Superbonus, compensazione con F24 solo in alcune banche: ecco quali

Rosaria Imparato

24 Febbraio 2023 - 11:46

L’ipotesi di usare la compensazione con F24 per sbloccare i crediti di imposta incagliati potrebbe realizzarsi solo in alcune banche: le novità sul superbonus e sull’edilizia.

Superbonus, compensazione con F24 solo in alcune banche: ecco quali

Superbonus, continuano le novità (o meglio, le ipotesi) per provare a sbloccare i crediti incagliati. Il governo sta studiando un’apertura alle compensazioni con modello F24, ma in modo molto selettivo. La possibilità di smaltire i crediti bloccati, quindi, verrebbe data non a tutte le banche.

Quale sarebbe il fattore discriminante? L’essersi effettivamente avvicinati alla soglia di esaurimento del platfond fiscale. Il ministero dell’Economia è convinto, infatti, che le banche con ancora margini rilevanti per le compensazioni potrebbero attuare la moral suasion che i vertici dell’Economia hanno già avviato nei primi confronti tecnici (cioè l’invito a correggere o rivedere determinate scelte).

Superbonus e cessione dei crediti: l’Ance chiede risposte «immediate»

L’Ance, Associazione Nazionale Costruttori Edili, continua il suo pressing alle banche. La presidente Federica Brancaccio ha lanciato l’allarme sia a Porta a Porta che al Tgcom ne giorni scorsi: “Imprese e famiglie non possono aspettare un’altra settimana, serve un segnale subito”.

La necessità è quella di trovare immediatamente soluzioni per lo sblocco dei crediti incagliati anche aprendo all’acquisto delle partecipate, ha ribadito Brancaccio.

Se le banche aprissero alle compensazioni sarebbe possibile riattivare il mercato senza attendere la metà di aprile, quando arriverà in Gazzetta Ufficiale la legge di conversione del decreto 11/2023.

La situazione dei crediti incagliati

Ma tutti i quasi 20 miliardi di crediti bloccati nel sistema bancario sono effettivamente incagliati? In realtà, no. Secondo i dati riportati dal Sole24Ore, quasi un terzo, 6,1 miliardi secondo l’ultimo monitoraggio dell’Agenzia delle Entrate, viene da crediti problematici, provenienti dalla corsa al bonus facciate su cui pesa il problema delle frodi. In questo caso il problema che frena la gestione da parte delle banche è il forte rischio di inconsistenza del sottostante.

Dei 13,8 miliardi che restano, però, non tutti sarebbero incagliati. Ha spiegato all’audizione in commissione Finanze del Senato ieri 23 febbraio Enrico Zanetti, esperto fiscale e consigliere del ministro dell’Economia che «Una fetta non secondaria di questi crediti è in rampa di lancio, purtroppo una rampa sempre più complessa e con tempi sempre più lunghi».

Nel frattempo, continua l’attesa di una soluzione ponte per riavviare la macchina delle cessioni prima della conversione del decreto. Ha spiegato Andrea De Bertoldi, relatore del decreto, che sono arrivate al governo delle proposte che verranno valute «con la massima serietà», e se ci saranno le condizioni «le applicheremo per dare una risposta ancora più celere rispetto alla conversione». Fra le ipotesi sul tavolo c’è anche quella di coinvolgere la Sace per un meccanismo di garanzie, che però deve essere ancora chiarito nella sua declinazione tecnica e soprattutto nella sua eventuale efficacia.

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