Occhio non solo a quanto stanno prezzando i BTP e i bond dell’area euro. Attenzione al trend di questi rendimenti, che hanno risposto con un numero ben preciso.
Ci mancava soltanto l’ultimo dato relativo all’inflazione USA a rompere le uova nel paniere della BCE.
Per quanto la presidente della Banca centrale europea Christine Lagarde abbia rivendicato più volte l’indipendenza dell’istituzione dalla politica monetaria della Federal Reserve, i mercati sanno benissimo che il trend dei tassi degli Stati Uniti condiziona inevitabilmente quello dei tassi dell’Eurozona. La ragione principale risiede nel rapporto di cambio euro-dollaro: eventuali scossoni violenti che andassero a premiare troppo il dollaro nei confronti dell’euro, sulla scia di una restrizione monetaria decisa dalla Fed significativamente più importante rispetto a quella della BCE, rischierebbero infatti di rendere reale lo spettro dell’inflazione importata, che da un po’ aleggia in Europa, disturbando il sonno di Lagarde.
Naturale dunque che la paura che la Fed di Jerome Powell - sulla scia dei dazi di Donald Trump - non solo non tagli più i tassi sui fed funds USA, ma torni perfino ad alzarli, contagi la Banca centrale europea, mettendo ansia a chi fino a pochi mesi fa si sfregava già le mani puntando su diversi tagli dei tassi firmati da Christine Lagarde, nel corso del 2025. Nel pieno dell’incertezza e in attesa di capire meglio i danni che saranno inflitti dai dazi di Trump all’economia di tutto il mondo, una risposta arriva dal mercato: non solo dal trend dei BTP e di altri bond dell’area euro, ma anche da quello di altri rendimenti ad hoc. [...]
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