Nonostante le turbolenze che attraversano la maggioranza di governo, lo spread con i titoli tedeschi, da sempre termometro piuttosto affidabile della tenuta dell’esecutivo, si conferma ai minimi dal maggio 2018. Vediamo perché.
Dopo un tira e molla durato settimane, il Consiglio dei Ministri ha varato il tanto atteso via libera al disegno di legge per la riforma del processo penale e la nuova norma sulla prescrizione.
Nonostante non pochi commentatori ritengano che lo scontro tra il premier Giuseppe Conte e il leader di Italia Viva Matteo Renzi potrebbe portare ad una fine anticipata dell’esecutivo, lo spread con i titoli tedeschi fa segnare un rialzo di appena un punto percentuale confermandosi ai minimi dal maggio 2018 a 130,8 punti.
Perché quello che da sempre rappresenta un termometro piuttosto affidabile della tenuta dell’esecutivo questa volta non sta segnalando le tensioni che attraversano il governo italiano? Le cause potrebbero essere tre.
Spread: crisi di governo più lontana dopo il voto in Emilia Romagna
In primo luogo, gli esperti indicano che la decorrelazione tra tensioni in seno alla maggioranza e spread potrebbe essere frutto di una minor percezione del rischio politico alla luce del risultato delle elezioni in Emilia Romagna.
Attesa con particolare ansia, la consultazione ha rinsaldato la compagine governativa favorendo un clima di fiducia sulla tenuta dell’esecutivo.
In arrivo il Conte 3?
Il freno ad una risalita dello spread potrebbe anche essere rappresentato dal piano che, secondo i rumor, il presidente del Consiglio avrebbe in serbo per rendere Italia Viva inoffensiva.
I ben informati riportano di contatti con componenti di Forza Italia e del gruppo misto per sostituire i renziani. Secondo i primi calcoli, al Senato basterebbero 3-4 elementi per garantire al governo una vita più serena.
Anche perché, anche all’interno di Italia Viva non tutti apprezzano l’intraprendenza del loro leader e, nel caso in cui Conte riuscisse nel suo intento, una cospicua parte dei partito potrebbe voltare le spalle all’ex sindaco di Firenze.
La correlazione con il Coronavirus
Infine, e siamo alla terza causa, c’è da tenere in conto l’emergenza creata da Coronavirus. Con l’economia mondiale destinata inevitabilmente al rallentamento, tra gli operatori iniziano a serpeggiare dubbi sulla tenuta dei listini azionari.
Questo porta ad uno spostamento verso il comparto dei bond che, ovviamente, finiranno per beneficiare anche degli ulteriori provvedimenti che potrebbero essere adottati dalle banche centrali nel caso in cui le condizioni economiche dovessero registrare un peggioramento.
Non a caso, a livello globale, al diffondersi del CoronaVirus ha fatto da corollario l’incremento, da 11 a 13 mila miliardi di dollari, del controvalore dei titoli con rendimento negativo.
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