L’attesa per il 2024 è tutta per il taglio dei tassi di interesse da parte di Fed e di Bce. Ma di quanto diminuirà il costo del denaro e cosa aspettarsi? Perché c’è il rischio di restare delusi.
Il taglio dei tassi di interesse da parte di Fed e Bce è ormai dato per certo nel 2024. Ma di quanto diminuirà davvero il costo del denaro?
La risposta che emerge dalle previsioni dei mercati potrebbe deludere le aspettative e svelare che il costo di finanziamento, che sta già impattando su chi paga mutui e interessi su prestiti, resterà più alto di quanto si possa immaginare.
Il tasso di interesse di riferimento della Federal Reserve è ora nel range 5,25%-5,50% - il massimo da 22 anni - e quello della Bce al 4,50% dopo 10 rialzi dall’estate 2022. Con i prezzi al consumo che si raffreddano e i timori di innescare una recessione, il messaggio da parte delle due banche centrali è stato di un cauto ottimismo sulla possibilità di vedere i tassi scendere.
Tuttavia, le indicazioni dei mercati finanziari rivelano che il costo del denaro resterà elevato negli anni a venire. Per quanto scenderanno nel 2024, i prezzi nei mercati monetari evidenziano che il decennio di tassi di interesse prossimi allo zero, prevalenti dopo la grande crisi finanziaria, difficilmente tornerà finché le pressioni inflazionistiche e la spesa pubblica rimarranno alte.
Le aspettative sull’evento più atteso del 2024, il taglio dei tassi, potrebbero quindi essere deluse. Con una serie di conseguenze per economia e finanza globali.
Tassi di interesse 2024: di quanto scenderanno?
Nelle ultime settimane gli operatori di mercato hanno raddoppiato le scommesse su profondi tagli dei tassi il prossimo anno, incoraggiati dal rallentamento dell’inflazione e da un approccio accomodante da parte della Federal Reserve.
Le aspettative che il costo del denaro diminuisca di almeno 1,5 punti percentuali negli Stati Uniti e in Europa hanno innescato un rialzo dei mercati obbligazionari e azionari.
Tuttavia, mentre si prevede che la Fed taglierà il suo tasso di riferimento a circa il 3,75% entro la fine del 2024, esso scenderà solo al 3% circa nel 2026, per poi risalire a circa il 3,5% in seguito, suggeriscono i prezzi del mercato monetario.
Queste stime sono in netto contrasto con i tassi rimasti vicini allo zero per gran parte del decennio successivo alla crisi finanziaria globale, quando sono poi aumentati solo gradualmente fino al 2,25%-2,50% nel 2018.
I tassi della Banca Centrale Europea sono previsti a circa il 2% entro la fine del 2026, dal 4% attuale: una riduzione, ma difficilmente il segnale è di un ritorno all’esperimento non ortodosso con tassi negativi visto dal 2014 al 2022.
Perché c’è preoccupazione sui tassi nel 2024
Come spiegato in una analisi su Reuters, se è vero che i tassi di interesse scenderanno nel 2024, altrettanto certo è che resteranno su un livello comunque elevato rispetto al passato.
Mike Riddell, senior portfolio manager di Allianz Global Investors, ha commentato che quella che è in corso è una normalizzazione della politica monetaria, non l’adozione di una strategia accomodante.
Tali aspettative sono coerenti, secondo gli esperti, con uno scenario in cui il cosiddetto tasso di interesse “neutrale”, che non stimola né rallenta la crescita economica, è aumentato da prima della pandemia di Covid-19.
Maggiori rischi di inflazione sulla scia delle tensioni geopolitiche e del reshoring (rientro in patria di aziende e produzioni spostate all’estero), una politica fiscale più allentata e potenziali miglioramenti della produttività da parte di aziende come l’intelligenza artificiale sono tra i fattori che potrebbero alzare il tasso neutrale, spesso soprannominato “R-star”.
Le aspettative del mercato sono di un R-star al 2,5% della Fed per i tassi di interesse a lungo termine, sebbene diversi politici lo abbiano fissato al di sopra del 3%. Nell’area dell’euro, i policymaker della Bce puntano a un tasso neutrale di circa l’1,5%-2%.
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Non è agevole prevedere dove si fermerà il tasso neutrale, ma si può stimare un livello comunque elevato, oltre ad aspettarsi che tassi negativi non ci saranno più.
Questo è lo scenario che preoccupa. Le aziende, per esempio, dovranno rifinanziarsi a tassi da ragionevolmente a talvolta significativamente più alti di quelli che avevano nei libri contabili negli ultimi cinque anni, ha suggerito Patrick Saner, responsabile della strategia macro di Swiss Re.
In sintesi, il 2024 rischia di essere ancora un anno caratterizzato da tassi elevati. Pur con alcuni tagli, il costo del denaro alto continuerà a impattare su società, famiglie e conti pubblici.
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