Tasse e riforme, il piano dell’Ue per l’Italia: Meloni “obbedirà”?

Alessandro Cipolla

25/06/2024

Le raccomandazioni dell’Ue all’Italia: stipendi più alti tagliando maggiormente il cuneo fiscale, le risorse da tasse su case e auto inquinanti oltre al bando di gara delle concessioni balneari.

Tasse e riforme, il piano dell’Ue per l’Italia: Meloni “obbedirà”?

L’Unione europea ha suggerito all’Italia nuove tasse e riforme il tutto per finanziare il taglio del cuneo fiscale, aumentando così gli stipendi dei lavoratori e alleggerendo la spesa in carico alle imprese.

Al tempo stesso Bruxelles ha stroncato le misure fiscali introdotte dal governo Meloni nell’ultimo anno, con l’esecutivo più sovranista della nostra storia che per il momento non ha replicato a Palazzo Berlaymont visto che nei prossimo mesi - anzi, anni - tutto potremo fare in Europa tranne che gonfiare l’italico petto e sbattere i pugni sul tavolo.

Questo è il succo delle raccomandazioni fatte dalla Commissione europea all’Italia, arrivate lo stesso giorno della comunicazione per il Belpaese dell’apertura della procedura di infrazione per deficit eccessivo.

Le osservazioni fatte dall’Ue e i suoi suggerimenti in materia di tasse e stipendi, mai come in questo momento sono da tenere bene a mente visto quello che succederà in autunno una volta che si sarà insediata la nuova Commissione europea.

In pratica a breve l’Italia dovrà concordare con l’Ue un piano di abbattimento del proprio debito pubblico: nella migliore delle ipotesi per noi la sforbiciata alla spesa sarà di 10-12 miliardi l’anno, senza poter ricorrere ulteriormente al debito per finanziare le misure delle prossime leggi di Bilancio.

Una volta stabilita la cifra e per quanti anni durerà questa sorveglianza, sarà la Commissione europea a tracciare la traiettoria per l’Italia indicando quali correzioni dovranno essere adottate: se il governo poi non dovesse recepirle ecco che scatterebbero le sanzioni.

In pratica l’Italia sarà commissariata probabilmente per i prossimi sette anni, con l’Ue che potrà chiedere - ovvero imporre - nuove tasse, riforme o tagli alla spesa, con un primo assaggio della linea di Bruxelles che si è avuto nelle osservazioni appena recapitate al nostro governo.

Case e auto, l’Ue suggerisce nuove tasse all’Italia

Chiarito il contesto di queste osservazioni, ecco quali sono stati gli appunti fatti dall’Unione europea all’Italia. Tutto sembrerebbe ruotare attorno a un semplice concetto: nel nostro Paese devono diminuire le tasse sul lavoro, con le entrate fiscali che in rapporto al Pil sarebbero relativamente elevate rispetto agli Stati membri omologhi.

I tagli al cuneo fiscale sul lavoro, legiferati solo fino al 2024 e finanziati tramite disposizioni temporanee hanno una portata piuttosto limitata” ha osservato la Commissione, mentre l’estensione dei “regimi fiscali ad aliquota forfettaria anche per i lavoratori autonomi peggiora l’equità orizzontale e l’efficienza del sistema fiscale riducendo la redistribuzione, favorendo specifiche categorie di contribuenti e disincentivando la crescita delle imprese”.

Tutto o quasi tutto sbagliato per Palazzo Berlaymont, con il governo che dovrebbe rendere strutturale il taglio al cuneo fiscale aumentando al tempo stesso l’entità della sforbiciata. Senza poter ricorrere al deficit, servono però entrate certe per finanziare questa misura che da sola potrebbe valere tra i 10 e 15 miliardi l’anno.

Rivedere la tassazione sulle case con la riforma del catasto è la prima voce di entrata indicata dall’Ue. Altra ipotesi poi è quella di tasse più alte sulle fonti energetiche e sulle auto inquinanti, con la Commissione che poi è tornata a chiedere la messa a bando delle concessioni balneari.

Tre punti questi sui quali il governo di recente ha espresso sempre parere negativo, ma adesso Giorgia Meloni difficilmente potrà non dire “obbedisco” se queste osservazioni dovessero entrare a fare parte della traiettoria che la Commissione chiederà all’Italia di rispettare per abbattere il debito pubblico.

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