Il quarto trimestre sta per iniziare e i mercati sono pressati da almeno 5 incognite, che potrebbero trasformarsi in altrettanti motivi di instabilità.
Sta per iniziare il quarto trimestre per i mercati: cosa aspettarsi? Le previsioni sono incerte e non mancano rischi di instabilità dopo che il terzo trimestre delle Borse mondiali ha oscillato tra l’euforia per l’allentamento monetario generale e le preoccupazioni per una crescita economica globale che vacilla.
I dati macroeconomici in uscita nei prossimi sette giorni saranno quindi monitorati con attenzione dagli investitori, desiderosi di capire se la Cina sta davvero rilanciando la sua economia, se l’Eurozona rischia la stagnazione, se gli Usa possono aprire le porte ad altri tagli dei tassi, con l’incognita delle elezioni che pesa sugli scenari futuri.
In questo contesto, il quarto trimestre dei mercati sta per essere inaugurato. Alcuni analisti interpellati da Reuters hanno individuato almeno 5 motivi di incertezza all’orizzonte, che possono trasformarsi in instabilità finanziaria mondiale.
1. Quarto trimestre al via, sarà il caos?
Il terzo trimestre si conclude martedì, dopo mesi tumultuosi per i mercati.
Ad agosto si è verificata una situazione di profonda agitazione, quando lo yen giapponese si è impennato quasi esattamente nello stesso momento in cui i rialzisti della tecnologia sono crollati e le principali banche centrali hanno iniziato di nuovo a preoccuparsi per le loro economie.
Da allora le azioni hanno ampiamente superato le loro battute d’arresto; lo yen sta per ottenere la sua migliore performance trimestrale dalla crisi finanziaria globale del 2008; i costi di prestito globali di riferimento e il petrolio sono entrambi scesi di quasi il 15% e la Cina sta intensificando gli stimoli.
Ora gli analisti attendono l’ultima grande tappa dell’anno, in grado di scuotere il trimestre: le elezioni Usa. Chi vincerà tra Harris e Trump? Nella risposta si celano tutti i dubbi sull’andamento finanziario del prossimo futuro.
2. Fed ed economia Usa, quale equilibrio?
La Federal Reserve ha dato il via al suo ciclo di tagli ai tassi con una riduzione di 50 punti base il 18 settembre, ma l’occupazione continua a essere un tema cruciale per gli investitori che valutano la rapidità con cui la banca centrale dovrà tagliare la politica monetaria nei prossimi mesi.
Gli operatori di mercato attendono innanzitutto i dati di venerdì prossimo per capire se davvero è in corso un rallentamento dell’inflazione e una crescita resiliente, fattori decisivi per l’impennata dei mercati verso nuovi massimi dopo la riunione della banca centrale.
La debolezza del mercato del lavoro potrebbe ravvivare i timori di una possibile imminente recessione economica, mentre una crescita inaspettatamente forte dell’occupazione potrebbe suscitare preoccupazioni sul fatto che la Fed non taglierà i tassi in modo così netto come previsto, nel tentativo di evitare una recrudescenza dell’inflazione.
3. Cina verso la ripresa?
Lunedì 30 settembre saranno pubblicati in Cina i dati sull’attività delle fabbriche, sia quelli ufficiali che quelli del settore privato, appena una settimana dopo che Pechino ha presentato il suo pacchetto di misure di stimolo più aggressivo dai tempi della pandemia, per sostenere la sua economia in difficoltà.
Naturalmente, sarà ancora troppo presto per vedere gli effetti delle misure - che vanno dai tagli sproporzionati dei tassi al sostegno alle azioni - sull’economia. Ma data l’ondata di ottimismo che ha travolto i mercati globali in seguito all’annuncio di Pechino, forse gli investitori potrebbero per una volta ignorare i numeri probabilmente deludenti di lunedì.
4. Inflazione in Eurozona e il dilemma Bce
I dati sull’inflazione nella zona euro, attesi per martedì 1 ottobre, saranno sottoposti a un attento esame soprattutto in vista della riunione Bce di ottobre.
Sia in Francia che in Spagna, a settembre i prezzi al consumo sono aumentati meno del previsto, rispettivamente dell’1,5% e dell’1,7%. Gli economisti ritengono che il dato complessivo della zona euro sia sceso al di sotto dell’obiettivo del 2% della Bce per la prima volta da giugno 2021, grazie ai prezzi più bassi dell’energia, anche se si prevede che l’indice tornerà a salire negli ultimi mesi dell’anno.
Gli investitori ora prevedono una probabilità superiore al 50% di un taglio dei tassi di 25 punti base a ottobre, che solo la scorsa settimana ritenevano improbabile, poiché l’attività economica della zona euro si è inaspettatamente contratta a settembre, alimentando i timori che la banca centrale stia favorendo una stagnazione ritardando l’allentamento di politica monetaria.
5. I guai economici del Regno Unito
Nella corsa verso tassi neutrali, la Banca d’Inghilterra è molto indietro rispetto alla Federal Reserve e alla Banca Centrale Europea.
I mercati mostrano che i trader credono che la BoE taglierà quasi certamente i tassi molto più lentamente rispetto alla maggior parte delle altre principali banche centrali. È improbabile che i prossimi dati sul PIL del Regno Unito del secondo trimestre facciano cambiare idea alla banca centrale, ancora preoccupata per le sacche di inflazione persistente nell’economia.
Il nuovo governo laburista ha lanciato l’allarme sullo stato disastroso delle finanze della Gran Bretagna, che il bilancio di ottobre cercherà di affrontare. In questo contesto, i consumatori sono nel peggiore sentiment di sei mesi. Le cifre attese la prossima settimana sui prestiti ipotecari e sul credito al consumo potrebbero fornire un po’ di sollievo, tanto necessario.
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