Vuoi lavorare in Qatar? Se sei un lavoratore specializzato è un ottimo posto dove lavorare: guadagni molti soldi. Ma attenzione, perché qui non tutti vivono felici.
Ci sono Paesi che attraggono sempre più lavoratori, viste le ottime opportunità di guadagno e una qualità della vita generalmente migliore rispetto all’Italia. In queste pagine abbiamo spesso parlato di Paesi europei, specialmente nel Nord Europa dove economie più ricche della nostra hanno inevitabili ripercussioni sul mercato del lavoro, con tassi di disoccupazione molto bassi e un potere d’acquisto dei salari ben più elevato rispetto a quello degli stipendi italiani.
Ma ci sono anche realtà fuori dai confini dell’Europa da prendere in considerazione, specialmente quei Paesi che negli ultimi anni hanno goduto di un processo di modernizzazione che ha portato alla nascita di mega città attraendo sempre più lavoratori.
È il caso ad esempio del Qatar, Paese con il terzo giacimento di gas naturale e grandi riserve di petrolio, con un PIL di $210 miliardi (con una crescita stimata del 2% per il 2024 e del 2,5% per il prossimo anno). E pensare che la superficie del Qatar è di appena 11.637 km2, meno della metà della Lombardia (23.844 km2) e poco più grande dell’Abruzzo (10.795 km2): nonostante ciò si tratta di una delle economie più ricche al mondo, dove su 2,6 milioni di residenti appena 313.000 sono cittadini qatarioti, mentre i restanti 2,3 milioni sono lavoratori stranieri.
A tutto questo va poi aggiunto che ci troviamo di fronte a una criminalità quasi inesistente: i crimini gravi sono rari e la sicurezza pubblica è garantita da leggi rigide e una forte presenza delle forze di polizia.
Lavorare in Qatar, professioni ricercate e quanto si guadagna
La crescita del Qatar negli ultimi anni è stata esponenziale, tanto da diventare una delle prime economie dell’intero Medio Oriente e uno degli Stati con il reddito pro-capite più alti nella classifica mondiale.
Dal 2010, il PIL del Qatar è cresciuto del 70%, passando da $151,7 miliardi nel 2016 a circa $189 miliardi nel 2019. Uno sviluppo trainato maggiormente dal settore energetico, che costituisce il 45% del PIL, seguito da finanza, costruzioni, e servizi governativi.
Ovviamente la rapida crescita del Qatar ha richiesto il supporto di una vasta manodopera e spesso il Paese ha dovuto attingere da lavoratori stranieri per la ricerca di professionisti altamente qualificati, in particolare in campo medico e ingegneristico.
Nel dettaglio, i settori in cui c’è più richiesta di lavoratori stranieri (che come anticipato oggi rappresentano gran parte della popolazione che risiede in Qatar), con le relative professioni, sono i seguenti:
- Petrolio e gas: ingegneri, geologi e tecnici specializzati.
- Edilizia: project manager, architetti e ingegneri.
- Istruzione: insegnanti di inglese, matematica e scienze, oltre a dirigenti scolastici.
- Assistenza sanitaria: medici (in particolare chirurghi, cardiologi, oncologi), infermieri e altri operatori sanitari.
- Tecnologia: ingegneri informatici, sviluppatori web e data scientist.
Ovviamente per arrivare a reclutare professionisti qualificati le aziende qatariote hanno dovuto pensare a delle offerte particolarmente allettanti. Ecco quindi che si è arrivati a stipendi molto elevati a cui si aggiungono una serie di benefit tra cui spesso viene incluso anche l’alloggio gratuito, come pure viaggi e altre agevolazioni come l’auto aziendale.
E in loro aiuto è arrivato anche lo Stato, che nel caso dei lavoratori dipendenti non ha previsto alcuna forma di tassazione. Diverso il caso dei redditi di impresa o derivanti da attività professionali, comunque tassati con un’imposta del 10%. Stipendi che in genere si attestano intorno ai 14.000 rial qatariani al mese, quindi poco più di 3.500 euro, ma con settori dove si può arrivare facilmente anche a cifre ben più elevate: ad esempio, qui un medico specialista può guadagnare fino a 75.000 Qar (poco più di 18.000 euro) al mese, mentre un ingegnere civile può guadagnare fino a 35.000 Qar (quasi 9.000 euro).
