A Vilnius la Nato facendo infuriare la Cina ha stretto accordi con Australia, Nuova Zelanda, Giappone e Corea del Sud: in caso di terza guerra mondiale le “squadre” sono delineate.
La terza guerra mondiale è uno spettro che ormai non aleggia solo sopra i cieli dell’Europa, ma su quelli di tutti i continenti. Il conflitto in Ucraina a mo’ effetto domino ha innescato infatti una generale corsa al riarmo riacutizzando tensioni mai sopite, come nel caso di Taiwan e del Nord Africa.
Il vertice Nato di Vilnius così ha riportato alla memoria quel “paradosso della sicurezza” che fu una delle cause scatenanti della Prima Guerra Mondiale; un secolo dopo incomprensibilmente ci troviamo di nuovo a dover affrontare le stesse dinamiche.
L’altro paradosso è che, a differenza del novecento, adesso alcuni Paesi vorrebbero aumentare le dotazioni dei propri eserciti ma non possono farlo perché la propria industria bellica non riesce a soddisfare l’enorme mole di richieste (Usa) oppure perché in cassa non ci sono i soldi per farlo (Italia).
In Lituania però è andato in scena anche un incontro che è passato sotto silenzio da noi, visto che le attenzioni sono state tutte rivolte verso il sostanziale niente di fatto in merito al futuro ingresso dell’Ucraina nella Nato, rinviato sine die perché, come ha spiegato Joe Biden, nessuno può entrare “quando vi è una guerra in corso, perché ciò ci porterebbe nella terza guerra mondiale”.
A Vilnius così il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ha incontrato i leader dei Paesi del cosiddetto AP4 (Giappone, Corea del Sud, Australia e Nuova Zelanda), stringendo importanti accordi bilaterali che hanno fatto infuriare la Cina.
Terza guerra mondiale: gli schieramenti in Asia
Se da oltre 500 giorni tutte le attenzioni geopolitiche sono calamitate sull’Ucraina, uno che di politica internazionale qualcosa capisce come Henry Kissinger si è detto preoccupato perché, se non avverrà a breve una distensione dei rapporti tra Cina e Stati Uniti, la terza guerra mondiale scoppierà in Asia entro pochi anni.
Il casus belli secondo l’ex segretario di Stato americano sarà Taiwan, l’isola che la Cina ha messo per iscritto di voler far tornare sotto il suo controllo con le buone o con le cattive; nella seconda ipotesi, visto il legame tra Taipei e Washington la terza guerra mondiale sarebbe una conseguenza inevitabile.
In questo scenario, il vertice di Vilnius ci ha aiutato a capire quali potrebbero essere gli schieramenti in Asia di una ipotetica terza guerra mondiale. Con la Cina ci dovrebbero essere la Russia, la Corea del Nord (altra potenza nucleare) e l’Iran, mentre l’India nonostante l’appartenenza al BRICS difficilmente potrebbe schierarsi militarmente contro l’Occidente.
L’intesa siglata in Lituania invece ha spostato definitivamente verso la Nato il Giappone, la Corea del Sud, l’Australia e la Nuova Zelanda. Questi Paesi hanno firmato degli accordi bilaterali di cooperazione - gli Individually Tailored Partnership Program - con l’Alleanza atlantica.
Cina furiosa con la Nato
Depennata invece - si dice su pressione della Francia, interessante vedere come in queste complesse vicende geopolitiche l’Italia non mette mai becco allineandosi a prescindere con gli Usa - la creazione di un ufficio di collegamento a Tokyo tra la Nato e i Paesi dell’AP4. Nonostante questo l’irritazione della Cina è stata evidente.
Pechino infatti ha commentato gli accordi parlando di “retorica da Guerra fredda”, sottolineando poi come la Cina “difenderà con fermezza la sua sovranità, la sua sicurezza e i suoi interessi di sviluppo e si opporrà fermamente all’espansione della Nato verso est nell’Asia-Pacifico; qualsiasi azione che minacci i diritti e gli interessi legittimi della Cina sarà affrontata con contromisure risolute”.
Come l’espansione a Est della Nato in Europa è stata una delle cause dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, allo stesso modo la Cina potrebbe reagire in maniera analoga se lo stesso venisse fatto dall’Occidente nell’area dell’Asia-Pacifico.
Se Kissinger qualche settimana fa ha espresso i suoi timori di una terza guerra mondiale a causa della mancanza di dialogo tra Cina e Stati Uniti, le ultime notizie di certo non sembrerebbero andare verso la direzione dell’apertura di un tavolo diplomatico permanente tra le due superpotenze come auspicato invece dall’ex segretario di Stato.
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