A margine della presentazione del progetto Polis di Poste Italiane, il ministro Paolo Zangrillo ha spiegato quale sarà il piano del governo Meloni per la Pubblica amministrazione nel 2023.
Rinnovo dei contratti per il triennio 2022-2024, stipendi più alti e premi ai più meritevoli, parti accessorie legate alle singole regioni, ma no alle cosiddette “gabbie salariali”. Il ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, a margine della presentazione del progetto Polis di Poste Italiane, ha spiegato così quale sarà il piano del governo Meloni per la Pa nel 2023.
L’idea è quella di rendere le amministrazioni più “attrattive” e coinvolgere maggiormente i giovani, così da trasformare i servizi più efficienti e rapidi, ma anche diminuire il gap tra pubblico e privato. Un piano ambizioso, quello del ministro, che necessiterà al più presto di nuove risorse, difficili da reperire.
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Nell’ultima legge di Bilancio l’esecutivo ha stanziato per i rinnovi dei dipendenti pubblici circa 1 miliardo di euro e ora l’impegno del ministro è fare altrettanto “il prima possibile”, possibilmente entro la fine dell’anno.
Pa, in arrivo nuovi premi in busta paga
“Come governo - ha spiegato il ministro - abbiamo tre contratti che valevano per 2,2 milioni di persone della Pubblica amministrazione. Adesso evidentemente l’impegno è a reperire le risorse per il successivo rinnovo al più presto, dando nella nuova tornata retributiva un segno di attenzione per rendere la Pubblica amministrazione più attrattiva”.
L’impegno di Zangrillo è “premiare i talenti”, cioè le persone che lavorano meglio. “Sono convinto - dice- che il successo di un’organizzazione dipende dalla capacità di far sentire ingaggiato il capitale umano. Quindi voglio lavorare molto sul merito: dobbiamo usare la leva della premialità con i contratti integrativi”.
Zangrillo: “No alle differenze Nord-Sud”
Il ministro, quindi, boccia la proposta del collega di governo Valditara (del dicastero dell’Istruzione) di avere degli stipendi differenziati per regione. Niente gabbie salariali, insomma.
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“I contratti - chiarisce - sono e devono rimanere nazionali, anche perché la regionalizzazione non riguarda solo gli insegnanti, ma tutti il personale della Pa. Con la parte accessoria e integrativa dei contratti possiamo lavorare sulle specifiche delle diverse realtà territoriali: io non nascondo che l’Italia è fatto di territori diversi e allora diciamo che il secondo livello di contratto può essere utile per affrontare queste diversità”.
Insomma Zangrillo promette di “non fare differenze tra Nord e Sud per il capitale umano della Pa, ma affrontare le specificità dei territori”.
Le assunzioni per dipendenti pubblici nel 2023
Quanto al Pnrr e le assunzioni previste nella Pa, nel 2022 sono state inserite 157mila persone e altrettante lo saranno nel 2023, “recuperando dagli anni del blocco del turnover”.
Dal 1° gennaio di quest’anno è poi partito il portale inPa, completamente digitalizzato, che riduce i tempi delle procedure concorsuali. Questo portale sarà obbligatorio per tutta la Pa dal primo di giugno: significa che qualsiasi ente territoriale lo userà per l’inserimento nella pubblica amministrazione.
Più smart working nella Pubblica amministrazione?
Nel medio termine, poi, la Pa per Zangrillo deve puntare ad avere più giovani. “Devono considerarla - conclude - una possibilità di impiego per poter sviluppare esperienze professionali importanti e per fare questo dobbiamo essere capaci di essere attrattivi anche dal punti di vista del benessere organizzativo”. Della serie: anche sullo smart working qualcosa in più si può ancora fare.
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