Spagna non è soltanto situata nella miniera di Salave. Nascosti tra i fondali delle acque spagnole ma anche in giro per il mondo, esistono centinaia e centinaia di navi affondate nel corso degli anni con il loro carico di ricchezza che giacciono in fondo al mare.
Perché l’oro non viene estratto
I tentativi di riprendere le attività di estrazione nella miniera di Salave non sono mancati nel corso degli anni. Ci ha provato prima una società canadese nel 2005 ma senza esito. Nel 2010 un’altra società aveva proposto un progetto che sembrava valido e potesse ricevere il benestare ma anche in questo caso l’Alta Corte delle Asturie ha bloccato tutto al seguito dei ricorsi presentati da vari gruppi ambientalisti. Di recente ci sta provando la Exploraciones Mineras del Cantabrico ad utilizzare il sito.
Un progetto che mira ad estrarre 31mila chili d’oro in 14 anni con la creazione di 250 posti di lavoro. Ma nulla, sono già oltre 1.000 i ricorsi presentati dalla popolazione che è rimasta ferma anche dinnanzi alla promessa di occupazione nell’area. I residenti e i tribunali al momento hanno sempre avuto la meglio sulle autorizzazioni alle società estrattive.
La popolazione teme sviluppi negativi per l’ambiente e che l’estrazione possa peggiorare la qualità di vita. La riapertura della miniera porterebbe ad una devastazione del territorio da un punto di vista paesaggistico. Poi le attività di purificazione dell’oro una volta estratto comporta scarichi di materiali tossici capaci di compromettere per sempre l’ambiente della zona. C’è addirittura chi teme di essere cacciato dalla propria casa per inseguire l’oro. Per questo motivo si oppongono e al momento sono sempre riusciti ad essere più forti delle società.
Altre 750 tonnellate d’oro sono in fondo al mare
Ma non solo miniera perché secondo alcuni studi ci sarebbe un patrimonio enorme di ricchezza nascosto in fondo al mare. Si parla di circa 2.668 navi spagnole che fecero perdere le loro tracce tra il 1500 e il 1820. Navi cariche di ricchezze come monete d’oro e argento affondate al largo delle acque spagnole ma anche sui fondali di Cuba, Filippine, Messico, Portogallo, Stati Uniti ed anche dell’Italia.
Essendo di proprietà spagnole, la Spagna potrebbe rivendicarne l’appartenenze qualora decidesse di riportare a galla l’enorme ricchezza che giace sui fondali. Secondo una stima ci sarebbe solo di oro 750 tonnellate.
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