L’approvazione delle tariffe e dei regolamenti Tari è ora collegato al bilancio di previsione degli enti locali. Ecco cosa cambia.
Il termine per l’approvazione delle tariffe e dei regolamenti relativi alla Tari è ora collegato al bilancio di previsione degli enti locali, quando questo è prorogato a una data successiva al 30 aprile.
La norma è stata introdotta dal dl Aiuti permettendo ai Comuni di approvare i piani finanziari del servizio di gestione dei rifiuti urbani oltre il termine del 30 aprile di ciascun anno, ossia in data successiva all’adozione del bilancio di previsione del singolo Comune, evitando in tal modo la necessità di una sua riapprovazione.
Il termine per le deliberazioni Tari passa dunque al 31 maggio 2022, in applicazione dell’art. 3 comma 5-sexiesdecies del DL 228/2021 (successivo termine per la deliberazione del bilancio di previsione 2022-2024).
La risposta all’interrogazione parlamentare n. 5-08009 del 4 maggio 2022 ha infatti chiarito l’importanza dei termini di approvazione delle delibere relative alle tariffe dei tributi locali ai fini dell’applicazione delle imposte. In assenza di delibera nei termini previsti, le tariffe e le aliquote vengono prorogate ogni anno.
Cos’è la Tari
La Tari è l’imposta sui rifiuti che ogni cittadino deve pagare per finanziare i costi relativi al servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti.
Il presupposto della Tari è il possesso o la detenzione a qualsiasi titolo di locali o di aree scoperte operative in grado di produrre rifiuti urbani (art. 1, comma 641, primo periodo, della legge n. 147 del 2013, Legge di Stabilità). Devono pagare la Tari tutti i cittadini che producono rifiuti urbani.
Sia la legge di Stabilità che ha introdotto la norma nel 2014 che il Decreto fiscale 2020 prevedono delle riduzioni e delle esenzioni in relazione alla tassa.
Nel caso di mancato svolgimento del servizio di gestione dei rifiuti è prevista una riduzione del 20% sull’importo da pagare, ma non l’esenzione come chiarito dalla CTR della Campania (Cassazione n.3036 31 marzo 2022). Nuclei familiari con Isee non superiore a 8.107,5 euro, famiglie numerose con Isee non superiore a 20.000 euro e titolari di reddito o pensione di cittadinanza possono beneficiare del bonus Tari, uno sconto sulla tariffa prevista dai diversi Comuni.
Sono previste anche delle riduzioni facoltative nel caso di abitazioni con un unico occupante, se le abitazioni sono utilizzate in modo limitato nel tempo e discontinuo oppure nel caso di fabbricati rurali a uso abitativo.
La legge di Bilancio 2021 ha previsto poi la riduzione di un terzo della tassa sui rifiuti per i pensionati esteri, cittadini non residenti nel territorio italiano ma titolari di pensione maturata in regime di convenzione internazionale con l’Italia.
Quando si paga la Tari 2022
La scadenza della Tari 2022 viene stabilita dai singoli Comuni, che notificano al cittadino la scadenza inviando il bollettino. La regola generale prevede che il suo pagamento sia ripartito in due o tre tranche:
- 1° acconto entro la fine del mese di aprile;
- 2° acconto entro la fine di luglio;
- il saldo entro la fine dell’anno.
Il primo bollettino è dunque scaduto da qualche giorno ma è sempre possibile provvedere a un pagamento successivo aggiungendo all’importo dovuto anche una sanzione, sanabile tramite il meccanismo del ravvedimento operoso.
Come si calcola la Tari 2022
La Tari viene calcolata prendendo come riferimento alcuni parametri come la superficie complessiva dell’abitazione e i componenti del nucleo famigliare presenti. Anche le società pagano la Tari proporzionalmente ai rifiuti prodotti.
L’importo si compone di tre quote, una fissa, una variabile e una quota provinciale.
- La quota fissa si calcola moltiplicando i metri quadrati dell’abitazione per la tariffa fissa determinata dal Comune di residenza (in base al numero degli occupanti).
- Quella variabile è determinata dai singoli Comuni in base al numero di occupanti dell’immobile.
- Le due quote vanno sommate per poi determinare la quota provinciale pari al 5% dell’imponibile.
Come cambierà la Tari nel 2023
Dal 1° gennaio 2023 entrerà in vigore il Testo unico per la regolazione della qualità del servizio di gestione dei rifiuti urbani (TQRIF) deliberato da Arera a gennaio 2022.
Con l’entrata in vigore del TQRIF verranno stabiliti nuovi standard di qualità del servizio raccolta e trasporto rifiuti e pulizia delle strade. Tra le novità, la velocizzazione dei tempi di risposta dei reclami del cittadino e l’introduzione di nuove regole per la rateizzazione.
I cittadini già beneficiari del bonus sociale bollette e gli utenti che si trovino in condizioni economiche disagiate potranno rateizzare una bolletta con importo che supera del 30% il valore medio riferito alle bollette emesse negli ultimi 2 anni.
© RIPRODUZIONE RISERVATA