Speranza ha annunciato la rivoluzione copernicana della sanità nazionale. Un piano ambizioso e cruciale per il Paese, nel quale investire almeno 20 miliardi di euro, provenienti anche dal MES.
Speranza ha annunciato la “rivoluzione copernicana” della sanità nazionale.
Un piano ampio di riforme e di rilancio è fondamentale per il servizio sanitario del Paese e per questo le ambizioni del ministro sono alte: meno di 20 miliardi di euro non saranno accettati per dare concretezza alla modernizzazione del Ssn.
Dopo anni di tagli, è ora giunto il momento dell’espansione per tutto il settore della sanità. Ma per fare questo servono più risorse possibili, anche dal MES, che Speranza non disdegna affatto.
Cosa fare con 37 miliardi di euro? Il ministro ha dato indicazioni sulle priorità per rivoluzionare il sistema sanitario nazionale.
Come rivoluzionare la sanità: il piano Speranza
Il ministro Speranza ha bene in mente gli ambiti sui quali intervenire subito e in modo massiccio per rivoluzionare la sanità pubblica.
Intervistato su Radio 24, il responsabile della salute ha annunciato un grande piano dal valore, almeno, di 20 miliardi di euro per trasformare il sistema sanitario nazionale.
Una rivoluzione copernicana: così l’ha chiamata Speranza, lanciando una sfida epocale per un settore cruciale, quale quello della sanità, che per troppo tempo è stato protagonista di tagli e di inefficienze.
Su cosa intervenire? Sono almeno quattro i grandi settori sui quali investire: sanità digitale, presidi ospedalieri, sanità territoriale e il tema sanità-ambiente.
Poi, Speranza ha lanciato un’altra questione da migliorare: “la nostra capacità come Paese di attrarre gli straordinari investimenti che si fanno a livello globale sull’industria farmaceutica”.
Un aspetto diventato di vitale importanza in questo tempo dominato dall’epidemia. Avere farmaci, trattamenti terapeutici e un vaccino innovativi contro un virus mai conosciuto prima è fondamentale e la capacità di sperimentazione farmaceutica può davvero fare la differenza per la sicurezza delle persone.
Il piano “copernicano” è in fase di studio per adesso, ma il ministro non intende arretrare sulle ambizioni.
Sì al MES per la sanità pubblica
Il nodo risorse è il più complicato da sciogliere se si vuole davvero trasformare il sistema sanitario nazionale. Lo sa bene il ministro Speranza, che al riguardo ha sottolineato:
“A me vanno bene il MES, il Recovery Fund, le risorse prese con le nostre aste ordinarie. Quello che non può accadere è che le risorse non arrivino. Penso che se c’è una stagione in cui arrivano nuove risorse, il Servizio sanitario nazionale deve essere il primo capitolo da finanziare”
Un’altra sponda a favore del fondo salva-Stati, quindi, oltre a quelle di Zingaretti e di Renzi. Non c’è nessuno scetticismo sull strumento da parte di Speranza, anzi:
“Oggi io spingo perché tutte le risorse possibili arrivino al Ssn. Le risorse del MES sono assolutamente significative e arrivano a tassi convenienti”
Un ulteriore messaggio a Conte? Probabilmente sì, visto che il presidente del Consiglio resta dubbioso, ma la sanità ha bisogno di soldi. Molti e in tempi brevi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA