Superbonus, nuove speranze di detrazioni per gli incapienti fiscali

Nadia Pascale

05/02/2024

Cosa succede se ci si accorge che le detrazioni Irpef maturate con il Superbonus non sono coperte? Per evitare perdite il Governo studia l’ipotesi di estendere il beneficio a 10 anni.

Superbonus, nuove speranze di detrazioni per gli incapienti fiscali

Cosa succede se le agevolazioni fiscali da Superbonus sono superiori rispetto all’Irpef maturata? Possono essere recuperate le somme anche se la capienza fiscale è insufficiente? Il Superbonus con le detrazioni fiscali è svantaggioso per chi ha redditi bassi e agevola solo i ricchi? Queste sono le domande che molti si pongono dopo i drastici cambiamenti normativi che bloccano l’accesso alla cessione del credito e allo sconto in fattura, ma presto potrebbero esservi nuove speranze per gli incapienti fiscali.

Le norme Superbonus prevedono per i contribuenti che hanno optato per le detrazioni fiscali la possibilità di dividere gli importi delle agevolazioni maturate in 4 anni, ma cosa succede nel caso in cui le detrazioni fiscali maturate sono insufficienti a coprire gli importi a cui si avrebbe diritto? Semplicemente si perdono soldi, ecco perché il Governo sembra stia studiando una soluzione specifica che estenda il tempo di fruizione delle detrazioni fiscali a 10 anni.

Ecco la nuova proposta per chi si avvale delle detrazioni fiscali Superbonus, ma è incapiente.

Superbonus, nessuno scudo per chi si avvale delle detrazioni fiscali

La prima cosa da sottolineare è che i tempi sono stretti: per aiutare davvero coloro che hanno detrazioni basse a non perdere i soldi delle agevolazioni fiscali, le nuove norme dovrebbero essere approvate prima dell’inizio della stagione dichiarativa.
Non c’è spazio per inserire queste norme del decreto Superbonus perché gli emendamenti proposti sono già stati tutti cassati, il decreto 212 del 2023 è già passato alla Camera dei Deputati con i suoi 4 articoli e ora deve essere approvato solo in Senato con il testo blindato. La Maggioranza ha chiuso la partita senza grandi dissidi, l’obiettivo sembra essere arrivare alle elezioni europee compatti.

Questo vuol dire che per aiutare chi ha optato per le detrazioni fiscali deve essere scritto in breve tempo un nuovo decreto. Un ulteriore ostacolo è rappresentato da tutta la parte di Governo contraria a norme più morbide, o permissive, per il Superbonus perché impattano eccessivamente sul debito pubblico. Vediamo però qual è la partita in gioco e cosa dovrebbe prevedere il nuovo provvedimento.

Le norme del decreto Superbonus (decreto legge 212 del 2023) prevedono uno scudo per coloro che non sono riusciti a terminare i lavori entro il 31 dicembre 2023. Si stabilisce che non vi sia perdita di benefici nel caso in cui le opere non siano state concluse entro il 31 dicembre 2023, ma a condizione che vi sia un SAL, stato di avanzamento dei lavori, del 60%. Non è necessario quindi il recupero attraverso i lavori svolti di due classi energetiche. Tale scudo si applica solo nel caso in cui il contribuente si sia avvalso di sconto in fattura e cessione del credito, ma non per i contribuenti che hanno anticipato le spese optando per le detrazioni fiscali in proprio.

Tale esclusione è stata anche ribadita in aula durante la conversione del decreto. Al fine di tutelare questi contribuenti si è quindi pensato a un provvedimento specifico che estenda la possibilità di avvalersi delle detrazioni fiscali fino a 10 anni.

Cosa vuol dire che gli incapienti fiscali perdono le detrazioni Superbonus?

Le norme attuali prevedono che i contribuenti che hanno optato per lo sconto delle agevolazioni fiscali con le detrazioni dalla propria dichiarazione dei redditi, possono ottenere gli importi in 4 rate di uguale importo.

I contribuenti potevano esercitare fino al 31 marzo del 2023 l’opzione per ottenere le detrazioni in 10 anni. Il nuovo obiettivo è quello di estendere il beneficio anche per le comunicazioni trasmesse dal 1° aprile 2023.

Un esempio pratico può aiutare a capire. Il contribuente X ha effettuato lavori che gli consentono di ottenere un’agevolazione fiscale di 40.000 euro. Esercita l’opzione per le detrazioni fiscali che deve però recuperare in 4 anni. In teoria deve maturare un debito Irpef di almeno 10.000 euro ogni anno. Se però ha un reddito non particolarmente elevato, non riesce a recuperare le agevolazioni e quindi una parte è persa. Ne consegue che chi ha redditi bassi ottiene minori agevolazioni rispetto a chi ha un reddito alto.

Lo stesso contribuente avendo un reddito da lavoro dipendente in cui lo stipendio è stabile nel tempo potrebbe però recuperare maggiori importi se avesse la possibilità di ottenere l’agevolazione fiscale in più rate. Gli stessi 40.000 euro ripartiti in 10 anni consentono di avere 10 rate da 4.000 euro, debito Irpef che possono maturare anche persone con un reddito non molto alto.

Naturalmente il maggiore ostacolo rispetto a un provvedimento come questo è rappresentato dai conti pubblici che già sono in affanno, infatti per l’Agenzia delle Entrate non riconoscere parte delle agevolazioni maturate vuol dire avere maggiori somme in cassa. Sappiamo, d’altronde, che il Governo è poco propenso a continuare a spendere troppi soldi per il Superbonus, la strada sembra quindi essere in salita.

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