Il mercato valutario si mostra in fibrillazione, scosso dagli eventi di politica monetaria ed economica: la sterlina tena il recupero grazie alla BoE; lo yen scivola e l’euro oscilla. Cosa succede?
Il Forex protagonista dei mercati globali oggi, come nei giorni scorsi: gli ultimi eventi economici e di politica monetaria a livello mondiale, infatti, stanno impattando anche sulle valute.
Nel dettaglio, in questa nuova giornata di scambi si segnala il recupero della sterlina dopo le profonde oscillazioni legate al caos finanziario del Regno Unito, con il mercato obbligazionario in subbuglio e salvato dalla BoE e il tonfo - di nuovo - dello yen sul dollaro.
Il biglietto verde, pur in lieve flessione, resta ancorato a solide basi e viaggia sui 113 punti nell’indice del dollaro. Fed aggressiva all’orizzonte e ruolo di asset rifugio in un momento assai incerto e critico per le azioni sostengono il dollaro.
Dalla sterlina allo yen: mercato valutario scosso, i motivi
Sterlina, dollaro, euro, yen: le principali valute del mondo sono osservate speciali in queste ultime settimane che le hanno viste protagoniste di movimenti repentini e importanti.
Mentre si scrive, il cambio GBP/USD viaggia in rialzo a 1,1009. Per gli analisti di Fxstreet, la coppia presta poca attenzione all’economia al ribasso del Regno Unito per agosto, oscillando intorno a $1,1000 e rialzandosi dal trend ribassista di cinque giorni, mentre i mercati di Londra si aprono per le contrattazioni di mercoledì. Il motivo potrebbe essere legato ai rendimenti più bassi e alle speranze di uno stimolo esteso da parte delle autorità britanniche.
Da segnalare che Il prodotto interno lordo del Regno Unito è sceso a -0,3% su base mensile ad agosto contro lo 0,0% previsto e lo 0,2% precedente, mentre anche la produzione industriale e la produzione manifatturiera sono crollate in territorio negativo durante il mese indicato.
In focus, però, c’è la Bank of England. Il Financial Times ha sollevato le aspettative sugli acquisti prolungati di obbligazioni da parte della Banca d’Inghilterra oltre la data del 14 ottobre e ha alimentato i prezzi GBP/USD. “La Banca d’Inghilterra ha segnalato in privato ai banchieri che potrebbe estendere il suo programma di acquisto di obbligazioni di emergenza oltre la scadenza di venerdì, secondo le persone informate sulle discussioni, anche se il governatore Andrew Bailey ha avvertito i fondi pensione che «hanno ancora tre giorni» prima che il supporto finisce”, si legge sul giornale.
In Asia, invece, i riflettori si sono accesi di nuovo sullo yen, che ha toccato un nuovo minimo da 24 anni contro il dollaro Usa, superando il minimo di ¥145,90 raggiunto il mese scorso, che ha spinto le autorità giapponesi a intervenire per rafforzare la valuta.
Il governo giapponese ha speso 20 miliardi di dollari per sostenere lo yen, ma gli analisti hanno avvertito che tali interventi hanno scarso effetto finché il differenziale dei tassi di interesse tra Giappone e Stati Uniti continua ad allargarsi.
In un’intervista all’inizio di questa settimana, Fumio Kishida, il primo ministro giapponese, ha segnalato il suo sostegno alla politica monetaria estremamente accomodante della Banca del Giappone, affermando che la banca centrale doveva mantenere quella politica fino all’aumento dei salari.
Intanto, la Bank of Korea ha alzato i tassi di interesse di 50 punti base al massimo da 10 anni del 3%, poiché un won coreano più debole alimenta l’inflazione e la preoccupazione per i deflussi di capitali.
Il won coreano è scivolato di circa il 17% rispetto al dollaro quest’anno, fino ad arrivare ai livelli più bassi degli ultimi 13 anni, colpito dall’aggressiva stretta monetaria della Federal Reserve statunitense.
Infine, uno sguardo sull’EUR/USD sta mostrando una cauta ripresa della valuta comunitaria, che supera $0,9700 nella prima mattina europea. Si attendono i verbali Fed per capire meglio dove andrà la banca Usa e quanto spingerà il dollaro. Lo spettro della guerra in Ucraina e le previsioni di recessione per le economie del mondo e anche dell’Europa, inclusa l’Italia, non rafforzano l’euro.
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