Tasse NASpI, si paga l’IRPEF sulla disoccupazione?

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28 Gennaio 2025 - 18:14

La disoccupazione è tassata? Ecco cosa sapere quanto viene trattenuto sulla NASpI e come funziona la tassazione dell’indennità di disoccupazione.

Tasse NASpI, si paga l’IRPEF sulla disoccupazione?

Quando termina un rapporto di lavoro, in Italia esiste un importante ammortizzatore sociale per l’ex dipendente: la NASpI (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego). Tale indennità di disoccupazione garantisce un sostegno economico ai lavoratori dipendenti che hanno perso involontariamente il proprio impiego, aiutandoli a gestire la transizione verso una nuova occupazione.

Chi percepisce la NASpI, però, potrebbe chiedersi - giustamente - se l’importo mensile corrisposto sia effettivamente netto o lordo o, comunque, se in futuro dovrà pagare altre tasse su quanto ricevuto.
Per molte persone, è una sorpresa scoprire che anche l’indennità di disoccupazione è soggetta a imposte. Infatti, come si suol dire, tale misura fa reddito ed è dunque soggetta a tassazione.

Ci sono, però, diversi aspetti da chiarire riguardo alla tassazione IRPEF prevista per la NASpI. In alcuni casi, bisogna fare molta attenzione perché ci si potrebbe trovare di fronte alla situazione che porta ad avere una doppia CU che comporta conguagli molto salati in sede di dichiarazione dei redditi. Proprio per questo, è essenziale comprendere come viene calcolato l’importo, quali sono le aliquote applicabili e quanto realmente si riceve «in tasca». Ecco tutto quello che c’è da sapere.

La disoccupazione è tassata? Ecco cosa dice la legge oggi

Secondo la normativa vigente, la NASpI è considerata un reddito sostitutivo e, pertanto, soggetta a tassazione secondo il principio di progressività stabilito dall’articolo 53 della Costituzione italiana. La tassazione avviene applicando l’aliquota IRPEF corrispondente al reddito complessivo del beneficiario, in conformità con il TUIR (Testo Unico delle Imposte sui Redditi, D.P.R. 917/1986).

Nel 2025, il quadro normativo non ha subito modifiche significative rispetto agli anni precedenti. Tuttavia, l’Agenzia delle Entrate ha precisato che la NASpI viene tassata come reddito assimilato al lavoro dipendente. Ciò significa che rientra nel calcolo del reddito complessivo annuale del contribuente, concorrendo alla determinazione delle aliquote IRPEF applicabili.

Le aliquote IRPEF attualmente in vigore per il 2025, secondo la Legge di Bilancio, sono:

  • 23% sui redditi fino a 28.000 euro;
  • 35% sui redditi compresi tra i 28.000 e i 50.000 euro;
  • 43% sui redditi che superano i 50.000 euro.

La NASpI, dunque, non è esente da imposte. Anzi, essendo erogata mensilmente dall’INPS, subisce direttamente la trattenuta IRPEF sulla base delle aliquote sopra elencate. È importante ricordare che, al momento della presentazione della dichiarazione dei redditi, il contribuente potrebbe dover versare ulteriori somme o, al contrario, ricevere un rimborso, in base al calcolo definitivo del reddito complessivo.

IRPEF su disoccupazione: ecco come funziona

È bene sottolineare comunque che l’indennità di disoccupazione pagata mensilmente è già stata tassata ab origine. Quanto ricevete ogni mese, dunque, è già l’importo netto.

Anche l’Agenzia delle Entrate e l’INPS confermano che, pur essendo un sostegno economico, la NASpI non è fiscalmente esente. L’INPS agisce come sostituto d’imposta, applicando le trattenute direttamente al momento dell’erogazione.

L’Istituto, quindi, agisce come il datore di lavoro, erogando direttamente l’importo netto dell’indennità di disoccupazione. Sarà, dunque, sempre l’INPS a effettuare il conguaglio IRPEF di fine anno, applicandovi nel contempo anche le detrazioni di cui potete godere (ad esempio in caso di familiari a carico). Sempre l’INPS, a fine anno rilascia la Certificazione Unica della NASpI in base a quanto previsto dall’articolo 4, comma 6-ter, del DPR 322/1998.

Bisogna ricordare, però, che l’istituto prende in considerazione solo le cifre che eroga personalmente e non quelle eventualmente già guadagnare dal lavoratore. Se l’importo della NASpI, nel corso dell’anno di imposta, quindi, resta al di sotto della no tax area si potrebbe verificare la non applicazione di trattenute IRPEF.

Supponiamo, però, che il lavoratore disoccupato per parte dell’anno abbia lavorato e abbia ricevuto una retribuzione, ecco che i redditi della NASpI, sommati a quelli delle retribuzioni, escono dalla no tax area e, quindi, sono assoggettati all’IRPEF.

Questo è un inconveniente abbastanza spiacevole che capita spesso a chi si trova a percepire la prima parte della NASpI dopo un licenziamento, e può ripresentarsi anche a fine indennità di disoccupazione, quando il disoccupato, magari, trova un nuovo impiego.

Quando non si pagano le tasse sulla NASpI

In alcuni casi, però, vuoi per retribuzioni e contribuzioni troppo basse su cui è calcolata, vuoi per il meccanismo della decalage che prevede l’indennità, la NASpI annuale resta al di sotto della soglia della no tax area. In questo caso, la tassazione non è applicata sull’indennità e la cifra spettante resta «pulita» per il lavoratore.

Ma in linea generale, essendo la NASpI equiparata al reddito da lavoro dipendente, è soggetta a tassazione; quindi, chi la percepisce deve fare molta attenzione a non incorrere nelle situazioni sopra descritte. Se per una parte dell’anno si percepisce l’indennità di disoccupazione (che per importo troppo basso l’INPS non tassa con l’IRPEF) e per un’altra parte si percepisce reddito da lavoro, il rischio che si corre è quello di trovarsi, al momento del conguaglio fiscale della dichiarazione dei redditi, a dover versare una vera e propria stangata di tasse.

Il consiglio, quindi, è sempre quello di fare attenzione non solo al reddito prodotto con l’indennità di disoccupazione, ma anche agli eventuali altri redditi di cui si è beneficiato durante l’anno di imposta per non trovarsi davanti a spiacevoli sorprese.

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