Il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, propone di introdurre una sorta di mensilità aggiuntiva per alcuni lavoratori attraverso il taglio del cuneo fiscale: vediamo per chi.
Una mensilità in più per i lavoratori. Questa è la proposta di Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, lanciata in occasione dell’assemblea annuale di Unindustria. Un’idea alternativa all’aumento dei salari su cui si è scontrato con il ministro del Lavoro, Andrea Orlando.
Secondo il capo degli industriali la soluzione è un’altra: tagliare il cuneo fiscale. Bonomi chiede un “taglio forte, serio e strutturale” al costo del lavoro, sperando che il governo possa mettere in campo 16 miliardi di euro.
L’auspicio di Bonomi è che la sua proposta possa almeno aprire la discussione sul tema, anche se sembra non facilmente attuabile. Almeno non in questa formulazione. Ma cosa propone esattamente il presidente di Confindustria? Come funzionerebbe questo taglio del cuneo fiscale e chi ne potrebbe beneficiare?
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Taglio del cuneo fiscale, per chi e a quanto ammonta
L’idea di Bonomi è quella di prevedere il taglio del cuneo fiscale per i redditi fino a 35mila euro. A tutti questi lavoratori andrebbero quindi 1.223 euro l’anno in più, secondo le previsioni di Confindustria. Di fatto vorrebbe dire uno stipendio annuale in più per tutta la vita lavorativa, per dirla come Bonomi.
L’eventuale taglio, quindi, potrebbe essere valutato come una sorta di quattordicesima per il suo valore, anche se si tratterebbe di un aumento che si vede sulla busta paga di ogni singolo mese. I soldi per tagliare il cuneo fiscale ai lavoratori sotto i 35mila euro arriverebbe, nella previsione degli industriali, attraverso una riorganizzazione della spesa pubblica e grazie all’extragettito fiscale.
Come funziona il taglio del cuneo fiscale proposto da Bonomi
La proposta di Bonomi richiederebbe un intervento statale per 16 miliardi di euro. Come spiega lo stesso presidente di Confindustria, oggi il cuneo fiscale contributivo viene pagato per due terzi dalle imprese e per un terzo dal lavoratore. Ciò che chiede di fare lui è di rovesciare questo rapporto: il beneficio andrebbe per due terzi al lavoratore e per un terzo alle imprese.
Vorrebbe dire poco meno di 11 miliardi ai lavoratori e poco più di 5 per le imprese. Come spiega ancora Bonomi, per questa fascia di lavoratori il cuneo fiscale scenderebbe al 40,8%, al di sotto della media europea: comporterebbe un taglio di 5,24 punti percentuali, di cui 3,49 per i lavoratori e 1,75 per i datori di lavoro.
Uno stipendio in più l’anno, dove prendere le coperture?
Il presidente di Confindustria ipotizza anche le coperture per questo intervento da 16 miliardi. Nel Def, sottolinea, si parla per il 2022 di 38 miliardi di incassi in più dal gettito fiscale: un extra-gettito “che pagano famiglie e imprese”, afferma.
In più il taglio del cuneo fiscale si potrebbe attuare, secondo Bonomi, anche attraverso una rimodulazione delle risorse utilizzate per la spesa pubblica annuale, trovando così i 16 miliardi necessari per garantire 1.200 euro in più ai lavoratori con reddito inferiore ai 35mila euro.
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