Approvato all’ultimo minuto il decreto ad hoc per tutelare i cantieri aperti del Superbonus. Tra le novità il contributo per i redditi bassi e agevolazioni fiscali per lavori non completati.
Con un decreto ad hoc, il 28 dicembre 2023, sono state modificate le norme sul Superbonus al 110%, il decreto è frutto di un accordo di maggioranza, ma gli effetti sono limitati. Ecco cosa cambia.
Dal 1° gennaio 2024 entrano in vigore le nuove norme sul Superbonus, le novità principali sono:
- stop alle agevolazioni per villette e unifamiliari (possono avvalersi dell’ecobonus);
- riduzione della percentuale di detrazioni fiscali al 70% per tutti i lavori effettuati a partire dal 1° gennaio 2024.
Con il decreto legge approvato si mira ad aiutare le famiglie con redditi bassi e a tutelare i cantieri aperti nei condomini, ma la portata innovativa del pacchetto di norme appare limitato. Ecco le principali novità sul Superbonus 110%.
Superbonus 110% 2024 per redditi bassi
Il decreto legge per i redditi bassi prevede un contributo a fondo perduto per le spese 2024 per la copertura delle spese derivanti dalla riduzione dell’agevolazione al 70%.
Il contributo dovrebbe essere accessibile per:
- soggetti con un reddito inferiore a 15.000 euro;
- copertura delle spese sostenute tra il 1° gennaio e il 31 ottobre 2024;
- raggiungimento di uno stato di avanzamento di almeno il 60% verificato al 31 dicembre 2023.
I criteri e le modalità di erogazione del contributo a fondo perduto dovranno essere previste all’interno di un decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze da adottare entro 60 giorni dall’entrata in vigore del decreto legge. L’erogazione avverrà, invece, da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Superbonus 2024 per condomini anche senza SAL
Non solo il contributo per i redditi bassi, nel decreto Superbonus vi sono ulteriori novità. Con il decreto legge viene confermato lo stop al Superbonus 110% a partire dal 1° gennaio 2024, ma sarà possibile usufruire della maggiore agevolazione per tutte le spese effettuate entro il 31 dicembre, anche se non è possibile presentare il Sal, Stato avanzamento dei lavori.
Ricordiamo che il Sal può essere presentato solo se la quota di lavori eseguiti è almeno pari al 30% dei lavori in progetto. Questo implica che si può ottenere la detrazione con la maggiore aliquota anche se i lavori non sono completati e non si raggiunge l’efficientamento energetico previsto.
La norma infatti prevede “in caso di mancata ultimazione dell’intervento stesso, ancorché tale circostanza comporti il mancato soddisfacimento del requisito del miglioramento di due classi energetiche” viene riconosciuto il diritto all’agevolazione fiscale.
Sismabonus, limiti alla cessione del credito
Modifiche sono state approvate anche per quanto riguarda il Sismabonus. Per gli interventi di consolidamento statico degli edifici è prevista la possibilità di ricorrere ancora alla cessione del credito e allo sconto in fattura. Il decreto legge approvato il 28 dicembre 2023 prevede però una stretta.
Per gli interventi di demolizione e ricostruzione si potrà optare per la cessione del credito e lo sconto in fattura solo nel caso in cui prima dell’entrata in vigore del decreto legge sia stata presentata la richiesta per il titolo abilitativo. Inoltre per gli interventi iniziati dopo l’entrata in vigore del decreto sarà necessario stipulare una “polizza catastrofale” a copertura dei danni cagionati ai relativi immobili da calamità naturali.
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