Stipendi: ecco dove crescono di più (e di meno). Dov’è l’Italia?

Negli ultimi dieci anni gli stipendi degli italiani sono diminuiti.

Nulla di sorprendente, se non fosse che il Belpaese non è stato il solo a registrare un trend negativo dal 2009 al 2018.

Sull’argomento un’interessante ricerca della European Trade Union Confederation (ETUC) che ha paragonato l’andamento dei salari reali nei diversi Paesi europei. Il risultato ha evidenziato un’ottima crescita degli stipendi (aggiustati all’inflazione) nelle economie dell’est, prima fra tutte la Bulgaria, dove sono cresciuti dell’87%.

Stipendi: dove crescono di più?

Tra le top performer degli ultimi dieci anni (oltre alla Bulgaria), anche la Romania e la Polonia, dove i salari reali sono cresciuti di oltre 30 punti percentuali. Finlandia e Belgio, invece, non hanno registrato alcuna variazione dal 2009 al 2018 (0,00%), mentre in Grecia le retribuzioni sono crollate del 23%.

In negativo, oltre ad Atene, anche l’Italia, dove il dato è diminuito di un più contenuto 2% negli ultimi 10 anni.

“Questa è la prova che la crisi non è finita in tutti i Paesi e che anche laddove si sta verificando la ripresa economica, i lavoratori non ne stanno traendo beneficio”,

ha tuonato Luca Visentini, Segretario Generale ETUC, che ha continuato:

“la ragione di ciò si trova nelle misure di austerità che hanno smantellato il salario minimo e i sistemi di contrattazione collettiva, e hanno aumentato enormemente le disuguaglianze.”

Tabella: dove crescono di più gli stipendi? Di seguito la tabella dei Paesi europei in cui i salari reali sono cresciuti di più e di quelli in cui invece sono diminuiti. I valori, rilevati dal 2009 al 2018, sono stati tutti espressi in termini percentuali.

Secondo Visentini, l’Unione europea dovrebbe intervenire immediatamente per aumentare gli stipendi, soprattutto incoraggiando e consentendo contrattazioni collettive tra datori di lavoro e sindacati.