Tassi Bce: c’è il rischio di rialzi eccessivi e non necessari

Violetta Silvestri

11 Febbraio 2023 - 15:58

I rialzi dei tassi di interesse ancora in agenda da parte della Bce saranno eccessivi e non necessari? Il dubbio lo ha sollevato Visco, mettendo in guardia l’Eurotower da inasprimenti fuori misura.

Tassi Bce: c’è il rischio di rialzi eccessivi e non necessari

Il tema dei tassi di interesse in Eurozona e delle prossime mosse Bce diventa sempre più caldo, anche se manca ancora un mese circa alla prossima riunione dell’Eurotower.

Le prospettive di ulteriori aumenti, non nascosti dalla stessa Lagarde, lasciano spazio a critiche e a timori che un percorso troppo incisivo e lungo di incremento dei costi di finanziamento possa generare più svantaggi che vittorie sulla lotta all’inflazione.

Pur accordando sulla politica monetaria aggressiva per freddare prezzi record in Europa, alcuni membri della Bce non esitano a mettere in guardia proprio la Banca centrale europea: attenzione, ulteriori e prolungati rialzi dei tassi potrebbero essere inutili.

Una di queste ultime voci è stata del governatore di Bankitalia Visco.

I prossimi rialzi dei tassi Bce saranno inutili? Cosa ha detto Visco

Si intensificano le riflessioni sulla politica dei tassi di interesse della Bce.

La Banca centrale europea deve evitare di spingere troppo in alto i tassi di interesse reali, dato il livello del debito privato e pubblico nell’area dell’euro: queste le parole di sabato 11 febbraio del governatore di Bankitalia.

A soli pochi giorni da toni più rassicuranti dello stesso Visco sulla capacità dell’Italia di riuscire a far fronte a un costo del denaro in rapida ascesa, il governatore è tornato sul tema esprimendo cautela.

Nello specifico, Visco ha affermato che i tassi Bce devono continuare a salire in “modo progressivo ma misurato, sulla base dei dati in arrivo e del loro utilizzo nella valutazione delle prospettive di inflazione.”

Quasi a voler mettere in guardia Lagarde dalla sicurezza ostentata nella scorsa conferenza stampa sul prevedere ulteriori rialzi, il governatore italiano ha spiegato:

“Oggi è ovviamente necessaria la disinflazione, ma dati i livelli di debito privato e pubblico che prevalgono nell’area dell’euro, dobbiamo stare attenti a evitare di progettare un aumento non necessario ed eccessivo dei tassi di interesse reali. In effetti, sono convinto che la credibilità delle nostre azioni venga preservata non mostrando i muscoli di fronte all’inflazione, ma mostrando continuamente saggezza ed equilibrio”

Le parole non sono un segnale di disaccordo con la strategia finora intrapresa a Francoforte, quanto piuttosto una presa di coscienza di quanto delicata sia la situazione in Europa, in bilico tra un’inflazione che erode i redditi e un rischio recessione, oltre alla complessa tenuta di conti pubblici.

L’inflazione è scesa di circa 2 punti percentuali dal picco di ottobre e sono probabili ulteriori cali con il calo dei prezzi del gas naturale. Ma la crescita sottostante dei prezzi sembra essere ostinatamente elevata, il che fa temere che l’inflazione possa rimanere bloccata a livelli superiori all’obiettivo del 2% della Bce, in parte a causa della rapida crescita dei salari nominali.

“Non vedo ragioni valide perché l’inflazione non torni al target, nonostante la liquidità ancora abbondante (ed eccessiva) presente nel sistema economico”, ha detto Visco.

Il messaggio è di un maggiore ottimismo sulla discesa dei prezzi e sulla possibilità che aumenti troppo elevati dei tassi possano essere evitati.

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