Il risultato del sondaggio di Money.it: per il 79% dei rispondenti, la tassa sugli extraprofitti delle banche è una misura necessaria.
L’opinione prevalente tra i lettori di Money.it è abbastanza definita: introdurre una tassa sugli extraprofitti bancari è una scelta opportuna da parte del Governo Meloni.
Come si può vedere dai risultati del sondaggio, che ricordiamo non ha un valore scientifico ma soltanto indicativo non essendo stato realizzato a campione, il 79% si dice favorevole all’introduzione di una tassa ad hoc per gli istituti di credito.
Questa misura rappresenta un passo deciso verso una maggiore equità fiscale e un’impostazione più orientata al sostegno delle famiglie e dell’intera economia.
Fino a questo momento, le banche avevano spesso goduto di margini di profitto considerevoli e l’introduzione di questa tassa indica una chiara volontà da parte del governo di ridistribuire una parte di questi profitti in modo più equo tra i cittadini e le famiglie. Questo segnale di impegno a favore della giustizia sociale è cruciale, soprattutto alla luce dei crescenti dibattiti sulla disparità economica e sull’accesso al credito da parte delle famiglie.
Quanto guadagnerà lo Stato con la tassa sugli extraprofitti delle banche?
La tassa sugli extraprofitti delle banche, stima Bloomberg Intelligence, genererà allo Stato italiano un’entrata oltre 3 miliardi di euro, tenuto conto anche della specifica per cui il tetto massimo dell’imposta su ogni banca non può superare lo 0,1% del totale dell’attivo.
Secondo il vice premier Matteo Salvini, tale imposta sugli istituti finanziari - con il fine dichiarato di raccogliere liquidità per mettere una riduzione generale delle imposte, sostenere i titolari di mutui per prima casa e l’implementazione del taglio al cuneo fiscale - genererà “alcuni miliardi”.
Proprio questa forma di redistribuzione verso il basso, sembra essere particolarmente gradita ai lettori di Money.it, che si sono espressi nettamente a favore della tassa sugli extraprofitti.
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