Rende il 7% fisso i primi 3 anni questo neo bond in euro. Taglio minimo di €1.000

Stefano Vozza

14 Aprile 2025 - 11:45

Nuovo prestito obbligazionario a lungo termine e denominato in euro per il noto Gruppo bancario milanese. Vediamone pro e contro

Rende il 7% fisso i primi 3 anni questo neo bond in euro. Taglio minimo di €1.000

Se le Borse spaventano e mettono paura, il reddito fisso conserva intatti i suoi due punti di forza. Vale a dire la certezza (salvo default dell’emittente) del rimborso a scadenza del nominale sottoscritto e un rendimento noto a priori. Sulle obbligazioni, infatti, il debitore è tenuto a onorare le cedole, cioè a riconoscere un tasso di interesse periodico, e a restituire a scadenza il capitale raccolto in principio.

Ad esempio rende il 7% fisso i primi 3 anni il neo bond in euro Unicredit e il taglio minimo è di € 1.000. Vediamo meglio come funziona questa obbligazione, e quali ne sarebbero i punti di forza e di rischio.

Le caratteristiche tecniche dell’obbligazione in euro di banca Unicredit

Da giovedì 10 aprile sono in negoziazione diretta sul MOT di Borsa Italiana e sul sistema multilaterale Bond-X (EuroTLX) due nuove obbligazioni Unicredit a tasso misto. La struttura dei rendimenti prevede infatti una prima fase a ritorni fissi, certi e costanti, e una successiva variabile. I titoli differiscono principalmente per i payout e le durate complessive (non sono bond del tipo callable). Soffermiamoci meglio sul prestito obbligazionario più lungo dei due.

Il titolo ha ISIN IT0005645111, data regolamento 10/04/’25 e scadenza alla stessa data del 2038, tra 13 anni e quindi uno strumento di investimento di lungo termine. L’obbligazione è denominata in euro, è emessa a 100 e rimborsata allo stesso prezzo a scadenza. Il taglio minimo di sottoscrizione è di 1.000 €, e al pari dei bond similari è negoziata dalle 9.00 alle 17.30 dal lunedì al venerdì dei giorni feriali. In particolare, fino al 28/04 la quotazione del bond UCG in offerta sarà pari al prezzo di emissione, poi seguirà i normali trend di mercato.

Quanto alle spese, esse sono di natura fiscale e bancaria. Allo Stato va il 26% degli interessi annui lordi maturati, più l’imposta di bollo del 2x1.000 su base annua sul valore del titolo al tempo della rendicontazione. Alla banca, invece, la commissione di compravendita e le eventuali spese del dossier titoli (se oneroso). In entrambi i casi esse dipendono dalle condizioni previste dall’istituto presso cui si è aperto il conto titoli.

Guadagni lordi e netti del nuovo bond in euro a tassi misti

Come anticipato la struttura dei rendimenti è del tipo variabile, e nello specifico prevede il seguente payout:

  • tasso fisso del 7,00% annuo lordo nei primi tre anni, da aprile ‘25 fino aprile ’28;
  • tasso variabile a seguire (da aprile 2028 fino a scadenza) pari all’Euribor 3 mesi con una soglia di sbarramento al ribasso (floor) e al rialzo (cap). Nel primo caso il tasso variabile non può scendere sotto lo 0,00%, mentre nel secondo non può eccedere il valore massimo del 7,00% annuo lordo. In particolare, il tasso di riferimento Euribor 3M (ISIN EU0009652783) viene rilevato il 2° giorno lavorativo antecedente la data di inizio di ciascun periodo di interesse.

La periodicità della cedola è annuale, tanto nella parte fissa che variabile, e riconosciuta ogni 10 di aprile (o l’11 o il 12 in base al calendario) dei prossimi 13 anni.

Rendimenti parte fissa e parte variabile del bond di banca Unicredit

Facciamo ora due calcoli. Il triennio iniziale rende il 21% lordo complessivo, cioè il 15,54% al netto della ritenuta fiscale. Il decennio successivo è tutto un enigma. Nella peggiore delle ipotesi, ossia Euribor 3M sempre nullo o negativo, lo 0,00%, mentre nella migliore il ritorno lordo complessivo sarebbe del 70% in 10 anni, il 51,8% netto. Ora, con una probabilità molto prossima a 100, ma pur sempre inferiore a 100, possiamo dire che non si verificherà nessuno dei due scenari limite.

Ragioniamo allora di fantasia e immaginiamo arbitrariamente un ritorno medio variabile del 3,50% da aprile 2028 fino a scadenza, per 10 anni. In pratica sommiamo i due tassi estremi annui (0,00% + 7,00%) e li dividiamo per due, ricavando una semplice media aritmetica. Bene, moltiplicandolo e sommandolo alla componente fissa triennale e spalmandolo per tutta la vita utile del bond ne verrebbe fuori un ritorno medio ponderato del 4,307% lordo. Ovviamente si tratta di un ritorno ipotetico e al momento solo immaginario; quello reale, effettivo, concreto, lo sapremo solo (tutti, noi compresi) tra 13 anni, a giochi fatti.

Giusto a titolo di raffronto, prendiamo il BTP con ISIN IT0005496770 in scadenza il 1° marzo 2038. Il bond del Tesoro ha cedola fissa e costante del 3,25% ma rende effettivo a scadenza il 4% circa lordo grazie all’attuale quotazione sui 93,3.

Rende il 7% fisso i primi 3 anni il neo bond in euro Unicredit e il taglio minimo è di € 1.000

È evidente che un punto di forza del bond è il triennio iniziale, dal rendimento certo e sicuro pari al 5,18% annuo netto. Un fattore di rischio, invece, è nella componente variabile che peraltro incide per 10 dei 13 anni di durata complessiva. Qui l’investimento risulterebbe profittevole se l’Euribor 3M di riferimento si collocasse per tanti anni nella parte alta del range previsto dall’emittente.

Più in generale, infine, occhio al rischio mercato al pari di tutti i bond di lunga durata, specie per chi non è sicuro di portare a termine l’investimento. Tradotto, al termine del periodo di quotazione in offerta il prezzo oscillerà sopra o sotto cento in base alle dinamiche del mercato. Per cui un’eventuale liquidazione anticipata del titolo prima potrebbe generare un guadagno o una perdita in conto capitale in base al prezzo effettivo di mercato al tempo della vendita.

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