Tutto questo ha contribuito a fare del Qatar un posto economicamente molto vantaggioso dove lavorare e vivere, tanto che oggi il reddito pro capite, secondo i dati dell’Osservatorio economico del governo italiano, è di $75.192 annui (in Italia si superano appena i $38.000).
Come trasferirsi in Qatar per lavoro
Se tutte queste informazioni hanno suscitato il tuo interesse a trasferirti in Qatar per lavoro, devi sapere che qui oltre al passaporto serve ottenere un visto d’ingresso. Più nel dettaglio, per coloro che viaggiano per motivi di lavoro è necessario richiedere un visto per affari, che ha validità di 3 mesi dalla data di emissione e consente un soggiorno massimo di 30 giorni.
Come ricorda il sito dell’ambasciata italiana a Doha, comunque il rilascio del visto e l’ingresso in Qatar dipendono dalle decisioni delle Autorità di immigrazione locali. Può capitare, per quanto succeda solo in rari casi, che si venga respinti alla frontiera: in quel caso è possibile fare appello tramite l’Ambasciata del Qatar in Italia. Una volta in Qatar, non è più necessario un permesso di uscita per lasciare il Paese, salvo per alcune specifiche posizioni lavorative designate dal datore di lavoro.
Cosa serve invece per trasferirsi per un periodo più lungo? In primo luogo è necessaria la sponsorizzazione di un datore di lavoro locale. Nel dettaglio, questo deve avviare il processo richiedendo l’autorizzazione a impiegare uno straniero e garantendo l’apertura di un conto bancario o l’affitto di un alloggio. Dopo aver ottenuto il suddetto visto d’ingresso, il lavoratore potrà quindi entrare in Qatar per avviare le pratiche per il permesso di residenza, senza possibilità di uscire dal Paese durante questo periodo.
Il datore di lavoro solitamente si occupa delle formalità, che includono esami medici, prelievo di impronte digitali e verifiche del casellario giudiziale. La durata del permesso di lavoro, rilasciato dal Ministero dello Sviluppo Amministrativo, è generalmente pari alla durata del contratto, e consente di lavorare per l’azienda specifica che ha fatto da sponsor.
I titolari di un permesso di lavoro in Qatar possono inoltre richiedere un visto di residenza per la famiglia, a condizione di percepire un reddito minimo o avere l’alloggio fornito dall’azienda.
Ma attenzione, perché Il visto di lavoro è vincolato allo sponsor, quindi non è possibile cambiare lavoro liberamente. Fattore questo di cui molti datori di lavoro potrebbero approfittarsi.
Attenzione, in Qatar non tutti vivono felici
Se da un lato però vivere in Qatar può essere un’ottima soluzione per quei professionisti altamente qualificati che vogliono guadagnare molti più soldi, bisogna pensarci bene prima di trasferirsi perché ci sono testimonianze di lavoratori impiegati in settori dove non è richiesta chissà quale specializzazione che invece raccontano di una realtà ben diversa.
Specialmente per chi lavora nel settore delle costruzioni, come pure come collaboratori domestici, ci sono spesso condizioni di lavoro complicate, con ricatti da parte dei datori di lavoro (che persino trattengono il passaporto) e limitazioni alla libertà personale. Il tutto aiutato dal fatto che, come visto sopra, la permanenza in Qatar è comunque legata all’incarico presso quello specifico sponsor, senza la possibilità di cambiare.
Tanto che il Qatar è stato spesso oggetto di critiche internazionali per episodi di questo genere, tanto da spingerlo ad introdurre alcune riforme per migliorare le condizioni di lavoro. Siamo comunque ancora molto lontani dal poter definire il Qatar come un “paradiso per tutti”.
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