Stati Uniti: quali sono le conseguenze dello shutdown?

Luca Fiore

24 Dicembre 2018 - 15:54

Torna lo shutdown negli Stati Uniti. Il mancato accordo sulla legge di bilancio ha portato allo “spegnimento” di parte delle attività federali. Vediamo le conseguenze pratiche.

Stati Uniti: quali sono le conseguenze dello shutdown?

Terzo “shutdown” per l’amministrazione Trump. Entrato in vigore sabato 22 dicembre alle 6 mattino, lo “spegnimento” dell’amministrazione statunitense, che prevede la sospensione di tutte le attività non essenziali, è arrivato a causa dell’impossibilità di raggiungere un accordo sulla legge di bilancio.

Il nodo è rappresentato dai circa 5 miliardi chiesti da Trump al Congresso per la costruzione del muro anti-immigrati, somma che l’opposizione non intende accordare ai repubblicani.

Dal 1981, lo shutdown ha bloccato l’attività amministrativa in 12 occasioni. Nel 2013, con l’amministrazione Obama, il mancato accordo tra democratici e repubblicani portò a un blocco delle attività durato 16 giorni.

Niente stipendio per 800 mila dipendenti pubblici

Con lo shutdown c’è il blocco parziale delle attività federali: alcuni servizi sono sospesi mentre altri, essenziali, vengono erogati ma chi li fornisce non viene pagato.

Con l’anno fiscale iniziato il primo ottobre, il Congresso ha finora approvato 5 dei 12 provvedimenti necessari al finanziamento delle attività federali, fornendo le risorse necessarie alla difesa, energia e acqua, al ramo legislativo, a quello militare, al dipartimento del lavoro, educazione, salute e servizi alla persona.

Lo shutdown riguarderà le altre parti dell’amministrazione Usa, circa un quarto delle agenzie federali, che dovranno bloccare tutte le funzioni non essenziali e discrezionali (tra cui parchi nazionali, ispezioni alimentari e ambientali) e il lavoro dell’agenzia delle entrate (che potrebbe quindi ritardare i rimborsi fiscali). Stop anche ai dipartimenti relativi sicurezza sociale e servizi sanitari.

Tra i circa 800mila dipendenti pubblici “bloccati”, 380 mila sono stati lasciati a casa senza stipendio mentre 420 mila sono invece costretti a lavorare senza ricevere alcuna paga.

Nuove tensioni per i mercati finanziari

Già alle prese con il rallentamento dell’economia, domestico e internazionale, e con il processo di normalizzazione della politica monetaria, gli investitori si trovano a dover fare i conti con una nuova fonte di tensione.

Nonostante l’impatto reale di un blocco parziale delle attività risulti in genere modesto, molto dipende dalla sua durata. Secondo i numeri elaborati dalla Casa Bianca, con Bill Clinton presidente lo shutdown ‘95-‘96 durò 26 giorni costando al governo 1,4 miliardi di dollari (2 miliardi per il dato corretto per l’inflazione).

Di questi, 1,1 miliardi furono spesi per pagare i dipendenti pubblici che restarono a casa mentre la restante parte gravò in termini di mancati introiti nei parchi e nei musei.

Nel caso del 2013, il blocco, stimano gli economisti, costò almeno lo 0,2%. Questa volta, rilevano gli analisti di S&P Global Ratings, “con solo il 25% delle attività governative ancora da finanziare, stimiamo che questo shutdown finirà per costare circa 1,2 miliardi di dollari in termini di Pil reale per ogni settimana in cui il governo resterà chiuso”.

“Siamo pronti per uno shutdown molto lungo”, ha detto Trump venerdì scorso.

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